Premessa: l’amore non è crudele, per definizione. Quando diventa crudele vuol dire che non era amore. Se la persona che credevamo provasse dell’interesse per noi, o che addirittura aveva una relazione con noi, sparisce all’improvviso, diventare un fantasma da un giorno all’altro, cosa bisogna pensare? È proprio per l’associazione di idee con i fantasmi che questa brutta scelta di concludere un rapporto fuggendo si chiama ghosting. Di solito si parla di ghosting soprattutto nell’ambito sentimentale, ma in realtà può interessare anche i rapporti d’amicizia o professionali. Capita l’amica con sparisce all’improvviso e senza spiegazioni. Il fenomeno del ghosting non è nuovo, una volta si diceva che una ragazza fosse stata “sedotta e abbandonata” dall’amante sparito perché aveva omesso di riferirle un paio di dettagli insignificanti, come la data del suo matrimonio imminente con un’altra, o di essere addirittura già sposato. Ma da quando ci sono i social e le app di dating, a questo tipo di è stata assegnata una definizione, ben precisa.

Il ghosting a volte è progettato dal futuro “fantasma” già quando sta iniziando una relazione sentimentale. Oppure lo mette in atto quando si accorge di aver riposto delle aspettative sbagliate sulla persona, e preferisce la fuga alla seccatura di spiegarsi e di ammettere che ha sbagliato. Tutto d’un tratto, quindi decide di troncare il rapporto ma senza dirlo apertamente, in faccia. Ma solo, ed esclusivamente, sparendo dalla circolazione e rendendosi irreperibile. Al telefono, non risponde. Su WhatsApp, ti blocca. Ti cancella da Facebook e su Instagram smette di seguirti. Almeno quei gesti ti fanno capire che no, non ha avuto un incidente mortale. È un po’ quello che una volta si diceva degli uomini sposati che per fuggire con un’altra annunciavano: “Esco un attimo a prendere le sigarette…” e non tornavano più. I ghoster non danno all’altra persona il tempo e il modo di comprendere quale sia il motivo di questa drastica decisione.

I ghoster presentano alcune caratteristiche comportamentali specifiche, e magari imparandole si può imparare a mantenersi cauti. Si tratta della cosiddetta Triade Oscura della personalità, la combinazione coniata dalla psicologia e che somma Machiavellismo, Narcisismo e Psicopatia. Molti professionisti della salute mentale considerano il ghosting come una forma di distacco passiva-aggressiva al pari dell’altrettanto chiacchierato “trattamento del silenzio“. In un’intervista, il Prof. Roberto Pani, psicoanalista e docente di Psicologia Clinica presso l’Università di Bologna, ha detto che le persone che spariscono hanno difficoltà a giustificare il fatto di sentirsi inadeguate in una relazione che sta assumendo un significato importante. Per chi lo subisce, il ghosting non è affatto divertente. Il distress (lo stress che fa male) è molto alto perché da un lato c’è comunque la fine, peraltro improvvisa, di un rapporto. Dall’altro, cosa che fa ancora più male, manca la spiegazione, il perché, il confronto con l’altro la possibilità di elaborare, per poter capire almeno le cause della fine di una storia. C’è un senso di inadeguatezza a 360°. Chi fa ghosting, dal canto suo, è convinto, il più delle volte, di essere in buona fede, pensando di agire nel bene dell'altro.

Come affrontare e come reagire al ghosting. Inutile dire che se si è stati vittime di ghosting tanto vale accettarlo. La cosa peggiore del ghosting è non potersela prendere con nessuno e finire irrimediabilmente col prenderla con se stessi. A quel punto allora meglio lasciare andare: i fantasmi hanno poca consistenza ed meglio perderli che continuare a cercarli. Per recuperare il trauma del ghosting è necessario voltare pagina, completamente. Prima cosa è smettere di pensarci, smettere di continuare a cercare il ghoster. Quindi riappropriarsi della propria vita. Uscire, vedere gente, vecchia e nuova, frequentare luoghi affollati, dedicarsi a nuovi hobbies possono essere delle buone scorciatoie per uscire fuori dal vortice del ghosting. Perché non tutti sono così vili nella vita.