“Galleria Colonna, 2 hours to go”. Punto e a capo. Iniziava come una lettera, aperta al mondo, il racconto liquido di Pierpaolo Piccioli su Instagram a una manciata di ore dall’inizio della sfilata Valentino Haute Couture 2021. Stringato, diretto, chirurgico, come il messaggio di cui sono intrisi gli abiti bustier, le reti di paillettes, i nodi di cachemire e i crêpeline seconda pelle dei 73 look che abitano la Galleria Colonna a Roma, oggi scenografia dell’Alta Moda di maison, ieri dimora patrizia che amava crogiolarsi nella sua stessa esasperazione barocca. “Questo è il qui e ora, questo è il futuro, nessuna separazione di genere, nessuna separazione affatto. Questa è la moda, questa è la couture”, un messaggio-proemio del Nuovo Umanesimo divulgato da Piccioli di défilé in défile, un messaggio-sintesi dei codici e valori della Maison, un messaggio-epilogo di vecchi adagi su cui si posava e riposava la moda che non è riuscita, non ha voluto, forse, stare al passo con i tempi. Ed è proprio qui che, l’opera di Pierpaolo Piccioli diventa un enorme tasto rosso dalla scritta RESET, da schiacciare con forza, per riprogrammare i tempi e i (de)corsi della moda oggi. Quello di Valentino è un guardaroba che disegna e dischiude possibilità, che apre all’espressione intima e personale del sé, dove il genere è relativo, l’umano è assoluto.

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courtesy of Valentino
Abito drappeggiato di bourette chocolat e habotai avorio, profondo décolleté sulla schiena.

Plasmati sulla persona, dichiaratamente crossgender, gli abiti Valentino Primavera Estate 2021 sono gli aprifila della prima Haute Couture di maison indossata non solo da donne. Il mosaico che compone il nuovo codice di Valentino, da qui il titolo della sfilata Code Temporal, si fa sempre più fitto di tasselli, strati densi e compatti, sfumature senza contorni o perimetri, caratteristiche che si fondono con la musica dei Massive Attack, colonna sonora dello show con il trip hop di Ritual Spirit. Ma la liaison di Pierpaolo Piccioli con la band di Bristol non si scioglie fermandosi alla côté musicale, continua attraverso la collaborazione-dialogo con Robert Del Naja, frontman del gruppo (e, secondo molti, volto dietro il nom de plume Banksy). Per l’occasione, il musicista e writer britannico ha realizzato un documento completo, indipendente dallo show, del lungo processo di atelier e delle persone che hanno realizzato i singoli capi. Un corto d’autore, svelato il prossimo 29 gennaio, in cui le informazioni sul making of della collezione, i volti delle maestranze, gli shooting fotografici, i time lapse del work in progress sui busti da sartoria sono diventati sequenze algoritmiche elaborate e musicate da un device intelligente, istruito da Mario Klingemann, fra i pionieri del movimento della realtà aumentata nell’arte. “Quello che state vedendo è il risultato di mesi, giorni, ore di lavoro, da parte di un team di professionisti incredibilmente talentuosi, esseri umani speciali che compongono l’Atelier Valentino”, continua così la lettera di Pierpaolo Piccioli su Instagram. “Sono orgoglioso di quello che abbiamo realizzato, sono orgoglioso della squadra che ho a fianco, con loro tutto è possibile. L’essenza della moda sta nelle persone che la immaginano, che prendono un tessuto e lo trasformano, lasciandosi trasformare a loro volta, come in uno scambio reciproco dove ogni cosa è nuova vita”.

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Abito a rete di cotone grège ricamato con perle argento e strass. Combinaison di georgette stretch ton-sur-ton.