Il suo viso di porcellana adesso è ovunque, copertine di riviste, cartelloni pubblicitari sul Sunset Boulevard. Ma i suoi primi fan la ricordano ancora con affetto in Mean Girls (dove si era presentata per la parte che poi è stata di Lindsay Lohan), nel ruolo di Karen, svampitissima bellezza liceale a cui facevano dire battute del tipo «se vieni dal Sudafrica come mai sei bianca?», e che era capace di fare le previsioni del tempo utilizzando come barometro uno strumento anomalo: il suo seno. «Se non fossi diventata un’attrice avrei studiato meteorologia, sono letteralmente affascinata dai cambiamenti atmosferici», mi assicura sorridendo, e non capisco se fa sul serio o mi prende in giro.

È il bello di Amanda Seyfried: non è ancora una star, non ti risponde a monosillabi, non ti snocciola frasi imparate a memoria come un candidato alle elezioni preparato a dovere dall’ufficio stampa. E non è neppure un’esordiente, non in senso tecnico. Ha all’attivo piccole apparizioni in serie tv (All My Children, Law & Order, Csi, Veronica Mars). Poi è arrivata quella importante: Big Love, sulla famiglia poligama di un mormone con tre mogli (lei è la figlia maggiore, Sarah). Dal 2004 in poi ha recitato in un pugno di film uno meglio dell’altro: Mean Girls, seguito da Nine Lives, affresco al femminile firmato da Rodrigo García (figlio dello scrittore Gabriel García Marquez) e Alpha Dog, bellissimo e crudo dramma adolescenziale di Nick Cassavettes (dove lei era la ricca e inquieta fidanzata teen di Justin Timberlake).

Ne ha fatte di cose prima di arrivare alla grande occasione: Mamma Mia!, film record di incassi dell’estate Usa (nelle sale italiane arriva il 3 ottobre), tratto dall’omonimo musical di successo di Broadway, ispirato all’omonima canzone degli Abba. Ma col pop svedese la storia non c’entra niente: siamo su un’isola greca dove la giovane Sophie (Amanda) sta per sposarsi e vuole farsi accompagnare all’altare dal padre. Per farlo dovrà prima scoprire chi tra Colin Firth, Stellan Skarsgård e Pierce Brosnan (i tre storici fidanzati di sua madre, interpretata da Meryl Streep) è effettivamente suo papà. «Ho fatto un sacco di audizioni, lavorato tantissimo sulla musica e sul ballo, per essere presa in considerazione. In finale però penso di avere avuto la parte perché io sono Sophie», mi dice, con la sicurezza di un Flaubert che sentenzia «sono io madame Bovary».

Però Amanda è disarmante: «Sophie è appena una ragazza, entusiasta di tutto, piena di vita, e anch’io mi sento così». Seduta di fronte a me in un albergo di Vancouver (dove sta girando Jennifer’s Body, un horror scritto dalla sceneggiatrice di Juno, Diablo Cody), parla quasi sussurrando, strizzata in un paio di jeans: la sua seconda ossessione dopo la meteorologia. «Li colleziono. Ne ho decine, ma non aggiungo altro perché qualche tempo fa è uscita un’intervista dove mi facevano parlare quasi solo di jeans, sembravo una pazza».

Comunque, stretta in uno dei suoi cento jeans la ventiduenne attrice sta dando la scalata al successo. Meritato se si tiene presente che ci lavora da diversi anni. «Ho persino studiato opera, andavo a lezione di canto ogni settimana. A 11 anni volevo recitare in uno show della televisione locale di Allentown, in Pennsylvania, dove sono nata. Adesso mi sembra così sciocco... All’epoca mia cugina faceva la fotomodella a New York, e ho deciso di seguire i suoi passi. Prendevo il bus e in un paio d’ore ero a Manhattan, armata del book con le foto; ricordo il primo ingaggio, era per la copertina di un libro. A 14 anni ho iniziato a presentarmi ai casting di Broadway. Quanti rifiuti... Tornavo a casa piangendo di nascosto sul bus».

Ma non sono riusciti a smontarla, altrimenti non saremmo qui a parlare di Mamma Mia!

Quando ho saputo di aver avuto la parte mi sono messa a gridare, ho chiamato nell’ordine mia sorella, il mio fidanzato dell’epoca (Emile Hirsch, l’attore di Into the Wild, con cui si è lasciata proprio durante le riprese in Grecia, ndr.), infine i miei genitori. E poi sono andata a dormire felice. Avevo solo un tarlo in mente, riguardo al fatto di passare tanti mesi lontana da Emile. Ma visto come sono andate le cose... Be’, meglio così.

È mai stata un’appassionata della musica degli Abba?

Nooo... Conosco solo Dancing Queen, l’ho sentita quando avevo tredici, quattordici anni, tutto lì.

E i suoi genitori?

Loro assolutamente sì. Mio padre li ascolta tutt’ora, mia madre invece è più il genere hippie, preferisce il folk rock.

Hippie come Donna (Meryl Streep nel film)?

Esatto. Ricordo quando mia mamma è venuta a trovarmi insieme a mia nonna mentre giravamo. Ero un po’ preoccupata dell’incontro tra lei e Meryl, che recita appunto il ruolo di mia madre ed è... Be’, è Meryl Streep: la più grande attrice vivente. Gigantesca. Mia mamma invece è così piccola, anche di statura, che mi faceva tenerezza, mi veniva voglia di proteggerla.

Com’è stato l’incontro con la più grande attrice vivente?

Sapevo già che con lei si lavora bene. Quello che non immaginavo era che ci saremmo frequentate anche fuori dal set. È nota per essere una super professionista che fa centro qualsiasi cosa si metta in testa di fare. Mi ha aiutato a calmarmi quando non mi sentivo pronta, mi ha insegnato a non essere passiva, mentre io ho la tendenza a farmi dire sempre come devo muovermi. Mi ha instillato il rispetto per questo lavoro e per il lavoro degli altri. Anche quando lo devi fare con addosso un vestito da sposa che si impiglia in ogni arbusto che incontri.

Preferirebbe qualche altro genere di abbigliamento?

Mi piacerebbe recitare nuda a Broadway, sarebbe un’esperienza liberatoria. Sarà che l’educazione negli Usa è così bacchettona, ma io sono una fan del nudismo e voglio provarlo. Certo mia madre non ne è molto felice. E mio padre ancora non lo sa. Chissà come reagirà quando vedrà la scena di sesso tra me e Megan Fox in Jennifer’s Body.

Ha preso lezioni di strip da Diablo Cody?

Di più, sono andata con lei in uno strip club, quando giravamo a Toronto, per vedere com’è. Ma dopo che lei mi ha raccontato che vita fanno le ragazze, come vengono trattate, penso che non ci metterò mai più piede.

Certo che le piace sfidare le convenzioni, almeno nella finzione. Penso alla sua famiglia mormone poligama in Big Love.

A volte rimango così imprigionata nella finzione televisiva che dimentico che queste cose accadono davvero. È stato uno shock leggere sui giornali della comunità di poligami scoperta in Texas. Ho pensato: «Cavolo, succede davvero e non è divertente, non è bizzarro, è solo terribile». Nella finzione la poligamia non sembra così folle. Poi però leggi di queste comunità dove sono permessi i matrimoni con i figli ed è disgustoso. Io non potrei mai condividere mio marito con altre. Vorrei essere unica, la cosa più importante al mondo per lui. Un uomo può anche amare tre donne contemporaneamente, ma non credo che possa amarle tutte con la stessa intensità.

A proposito di amori, hanno detto che tra lei e Dominic Cooper, suo fidanzato in Mamma Mia!, c’è stata una love story.

Figuriamoci. Mi attribuiscono flirt con tutti i ragazzi con cui recito. Era successo anche con Justin Timberlake all’epoca di Alpha Dog. E anche allora non c’era niente di vero.

Torniamo un attimo al vestito da sposa. Il suo come dovrebbe essere?

Anni fa avevo ritagliato le foto di due abiti che mi piacevano molto; darei qualsiasi cosa per ritrovarli adesso. Tanto so che quando mi sposerò sarà in una foresta, con un semplicissimo vestito bianco. E non ci sarà nessuno a parte me e il mio sposo.

E coi paparazzi come la mettiamo?

Sono stata alla festa di compleanno di Diablo Cody alla Playboy Mansion, c’erano un mucchio di celebrities, Courtney Love che cantava, gente che si puliva il naso dalla coca. Non ci sono rimasta molto. Ho capito che non voglio finire sui giornali perché mi arrestano mentre guido ubriaca. Basta non fare la preziosa e non farti mai pescare che mostri il dito alzato, e i paparazzi se ne andranno a cercare qualcun altro.