Solo dirigenti neri e programmi di sostegno alle vittime di violenza domestica. L'imprendtrice Luiza Trajano ha impostato in un modo particolare la sua Magazine Luiza, nota anche come Magalu, l'azienda di vendita al dettaglio digitale multicanale con cui smercia di tutto e che ha fatto di lei una delle donne più ricche del Brasile con un patrimonio personale valutato da Forbes in 1,5 miliardi, ma che arriva a 4,5 se comprende tutte le aziende del gruppo. Luiza Helena Trajano Inácio Rodrigues, 72 anni, è uno dei personaggi più discussi del Brasile, anche perché è invisa al presidente Bolsonaro che arriccia il naso sentendo lodare le sue politiche aziendali e che l'ha definita "una socialista". Ma della disapprovazione di Bolsonaro, madame Trajano se ne infischia perché era già ricca sfondata prima che comparisse lui sulla scena politica, visto che Magazine Luiza esiste da tre generazioni. A fondarla nel 1957 a Franca, nell'entroterra di San Paolo, erano stati stata sua nonna Luiza Trajano Donato, impiegata, e suo nonno Pelegrino José Donato, commesso viaggiatore, partendo da un piccolo negozio di articoli da regalo che si chiamava A Cristaleira. Poi la coppia lanciò un concorso a una radio locale chiedendo agli abitanti di Franca di suggerirne uno nuovo, e fu ribattezzato Magazine Luiza, in omaggio alla signora. Dopo quel negozio, i Trajano Donato ne hanno aperto un altro e poi altri ancora e dopo 55 anni l'azienda, passata ai loro figli e poi ai nipoti, conta più di 1110 punti vendita fisici che si integrano con la vendita online, ossia, ci si reca lì, ed è presente in 23 stati e 819 comuni del Paese. Il turno di Luiza Trajano è arrivato dopo la laurea in giurisprudenza alla Faculdade de Direito de Franca, nel 1972. Quando aveva 12 anni, un episodio aveva già dato una preview delle sue capacità. Avvolta in un ambiente familiare affettuoso, voleva fare regali dei regali di Natale importanti a tutta la famiglia. Lo disse alla madre Jacira che la incoraggiò a trovare il modo per guadagnarli. Così, invece di godersi le vacanze scolastiche andò a lavorare come commessa nel negozio Magazine Luiza, che gestiva sua zia, e la cosa le piacque tanto che lo fece ancora negli anni successivi, fino a essere assunta a 17 anni, dopo il diploma. Avrebbe voluto iscriversi alla facoltà di Psicologia, ma non era disponibile nell'università di Franca e ha fatto Giurisprudenza senza mai esercitare un solo giorno la professione di avvocata, già troppo presa dall'azienda. Ormai, infatti, aveva assunto il ruolo di direttrice ha dato lei l'impulso per trasformare l'attività da semplice catena di negozi locali a un impero multinazionale. Molto presto, consapevole della sua posizione privilegiata nel Paese, ha cercato di applicare al Magazine Luiza processi di selezione del personale e del management fortemente inclusivi delle categorie finora escluse, ha limitato il suo programma di formazione per dirigenti ai neolaureati per offrire maggiori opportunità ai giovani, e nel 2020 ha deciso di fare un passo audace, ossia di privilegiare i neri nel suo programma. La decisione ha raccolto sia lodi che critiche. Ma in patria è così rispettata che nel 2016 stata membro del comitato che ha supervisionato i preparativi per i Giochi Olimpici di Rio.

the governor of sao paulo l, joão doria psdb, and the chairman of the magazine luiza board, luiza helena trajano, during the inauguration of the defense police station and the womens reference center in franca, sao paulo, brazil, on 26 november 2019 photo by igor do valenurphoto via getty imagespinterest
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Luiza Trajano con il governatore di Sao Paulo, João Doria

Nel 2017 che è diventata anche una star dei social quando, ospite di un programma chiamato Manhattan Connection ha contestato il presentatore secondo cui il suo tipo di attività era in crisi, rispondendo che invece il Brasile stava per vivere il suo migliore "decennio del retail". Quell'anno, manco a dirlo, l'azienda ha ottenuto il miglior risultato di sempre con un aumento delle entrate del 300%. Ma ad aver fatto di lei un personaggio cult è anche la sfilza di premi che ha ricevuto sia per i risultati professionali, sia per le attività a cui si presta per il puro scopo di rendere il mondo migliore. Dirige infatti il Grupo Mulheres do Brasil, fondato nel 2012 da cinquanta donne che lavorano in diversi segmenti dell'economia, unite per un obiettivo comune: migliorare il Paese. Oggi sono più di quattromila, e una volta al mese si incontrano per ridiscutere le loro politiche e proporre azioni legate all'educazione, all'imprenditorialità, ai progetti sociali e alle quote per le donne. Perché si parla molto di lei, negli ultimi tempi? Perché sono insistenti le voci di corridoio secondo cui questa indomabile e coscienziosa signora starebbe per candidarsi alla presidenza del Brasile, cosa che spiegherebbe la comparsa di tweet sul suo account con proclami sul rispetto per le persone, l'ambiente e la governance aziendale, e che la vedrebbe confrontarsi contro quel Jair Bolsonaro che tanto la disdegna, e contro il principale rivale, l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva che al momento è dato per favorito con il 48% delle preferenze nei sondaggi. Ma da qui a ottobre, possono succedere tante cose.