Emanuela Campari Bernacchi è avvocato, socio responsabile del dipartimento di finanza strutturata dello studio legale Gattai, Minoli, Agostinelli & Partners. Si occupa di finanza ed è co-fondatrice del dipartimento di Fintech dello Studio. Ha un compagno, Giorgio, anche lui avvocato, un figlio di 16 anni, Marco, e un Llabrador di 10 mesi (Kobe, come Bryant). Ha vissuto a Londra e ora è a Milano, città che ama e dove è nata e cresciuta. "Il mio sogno nel cassetto era fare la giornalista, inviata di guerra, mi è sempre piaciuto raccontare, portare avanti le testimonianze di chi non aveva gli strumenti per farlo. Sono finita a fare l’avvocato in finanza ma quello che mi porto dietro è una passione che mi ha insegnato la resilienza, anche nei momenti più difficili, e sono stati tanti."

Che cosa puoi fare per gli altri in questo momento e condividerai per #time2share?
C’è un detto che mi piace molto e che recito spesso “se la fortuna non bussa, tu costruisci una porta”, forse è questo quello che mi piacerebbe condividere, qualche trucco per far trasformare i problemi in opportunità. Riuscire a guardare la situazione da un angolo diverso, spostarsi con la telecamera e osservare il problema sotto una luce diversa. Sono a disposizione per organizzare incontri one to one per raccontare la mia esperienza e cercare di dare una mano a chi pensa di non riuscire a vedere la propria vita da un’angolazione diversa.

Com’è nata questa tua passione?
Dalla vita, dagli eventi, dalle persone che mi hanno aiutato e da quelle che non lo hanno fatto, e anzi hanno fatto di tutto per ostacolarmi. Ho capito come volevo essere e come “non” volevo essere. Ora sono la persona che volevo essere, resiliente e con dei valori saldi. Sono quell’inviata di guerra che ha utilizzato la sua passione per creare, in ambiti diversi, opportunità e costruire porte.

Che cosa ti piacerebbe imparare da qualcun altro?
Da Claudia Parzani, la capacità di riuscire a fare cose diverse con la stessa energia e dose di vitalità. Anche se è un’amica mi piacerebbe sfruttare un piccolo spazio del suo tempo per cercare di imparare.