E se fosse Ghislaine Maxwell il vero motore del giro di prostituzione di Jeffrey Epstein, la mente diabolica, il cuore nero e perverso di un’inquietante vicenda di abusi su donne giovanissime che coinvolge nomi importanti? È passato più di un anno dal suicidio del torbido faccendiere Epstein che si è tolto la vita in carcere, nell’agosto del 2019, per sfuggire con la soluzione più estrema al processo che lo vedeva come imputato principale (anche se per molti, la vicenda non è ancora chiara). Epstein, come ricordiamo, aveva messo in piedi una potente organizzazione di prostituzione minorile che si svolgeva soprattutto sulla sua isola privata, una storia raccontata anche nel documentario Netflix Jeffrey Epstein: Filthy Rich. Dopo la sua morte, che ha lasciato l’amaro in bocca in chi lo voleva vedere condannato, l’attenzione si è spostata sulla sua ex compagna e socia in affari Ghislaine Maxwell, rampolla del fondatore della casa editrice britannica Mirror. Maxwell è stata arrestata lo scorso luglio e mentre le indagini e gli interrogatori procedono, emergono occasionalmente indiscrezioni inquietanti dai fascicoli degli inquirenti. Come quella secondo cui Ghislaine Maxwell sarebbe una stupratrice.

Un termine, “stupratrice”, che sembra strano da usare con una donna. Eppure è così che la definisce una delle ex vittime del giro, che si fa chiamare con il nome di fantasia Samantha. Parliamo di molti anni fa quando Samantha, che ora ha 48 anni, era una studentessa ventunenne alla Parsons School of Design di Manhattan. All’epoca dei fatti, la ragazza si lasciò convincere a praticare i fatidici “massaggi” a Epstein, che poi sappiamo che in alcuni casi si trasformavano in abusi sessuali. Per Samantha le cose però andavano abbastanza bene e si prestò a reclutare altre ragazze, come le era stato chiesto. Le fu chiesto di trovare delle minorenni. Ne parlò con un’amica di 19 anni che aveva bisogno di denaro e sembrava molto più giovane della sua età e la convinse a dichiarare a Maxwell ed Epstein di avere 16 anni. Ma non andò bene.

In qualche modo, Ghislaine Maxwell scoprì l’inganno e decise di punire Samantha per aver tentato di truffarli. Secondo i racconti della donna, Maxwell, che ora lei definisce in un’intervista al Sun “un mostro, la mente dietro il traffico”, l’avrebbe attirata nella villa di Epstein per il consueto massaggio, ma appena entrata l’avrebbe afferrata, immobilizzata, imbavagliata e violentata con un sex toy. Mentre l’incubo era in corso, Jeffrey Epstein si sarebbe unito a loro. Dopo aver consumato l’abuso, la coppia ha messo in tasca a Samantha 300 dollari e l’ha liquidata minacciandola di farle di peggio se avesse parlato con la polizia. Tornata a casa, Samantha ha scoperto che lo stesso trattamento era stato riservato alla ragazza che aveva portato loro, quando avevano scoperto la sua vera età. Traumatizzata dall’intera esperienza, ha interrotto ogni contatto con i due ma piano piano ha perso fiducia nelle sue capacità e ha lasciato la scuola di design. Fuggita a Los Angeles, è infine caduta nel giro della prostituzione. Samantha ha seguito lo scandalo Epstein in questi due anni e si è decisa a raccontare tutto solo ora che Ghislaine Maxwell è agli arresti nel Metropolitan Detention Center di Brooklyn. Dopo oltre 20 anni, aveva ancora paura di lei. Ma sarà il processo a decidere chi è veramente questa donna dal passato sempre più oscuro.