Nella foto, l'ingresso con il tavolo Luigi XVI e la scultura in teca Compressione rosa, di Stefano Bombardieri.
Giorgio Baroni, autore delle immagini di questo servizio, ricorda perfettamente il momento in cui è avvenuto l'incontro che ha segnato la fusione delle sue due passioni, ovvero l'arredamento e la fotografia. «Un anno fa, a un vernissage nella galleria bresciana Gare 82, ho conosciuto una nota collezionista che mi ha invitato a realizzare un reportage sulla sua abitazione nell'ottocentesco palazzo di famiglia, nel centro storico della città. Un luogo affascinante ma bisognoso di un refitting, che la signora ha affidato proprio a me».
Giorgio e la proprietaria hanno reinventato assieme i centotrenta metri quadrati dell'appartamento, eliminando ogni ridondanza e trasformandolo in un'esplosione gioiosa di colori e artwork. Al duo si è presto unita Cristina Selleri, interior designer, scout di rarità, nonché titolare dell'omonimo showroom di tessuti in un castello della Franciacorta. Ne è nata una collaborazione virtuosa a sei mani. «Dei mobili preesistenti abbiamo mantenuto solo i più preziosi, accostandoli a pezzi d'autore», continua Baroni. Gli elementi d'epoca duettano ora con i divani ideati negli anni Sessanta da Gianfranco Frattini per Cassina e con uno specchio pop di Paola Navone. Le lampade Flos innescano un morbido "attrito" con gli chandelier in vetro soffiato, mentre le poltroncine vintage in vimini di Franco Albini nella camera padronale vengono annunciate dall'iconica sedia Pylon, firmata Tom Dixon. Il nuovo ensemble ha coinvolto pure le opere: alcune sono state acquistate ex novo da Gare 82 e quelle già presenti hanno trovato una collocazione diversa. Sfilano le tele di Jörg Gimmler, Mario Schifano, Eugenio Carmi, quindi gli avanguardisti e i contemporanei del posto: Stefano Bombardieri in primis.
Lo scettro spetta ai cinquanta lavori dell'albanese Ibrahim Kodra, milanese d'adozione e amico intimo di Picasso, che troneggiano lungo lo scalone d'ingresso in un esuberante collage cromatico. La grandeur dell'entrata fa da preludio agli ambienti privati, tutti affacciati su un vestibolo nuance cipria (con il tavolo da pranzo Luigi XVI in posizione centrale), fulcro di un layout scandito dall'elegante partitura delle porte in legno bianco. Le sedute d'antan sono state rinvigorite da velluti vibranti e gli elementi bespoke – come la testiera fucsia del letto – cercano l'eclettismo.
Il parquet originario e lo scenografico soffitto Liberty affrescato del soggiorno dialogano con un'attualissima palette nelle seducenti tonalità dégradé dell'amaranto, bouganville e malva per i due studi e la master bedroom, che esibisce internamente un'estrosa carta da parati di Moooi a motivi floreali. Soluzioni che non scivolano mai nell'eccesso, in un codice stilistico all'insegna di una moderna signorilità.