Nella foto, la designer Cristina Celestino ritratta in esclusiva per Marie Claire Maison nel suo nuovo studio.
Come in un racconto, ogni dettaglio va oltre la ricerca estetica e arricchisce la narrazione abitativa di sfumature.
Cromie seducenti e materiali sofisticati valorizzati da sapienti lavorazioni artigianali. Il mondo di Cristina Celestino pone al primo posto la femminilità, interpretata attraverso una ricerca appassionata e innato buongusto. «Negli anni credo che, più di ogni altra cosa, mi abbia premiato la coerenza. Quando affronto un lavoro il mio approccio è soprattutto narrativo: studio, raccolgo immagini che successivamente ritaglio, seleziono e divido per gruppi. Solo così riesco a mettere a fuoco gli elementi chiave. Nella sostanza, realizzo un collage creativo indispensabile per sviluppare l'idea», spiega.
Classe 1980, friulana d'origine, ormai milanese ad honorem da quando − durante le ultime edizioni del Fuorisalone − ha incantato la città del design con il suo tram Corallo e l'allestimento al caffè Cucchi di Corso Genova. Laureata in architettura a Venezia, forte di una gavetta scandita da autoproduzioni di successo con il marchio Attico Design (da lei fondato nel 2012), Cristina è diventata una delle voci più interessanti e autorevoli del panorama internazionale. Dopo la direzione artistica di Bottega Nove e, a seguire, quelle di Fornace Brioni e Billiani, l'architetta si conferma una celebrità, acclamata dal grande pubblico e contesa dai brand più prestigiosi: Fendi e Sergio Rossi (in ambito fashion), Cedit, cc-tapis e Budri, oltre a quelli già citati, nell'universo arredo.
Anche nei mesi del lockdown Cristina Celestino non si è fermata, sviluppando nuove collaborazioni (con Ames, azienda tedesca dal cuore colombiano) e progetti: due sedute per Billiani assieme a un cotto per Fornace Brioni. Inoltre, ha lavorato al suo atelier, che ora svela in anteprima a Marie Claire Maison. Palette dominante: dal rosa cipria al ruggine, con incursioni vaniglia. Sfumature sempre originali, che rappresentano ormai la sua firma e trovano una perfetta espressione nelle suite di Palazzo Avino, gioiello dell'hôtellerie sulla costiera amalfitana rinnovato di recente. Nuance più solari ed estroverse caratterizzano, invece, la sua linea per Maison Matisse, collezione voluta dagli eredi del celebre artista. L'effetto ottenuto dalla designer è quello di un quadro: «Basta osservare: nel capolavoro Intérieur aux aubergines (1911) tutto è già presente, dalle tonalità alle texture».