L’entroterra delle Marche è un’armoniosa unione di colline, arte e tradizioni. Le maggiori coltivazioni sono quelle di frumento, viti e olivi, che danno origine a una cultura gastronomica a cinque stelle apprezzata in tutta Italia e nel mondo. Spesso, le antiche ville o dimore padronali presenti sul territorio, si trasformano in agriturismi che accolgono i numerosi visitatori in cerca di esperienze culinarie autentiche e a contatto con la natura. Tutte le stagioni hanno la loro peculiarità, ma noi amiamo particolarmente l’autunno: i colori accesi e caldi del tipico foliage autunnale fanno da suggestiva cornice ad un panorama unico.

Regione Marche ci porta in un viaggio alla scoperta del paesaggio e dei piatti tradizionali tipici delle sue province. Preparate la valigia, e le papille gustative.

Pesaro - Urbino

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Gola del Furlo, Ph Nicola Pezzotta

Le terrazze panoramiche della Riserva Naturale Gola del Furlo, in provincia di Urbino, con il borgo di Acqualagna, sono fra le bellezze più suggestive del territorio marchigiano. La gola, o passo del Furlo, è situata lungo il tracciato originario della via Flaminia, nel tratto in cui questa costeggia il fiume Candigliano. Si tratta quindi di un paesaggio estremamente particolare, che unisce l’asprezza delle pareti rocciose ad una varietà arborea e ampi prati e pascoli. Alcune specie rare di grande interesse naturalistico che si trovano qui sono: il citiso nero, lo spino quercino, il giaggiolo, numerose orchidee, il corbezzolo e il bagolaro.
Lo spettacolo del foliage, che si può ammirare in modo privilegiato dalle terrazze panoramiche situate sul monte Pietralata, è costituito per lo più da querceti, ornielli e pioppi, che d’autunno si sfumano in varie tonalità di rosso, giallo e arancio. Alla tavolozza dei colori non manca comunque il verde estivo dei numerosissimi lecci.

Prelibatezza che si trova nella provincia di Pesaro e Urbino è il tartufo, in particolare nelle zone limitrofe ai borghi di Acqualagna e Sant'Angelo in Vado. Il suo aroma è intenso, penetrante. Il tartufo è un fungo ipogeo, che vive sottoterra, si nutre delle sostanze che trova sulle radici di alcune specie di alberi a cui restituisce altre sostanze a loro necessarie. Quello di quercia è considerato il più buono, e viene usato per la produzione di diversi primi e secondi della tradizione marchigiana.

Sempre in provincia di Pesaro-Urbino c’è Urbania, l’antica Casteldurante, famosa per la sua produzione di maiolica sin dal Medioevo.

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Palazzo Ducale, Urbania

Il cuore della città è cinto da antiche mura e trova il suo centro in Piazza San Cristoforo. Risalgono all’800 la statua del santo della città e il Teatro Bramante. Ma anche Palazzo Ducale è fra le attrazioni principali: costruito interamente in cotto, attualmente ospita la biblioteca, fondata da Federico da Montefeltro, e il Museo Civico che vanta affreschi del 1300, mappe del Mercatore, una preziosa collezione Ubaldini di disegni e incisioni. I sotterranei del palazzo sono occupati dal Museo di storia dell’agricoltura e artigianato. Dal punto di vista geologico, Urbania vanta il prezioso GSSP, un sito di interesse geologico di rilevanza mondiale.

Ma veniamo alla cucina. Una straordinaria eccellenza locale è il crostolo: un piatto composto da pane preparato con uova e strutto (che somiglia a una piadina) e che accompagna saporiti salumi, pecorini ed erbe di campo. Il dolce che racconta le tradizioni culinarie di questi luoghi è invece il bostrengo (a base di riso e noci tipico della stagione fredda), da assaggiare insieme al vino di visciola o al vino santo.

Ancona

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Grotte di Frasassi, Genga (AN)



Nella provincia di Ancona, un luogo unico al mondo da visitare assolutamente sono le Grotte di Frasassi nel comune di Genga, un maestoso e imponente spettacolo della natura creato dall’erosione delle rocce 190 milioni di anni fa: oltre 10 mila ettari di flora e fauna (la più grande area protetta della regione Marche). Queste grotte sono state scoperte nel 1971 da un gruppo di speleologi, incuriositi dalla corrente d’aria che usciva da un piccolo foro nel terreno. Dopo alcune settimane di scavi, si resero conto di aver scoperto una cavità lunga almeno 100 metri, che allora venne rinominata La Grande Grotta del Vento.

Un altro luogo nella provincia di Ancona da non perdere è Loreto, considerata la culla della spiritualità marchigiana e una delle mete di pellegrinaggio mariano più importanti in Europa e nel mondo. Scrigno d’arte e cultura che porta con sé tracce di secoli di storia spiritual, Loreto è un gioiello tutto da scoprire. La Chiesa della Banderuola, la Scala Santa, i Camminamenti di Ronda, la Santa Casa di Nazareth, la Sala del Tesoro, il Museo Antico Tesoro della Santa Casa con una preziosa tela di Lorenzo Lotto sono le tappe da mettere in agenda durante una visita a Loreto.

Cosa mangiare? Data la vicinanza al mare, ottimi sono i piatti a base di pesce, come la zuppa di pesce misto chiamata Brodetto all'Anconetana, una delle tante versioni che si possono trovare nelle Marche, o ancora lo Stoccafisso all'Anconetana, la cui ricetta è tutelata dall'Accademia dello Stoccafisso.

Macerata

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Treia (MC), Piazza della Repubblica

Fra natura e storia, Macerata è fra le province più ricche delle Marche. Si può visitare l’abbazia di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra, esempio di architettura cistercense, con la sua riserva; poco distante entriamo nel meraviglioso Parco Archeologico di Urbisaglia.

Fra i suoi comuni scopriamo Treia, uno dei borghi più belli d’Italia: adagiata sul crinale di un colle, è abbracciata da uno scenario naturale suggestivo e da una cinta imponente di mura medievali. Entrando da una delle 7 antiche porte lasciatevi trasportare dall’atmosfera senza tempo dei suoi vicoli, fino ad arrivare alla scenografica Piazza della Repubblica. A forma di ferro di cavallo, si apre su un ampio balcone panoramico. Da qui la vista si perde in un orizzonte vasto di campi coltivati e dolci colline. Nelle giornate limpide potrete scorgere anche il Monte Conero e il mare.

Merita una visita l’Accademia Georgica che conserva un prezioso patrimonio librario con 14.000 volumi e l’Archivio Storico Comunale, fra i più antichi e completi delle Marche, con incunaboli, codici, sigilli e pergamene (una delle quali ha una lunghezza complessiva di 11,98 metri).

Dopo una mattinata passata alla scoperta delle bellezze della città, ci meritiamo una bella pausa gustosa. Non si può non assaggiare il calcione, un prodotto unico della tradizione culinaria treiese dal caratteristico sapore dolce-salato. Si tratta di un disco di pasta sfoglia, leggermente dolcificata, al centro del quale c'è un impasto di uova, pecorino, zucchero ed olio. Si può mangiare come spuntino, ma anche come dolce. Volete completare il pranzo? A Treia potrete gustare specialità gastronomiche tipiche del territorio maceratese come i vincisgrassi e il ciauscolo.

Fermo

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Campofilone, Fermo

Fermo è la provincia delle Marche che permette l’accesso al meraviglioso Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Qui, Amandola ha un centro storico adagiato su tre colli che si compone di sontuosi palazzi e graziosi vicoli. Sulla cima di uno dei colli si trova Piazza Umberto I (detta anche Piazza Alta), l’originaria piazza della città antica, che dà luogo a una skyline a 360°, con vista sul lato orientale del Parco Nazionale.

Nella piazza si erge il Torrione del Podestà e adiacente al torrione, il Teatro La Fenice, al cui interno si conservano addobbi con medaglioni e putti in stile neoclassico.

Amandola offre la possibilità di praticare passeggiate ed escursioni sui sentieri e nei boschi a piedi, a cavallo, con gli asinelli, in mountain bike o con le ciaspole durante la stagione invernale.

Fra un’escursione e l’altra, immancabile la tappa al Lago di San Ruffino. Per tutta la circonferenza del lago si snoda un percorso didattico a carattere naturalistico che è possibile percorrere a piedi, a cavallo o in mountain bike, e che offre la possibilità di conoscere ed ammirare da vicino le varie specie di piante, alberi e arbusti. Qui si possono anche fare numerose attività: gite in canoa, escursioni di kayak, barca a vela.

Cosa mangiare in provincia di Fermo? I maccheroncini di Campofilone: lunghi e sottili, assomigliano ai capelli d’angelo, ma sono una pasta all’uovo tipica del luogo. Secondo la leggenda popolare la tradizione del maccheroncino risale al 1400 e i primi documenti si riferiscono alla pasta come ai "capelli d’angelo", così sottili da sciogliersi in bocca”. Una vera goduria se preparati con il sugo tradizionale a base di ragù (salsiccia e manzo) e pecorino.

Ascoli Piceno

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Piazza del Popolo, Ascoli Piceno

Punto fermo di una visita ad Ascoli Piceno è il così detto "Salotto d'Italia", piazza del Popolo. Nel periodo Romano era lo spazio dedicato al mercato pubblico, in epoca rinascimentale diventò il cuore della città con le sue costruzioni più rappresentative, fra le quali Palazzo dei Capitani del Popolo; il suo aspetto attuale è stato rimodellato nel XVI secolo ed è sempre molto suggestivo. In particolare, di notte, le volte a mattoni dei loggiati, sorrette da una selva di colonne di travertino, si illuminano con i locali – che una volta erano vere e proprie botteghe medievali.

A lato del palazzo, e vicino alla Chiesa di San Francesco, si trova il noto Caffè Meletti, un’iconica istituzione ascolana. Un locale arredato in stile Liberty, dove sorseggiare un caffè corretto con l’Anisetta, liquore tipico della zona a base di anice, ideato da Silvio Meletti nel 1870 e prodotto per oltre un secolo nella bottega di famiglia.

Cosa mangiare in provincia di Ascoli Piceno? Uno dei piatti più tipici è il chichì ripieno, una focaccia gustosa e saporita farcita con tonno, alici, carciofini e peperoni, originaria del borgo di Offida, con una ricetta antichissima: gli offidani ci tengono molto alla conservazione del prodotto, senza alcuna variante. Non dimentichiamo le famose olive ascolane, che piacciono a tutti i palati. Altra specialità sono i funghetti dolci di Offida, un dolce tipico della tradizione marchigiana. Provate a prepararli e gustateli con un bicchiere di Passerina Passito.