Un altro capitolo, un altro primato, un’altra storia da raccontare ai nipoti per la speaker della House of Representatives Nancy Pelosi, la firma sul secondo impeachment di Donald Trump, il primo presidente Usa della storia a essere sottoposto due volte al procedimento votato a tempo di record con 232 voti favorevoli contro 197, ma anche il primo a doverlo sostenere a pochi giorni dall’uscita di scena.

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L’accusa: incitamento all'insurrezione che ha generato l'assedio a Capitol Hill in cui hanno perso la vita quattro persone, e che ha procurato al presidente uscente la chiusura di tutti i suoi account social usati per lanciare le accuse di brogli elettorali che hanno infiammato gli animi. Una situazione dalla quale ormai si sono dissociati anche molti repubblicani (che ora gli hanno votato contro), compreso il suo vice Mike Pence, mentre la figlia Ivanka ha dichiarato di voler partecipare alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente Biden anche se il padre sarà assente.

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È il nuovo capitolo di uno scontro fatto di fair play stentato, quello fra Donald Trump e la democratica Nancy Pelosi, 80 anni il prossimo 26 marzo, unica donna della storia americana nel ruolo di speaker, la carica politica più alta mai raggiunta da una donna negli Stati Uniti fino all’elezione di Kamala Harris alla vicepresidenza. La spina nel fianco di Trump sin dal principio, a prescindere dal diverso colore politico. Pelosi, nipote di immigrati abruzzesi e genovesi da parte del padre Thomas D’Alesandro, sindaco di Baltimora, e molisani da parte della mamma Annunciata Lombardi, è un osso duro. Ha praticamente iniziato la carriera politica a 12 anni, quando ha assistito al suo primo convegno democratico e ha deciso di imboccare la strada che l’ha portata a fare raccolta fondi nella campagna di John F. Kennedy, così volenterosa da essere, a 20 anni, una delle invitate al gala di insediamento. Nel 1987 ha sfondato il soffitto di cristallo e si è fatta strada nell’androceo di Capitol Hill mentre i cinque figli avuti con il marito, il businessman di origine italiana Paul Pelosi, erano ormai al college.

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Eletta speaker per la prima volta nel 2007, un ruolo paragonabile a quello del presidente della Camera italiano, fervida oppositrice della guerra in Iraq di George W. Bush, attivista per i diritti della comunità LGBT e per la lotta contro la diffusione dell’HIV, Nancy Pelosi è stata rieletta nel 2019. Riavvolgendo il nastro, la si vede nel dicembre del 2019 mentre mette sotto accusa il presidente Trump per aver cercato l'interferenza straniera per favorire la sua ricandidatura e la rielezione nel 2020, dando vita al primo impeachment. La rivediamo nel febbraio del 2020 mentre strappa platealmente il testo del discorso che il presidente Trump di fronte a lei ha appena pronunciato, e nel giugno dello stesso anno con al collo la sciarpa ghanese Kente, al Congresso negli otto minuti e 46 secondi in ginocchio in omaggio a George Floyd. Il 6 gennaio, l’umiliazione dei rivoltosi di Capitol Hill che si accaniscono simbolicamente sui suoi spazi, uno che porta via il suo leggio, un altro che piazza i piedi sulla sua postazione - oggi tutti agli arresti -, lei che va alla radice del problema chiedendo al capo di stato maggiore di strappare dalle mani di Trump i codici nucleari. Fino alle immagini di oggi, Nancy Pelosi in abito nero che mostra solennemente il documento del secondo impeachment, e incide così un’altra tacca sul segnapunti nell’aspra contesa con Trump, forse non l’ultima.