Quando uscì nei cinema Match Point di Woody Allen, un’amica che era andata a vederlo mi disse: «Sì, carino Jonathan Rhys-Meyers. Ma chi è quello stupendo spilungone molto british che fa suo cognato? Ma sì, quello fidanzato con Scarlett Johansson? Be’, quello sì che è sexy». Fu così che Matthew Goode entrò nell’immaginario delle cinespettatrici: come Tom Hewett, bello, ricco e giovane londinese, scelto da Allen proprio perché, tra tutti gli aspiranti alla parte, lui era quello con l’aria più naturalmente posh (tant’è che è stato per un paio d’anni il testimonial di Hackett, griffe di riferimento per i maschi dell’upper class).

Solo che lui, Matthew Goode, classe 1978, nato nella contea inglese del Devon e cresciuto a Exeter, di aristobrit non ha praticamente niente. È figlio di un geologo e un’infermiera, condisce volentieri la conversazione con espressioni da pub più che da salotto, e chissà cos’avrebbe fatto nella vita se la madre non fosse stata una sfegatata patita di teatro. Di più: una regista teatrale, di piccole produzioni certo, ma abbastanza esperta da riconoscere nel più piccolo dei suoi 5 figli un talento da attore. E incoraggiarlo di conseguenza a recitare in qualche (ma il piccolo Matthew aveva la tendenza a «diventare rosso come un peperone, ero timidissimo»). E poi a studiare sul serio, prima a Birmingham, poi alla Webber Douglas Academy di Londra, quella che ha laureato attori come Terence Stamp, Angela Lansbury, MinnieDriver e Rupert Friend.

E adesso eccolo qua. Un inglese a Hollywood. Passato da “quello che faceva il fidanzato di Scarlett in Match Point” a “quello che fa il compagno di Colin Firth in A Single Man di Tom Ford” (anche qui, una parte da attore non protagonista, che però si fa ricordare). E prossimamente candidato a diventare “quello che fa innamorare Amy Adams in Leap Year (Una proposta per dire sì)”, commedia sentimentale on the road diretta da Anand Tucker, nei cinema dal 9 aprile. Matthew interpreta un trasandato ma adorabile irlandese che soccorre l’americana Adams (quella di Julie & Julia, Il dubbio), volata a Dublino (ma atterrata in tutt’altra parte dell’isola) per inseguire il reticente fidanzato e chiederle di sposarla, grazie a un’antica tradizione irlandese secondo la quale il 29 febbraio di ogni anno bisestile spetta alle donne di fare la proposta di matrimonio.

«Non mi stupirei se un sacco di gente dicesse che questo è uno dei peggiori film del 2010», mi annuncia sorridendo. Goode è famoso per la sua brutale sincerità, è l’incubo di qualsiasi press agent. Non resiste al fascino di una battuta, non risparmia nessuna polemica. Mi stupisce presentandosi in versione Windsor, un vero gentleman, con gli occhiali da vista, un completo di taglio classico, la sigaretta tra le dita. Il classico sorrisetto che gli spunta sulla bocca preannuncia però che a intervistarlo ci sarà da divertirsi. Meglio cominciare da qualche argomento poco pericoloso.

Ha cambiato aspetto mr. Goode. Ah, il mio nuovo stile. Sì, mi sono tagliato i capelli, sono leggermente più clean cut. Effettivamente sin da quando avevo dodici anni la mia toeletta quotidiana ha sempre seguito la stessa routine: infilarmi una maglietta, un paio di jeans possibilmente puliti, e cercare dit enere i capelli più incollati possibili alla testa. Si vede che arrivato a 31 anni avevo voglia di cambiare.

Cambio dovuto a? Be’, un anno fa sono diventato padre. Suona come una buona ragione, no?!

L’ultima volta che ci eravamo visti, Matilda Eve non era ancora nata... Ed io ero alle prese con i cambi di umore della mia fidanzata. Fortunatamente adesso Sophie è di nuovo quella di prima e ha anche ricominciato a bere. La nostra vita è dolce e meravigliosa al momento.

Già allora lei parlava di sua figlia con un entusiasmo mai visto. A dimostrazione di quanto poco ero consapevole che la mia vita si sarebbe trasformata in un inferno!(ride) In realtà Matilda è davvero brava, dorme molto e non fa quasi mai i capricci. Una fortuna che non puoi neppure pensare di condividere con altre coppie di amici con figli, se non vuoi che ti odino ferocemente.

O che comincino a spiegarti che il prossimo invece ti farà dannare... Non parliamo del prossimo ancora, la prego. Sono appena rientrato in azione e sono felice. Non ce la fareia sopportare di nuovo tutti quei cambi d’umore.

La cosa più sorprendente dell’essere padre? Rendersi conto che quel fragile essere umano dipende da te. Così, se la sera la piccola è ancora viva vuol dire che è andata bene!

La sua compagna è un’attrice? No, ringraziando il cielo no. Non potrei mai sopportare che mi dicesse che sta per girare un film con Brad Pitt. È una persona normale ed è fantastica, lavora nel business della moda ma non mi chieda di spiegarle cosa fa esattamente, perché Sophie me l’ha raccontato un milione di volte e io non l’ho ancora capito. Per lei percorrerei centinaia di migliaia di chilometri.

Dove ha trovato questa meraviglia? Sul mio tappetino di casa. Letteralmente. Era un’amica della mia vicina e stava suonando il suo campanello. Io ero lì e sono rimasto folgorato. Una visione. È successo tanti anni fa.

Se la sua fidanzata è una persona normale, lei cos’è? Anormale?! A dire il vero sono abbastanza normale, per essere un attore. Dov’è finito tutto il romanticismo che questo mestiere aveva un tempo? Le sbronze, le liti, lo stile di vita sopra le righe,la libertà di essere estremo, di dire quello che pensi, magari anche di confessare che il film che hai appena finito di girare è una vera schifezza...

Come quando ha criticato la produzione di AS ingle Man perché sui poster hanno messo Julianne Moore accanto a Colin Firth? Ce l’avevo con il rischio che la gente, vedendo il poster, fosse portata a credere a quella come una storia d’amore etero, e non gay...

Chi bacia meglio, Colin Firth o Amy Adams? Perché mi vuole mettere sotto pressione? Tutti e due sono molto bravi.

Lei è estremamente credibile nel ruolo del compagno, in entrambi i casi. La ringrazio. Sono i miei baci a fare la differenza (risata).

Sa bene che una volta azzeccata una commedia sentimentale, è praticamente fatta. Intende dire che se Leap Year dovesse avere successo, la mia carriera è finita?!

Intendo dire che a quel punto sarà nei sogni di ogni donna che vuole essere salvata... Non so se sono pronto. Be’, sarebbe fantastico. In fondo sto ancora aspettando che arrivi il successo, quello vero. Quello per cui cominci a guadagnare sul serio. Molti miei amici pensano che io sia diventato ricco e invece i miei cachet sono un bel po’ lontani da quelli delle star. Si figuri, in passato sono riuscito a prendermi delle pause per qualche tempo solo perché il mio agente, Simon Beresford, mi aveva prestato i soldi per l’affitto.

Come si fa a capire che un film avrà successo? Non si fa. Si spera ogni volta di aver scelto bene, ma non si ha mai la certezza che una buona sceneggiatura diventerà un bel film. Io cerco più che altro di non fare sempre la stessa cosa. Da Match Point sono passato a un thriller, The Lookout (con Jospeh Gordon-Levitt), poi un dramma in costume (Ritorno a Bridshead, con EmmaThompson e Ben Whishaw), un film di supereroi (Watchmen), e adesso ho appena finito una commedia ambientata negli anni 70 in una compagnia di assicurazioni, Cemetery Junction, con Ricky Jervais e Ralph Fiennes. In fondo mi diverto. E lavoro con attori pazzeschi: Colin Firth, Amy Adams...

A proposito della Adams: una donna che fa una proposta di matrimonio è... Pazza?! Credo sia la risposta corretta. Una donna che lo fa, sta evidentemente cercando di spingere il fidanzato a compiere un gesto per il quale lui non si sente ancora pronto, o che non vuole fare per qualche altra ragione. Io ad esempio sono un tipo all’antica. Quando arriverà il momento sarò io quello che fa la proposta. Sono convinto sia meglio aspettare ed essere certi che la persona che ci sta accanto è quella giusta invece di affrettarsi a chiederle di sposarti solo perché è brava a letto.

D’altra parte spesso gli uomini si adagiano nelle situazioni. Frasi come «stiamo bene così, in fondo siamo già una coppia», non le dicono nulla? Forse all’inizio è così. Gli uomini in fondo sanno che è sempre la donna a portare i pantaloni nella coppia. Per questa ragione, care signore lasciateci indossare almeno una gamba: quella con la quale ci inginocchieremo per chiedere la vostra morbida mano!

Mi dica tre cose che non riesce a sopportare nelle donne. I ritardi. Li detesto. A nessuno piace stare seduto mezz’ora al bar ad aspettare mentre vi mettete il dannato makeup. È tutto in realtà. Tre cose mi sembrano davvero tante.

Sicuro? Sì, anzi no. Non sopporto le donne che cercano di rimorchiare gli uomini sposati sapendo che sono sposati. Per favore, non fatelo.

Perché non è morale? Perché siamo deboli. E terzo, l’alitosi. È spiacevole. Meglio mangiare un chewingum. Lavarsi i denti. E poi magari bere un bel drink, quello uccide tutto.

Il posto più romantico per una proposta di matrimonio? L’isola di Smeraldo, l’Irlanda. Sia per lo scenario che per la birra. E per la gente, adoro gli irlandesi e come sanno rilassarsi. È anche, naturalmente, un posto fantastico per girarci un film, uno dei motivi per cui ho accettato di fare Leap Year è che potevo tranquillamente tornare a casa, a Londra, nel weekend, dalla mia bambina.

Un’ultima domanda: vista la quantità di film americani in cui recita, ha mai pensato di trasferirsi negli Usa? Il mio agente americano me lo chiede ogni giorno. Ma a Los Angeles impazzirei nel giro di una settimana. Seriamente, chi ha voglia di finire in un rehab?