Dopo le sfiancanti elezioni presidenziali americane dello scorso novembre, il 5 gennaio si è votato in Georgia per le elezioni locali più importanti negli ultimi anni. La Georgia, stato del Sud tradizionalmente conservatore, anno dopo anno è diventata interessante per i Democratici, soprattutto grazie ai cambiamenti economici e sociali che stanno avvenendo nella città di Atlanta e dintorni. Entrambe le elezioni locali in Georgia sono state vinte dai candidati Democratici Jon Ossoff e Raphael Warnock, che vanno a sostituire i due senatori uscenti Repubblicani. Di conseguenza, i Democratici hanno conquistato il controllo del Congresso garantendo molto più potere alla nuova amministrazione Biden.

Se oggi i Democratici possono dire di controllare la Casa Bianca, il Senato e la Camera, è soprattutto merito di Stacey Abrams e della sua tenacia. Di lei si è sentito parlare in Italia per la prima volta nel 2018, quando lo spoglio dei voti dell'elezione per il governatore della Georgia è andato avanti per dieci giorni senza determinare un vincitore definitivo tra il Repubblicano Brian Kemp e Abrams, candidata Democratica. Kemp, a capo dell'ufficio che supervisiona il processo elettorale, era finito in un scandalo per aver limitato in vari modi l'accesso ai registri elettorali ai cittadini appartenenti a minoranze etniche. Abrams intanto aveva già fondato anni prima il New Georgia Project, un'organizzazione che aiuta i cittadini delle minoranze a partecipare al voto. Alla fine, Kemp è diventato governatore e di tutto questo episodio Abrams ne ha parlato duramente, chiamandolo «un fallimento della democrazia».

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Nata nel 1973 a Madison, Wisconsin, cresciuta in una famiglia di classe operaia (o, come preferiva dire sua madre, genteel poor) a Gulfport, Mississippi, con altri cinque fratelli, Stacey Abrams ha da sempre conosciuto i limiti della povertà e dei sussidi governativi. Introversa e studiosa, si è interessata alla politica già da adolescente: a 17 anni, mentre lavorava come dattilografa, le hanno offerto una posizione da speechwriter quando si sono accorti quanto erano efficaci le modifiche che faceva al testo che le veniva dettato. Negli anni trascorsi allo Spelman College è diventata una vera e propria attivista, candidandosi quando ha scoperto le ineguaglianze nella distribuzione della carta igienica a doppio o singolo strato, per lei sintomatiche di un problema di dignità sociale. Al secondo anno, durante la sommossa di Rodney King (detta anche 1992 Los Angeles Riots), quando il campus è stato chiuso e gas lacrimogeni sono stati lanciati contro gli studenti, ha partecipato a un dibattito in tv con il sindaco che ha accusato di non fare abbastanza per i giovani della città. Sei mesi dopo, il sindaco le ha offerto un posto di lavoro.

Convinta che la povertà sia immorale e inefficiente per l’economia, Stacey Abrams appartiene a un gruppo di donne nere che per decenni si sono attivate per cambiare l'elettorato locale. Prima che il Partito Democratico iniziasse a investire in Georgia, generalmente più interessato a Florida e Ohio, o che Trump e Biden la considerassero terreno di scontro, gli organizzatori politici neri erano già attivi da anni nel cercare di avere più elettori, sicuri che sia più efficiente trovare nuovi voti anziché cercare di persuadere le persone a votare per il partito opposto. Dopo la sofferta sconfitta del 2018, è arrivata l'intuizione: continuare questa tradizione e rafforzarla con una macchina efficiente. È stato allora fondato il Fair Fight Action, con lo scopo di mobilitare quella che lei credeva essere una maggioranza silenziosa di georgiani. Dopo due anni di lavoro e i risultati delle recenti elezioni, è chiaro che sono queste organizzazioni locali e non le campagne elettorali la soluzione per combattere l'inerzia dei cittadini e creare connessioni, possibilmente a lungo termine, tra politici e le minoranze della comunità.

Certo, Stacey Abrams non è diventata la prima governatrice afroamericana nella storia statunitense, non è stata chiamata a prendere parte del team di Biden, e il gerrymandering incredibilmente esiste ancora, ma ha creato un modello esportabile in altri stati “rossi”. E ha già deciso di ricandidarsi in Georgia nel 2022.