Dubbio che assale più o meno alla terza pagina di Zone umide: è proprio necessario leggerlo tutto? No perché magari le emorroidi a cavolfiore non rientrano nella lista degli interessi primari di un adulto sano, o perlomeno sprovvisto di emorroidi. Eppure si va avanti. E ci si imbatte nel paragrafo in cui la protagonista del libro, Helen, 18 anni, ricoverata in ospedale in seguito alle lesioni dovute a una depilazione perianale un po’ troppo frettolosa, spiega che quelle sull’igiene intima femminile sono tutte storie. Per dimostrarlo a se stessa e al mondo, da quattro anni il suo organo sessuale instaura con le tavolette dei water pubblici una relazione molto simile a quella dello straccio che le pulirà a fine giornata. Molto simile ma più accurata. Qualcuno potrebbe non aver afferrato il concetto ma ci rifiutiamo di esplicitarlo meglio. L’unica che può farlo è Charlotte Roche, l’autrice del libro (in Italia uscirà per Rizzoli fra un mese, e lei verrà a presentarlo).

Trentenne di origine inglese cresciuta in Germania, è stata una vj per il canale Viva. Poi si è messa a scrivere e presentare talk show molto amati (nel 2004 le hanno fatto vincere il Grimme Prize), e fino a un anno fa rappresentava solo un volto di punta della tv intelligente tedesca. Senonché un bel giorno ha sentito il bisogno di scrivere Zone umide. Che il romanzo si sia fiondato in testa alle classifiche nazionali, rappresenti il primo libro tedesco della storia a sbancare su Amazon e stia suscitando un vespaio di reazioni schizzoidi, in fondo è un effetto molto prevedibile. Il cuore del fenomeno: una donna è riuscita a parlare del corpo e del sesso femminili come nessuno mai.

Provate a pensare al segreto più intimo e imbarazzante della vostra fisicità, che riguarda il vostro specialissimo modo di masturbarvi, o un odore, una secrezione, un escremento. Ora immaginate che il segreto sia messo sotto una lente di ingrandimento implacabile, che ne fa risaltare i dettagli, anche quelli invisibili per voi. E infine che sia servito su un piatto d’argento a oltre mezzo milione di lettori del vostro paese. Leggere Zone umide fa questo effetto, un libro simile dovrebbe sottotitolare: “Prove fisiologiche dell’esistenza di sé”.

È un po’ come guardarsi in pubblico in uno specchio che riflette il proprio lato troppo umano: Charlotte Roche ha spostato in avanti il significato della nudità. Invece che senza vestiti, la sua protagonista se ne va in giro senza profumi per esaltare la fragranza del suo smegma (se ne mette anche qualche goccia dietro l’orecchio). La verità sensoriale del suo (nostro) corpo è così insopportabile che a tratti si fa sensuale e liberatoria.

Per molti l’autrice è una neo femminista. A noi pare più appropriato dire che ha inventato una forma di emancipazione femminile da conquistare sul fronte interno, cioè intimo. Però, nell’incertezza, meglio fare questi discorsi direttamente con lei.

Tu charlotte, non ha mai pensato di aver esagerato, che stava togliendo al corpo anche l’ultimo residuo di mistero?

Per una donna il mistero del corpo è diventato una grossa pressione. Basta pensare al lavorìo che sta dietro al primo appuntamento. Il risultato finale deve essere sexy, e sexy vuol dire: depilazione perfetta, alito fresco, eliminazione radicale di qualsiasi secrezione. A un corpo sexy non è concessa alcuna disfunzione e alcuna funzione fisiologica, neppure andare in bagno. E invece credo che fare l’amore con un uomo significhi proprio il contrario: ciò che riteniamo disgustoso in realtà è semplicemente umano. La gente odia associare il sesso agli umori, ma gli umori sono ciò di cui è fatta la vita.

Non si è autocensurata?

Mentre scrivevo ho cercato di dimenticare che il libro sarebbe stato letto. Sono stata più libera che ho potuto, onesta come se si trattasse del mio diario segreto. Quando mi è capitato di pensare alla pubblicazione, ho avuto paura che mi potessero bandire, che non mi fosse permesso scrivere tutto questo, e che per il fatto che ero una donna le reazioni sarebbero state molto violente.

E in realtà come sono state?

Una mobilitazione di massa. Per più di un mese sembrava che fossero andati tutti fuori di testa. Molti giornalisti si sono rivolti a me in modo aggressivo. Ma la gente, per strada, era gentile. E sì che all’inizio temevo mi avrebbero menata.

Cos’è precisamente la volgarità? e in cosa consiste l’intimità?

Ho scoperto uno strano rapporto tra i due concetti. Molti mi hanno raccontato di non essere riusciti a finire Zone umide perché troppo imbarazzante, davvero vergognoso. Poi sono venuti a un reading in cui lo leggevo io, e l’hanno trovato indolore. Le cose schifose e scioccanti, pronunciate da me diventavano piuttosto carine e facili da affrontare. Il fatto paradossale è che ciò che viene descritto risulta disgustoso proprio quando la gente legge nella sua intimità, con la sua voce interiore. La volgarità risiede spesso nella nostra mente.

Cos’altro accadeva nei reading?

Erano soprattutto giovani donne, diciamo tra i venti e i trent’anni, a partecipare. Avevano già letto e apprezzato il libro. Ma quando si trattava di entrare nel merito, di parlare delle parti che le avevano colpite di più, si buttavano tutte sulla depilazione, su quanta fatica richieda “tenere a posto” il corpo femminile. I giornalisti uomini mi hanno confessato che la maggior parte dei passi del libro gli ha procurato notevoli erezioni. Non una giornalista donna mi ha detto una cosa simile, nemmeno per i brani sulla masturbazione. Tutta questa storia che siamo emancipate e affermiamo cosa vogliamo è falsa. Erano sedute lì, giovani giornaliste di successo sicure di sé, e non avevano il coraggio né di dire che si erano eccitate, né di raccontare il reale effetto che il libro aveva avuto su di loro.

Lei si sente emancipata?

Assolutamente no. Tutti credono che l’autrice di un libro come questo debba essere ovviamente un tipo molto cool, totalmente libero e disinibito. La gente qui in Germania è convinta di sapere cosa faccio sessualmente dalla mattina alla sera perché sa cosa fa Helen. Ma io non sono Helen! Lei è solo come mi piacerebbe essere, rappresenta una specie di mia eroina. Tutto ciò di cui parlo nel libro riguardo alla sessualità ha a che fare più o meno direttamente con dei problemi che ho. Mi manca sicurezza in un sacco di aspetti della mia corporeità. Helen fa ciò che io non oserei fare.

Come si fa a godersi il sesso al 100%?

Si deve invecchiare un po’. Ed evitare per quanto possibile le notti da una botta e via. Avere a lungo lo stesso partner è indispensabile per evitare la noia della ripetitività. Quanto al piacere, ci vuole parecchia conoscenza reciproca per andare lontano.

Un altro consiglio bonus?

Dimenticarsi completamente di come si sembra.

Tra lei ed Helen cosa c’è in comune?

La biografia è praticamente identica: anche i miei genitori come i suoi hanno divorziato quando ero piccola. Ho provato la stessa sensazione continua di dolore e lo stesso desiderio ossessivo che tornassero insieme. Gli ho sempre detto che nel momento in cui fossero stati vecchi e gravemente malati tanto da dover restare a letto e io avessi dovuto occuparmi di loro, li avrei messi in un matrimoniale insieme, e lì sarebbero restati fino al giorno della loro morte.

A proposito di genitori, come hanno preso il suo libro d’esordio?

Questa è stata la faccenda più complicata. Quando Zone umide ormai era pronto, ho detto a mio padre e a mia madre che non avevano il permesso di leggerlo. Che parlava di una donna che si masturbava tutto il tempo e non gli sarebbe piaciuto. Mi hanno promesso che non lo leggeranno mai. Molti si stupiscono di questo mio pudore, ma io non sono pronta a parlare di masturbazione con mio padre, e con tutti quei dettagli.

A un sex toy Helen preferisce un seme d’avocado. perché?

Helen sa cosa vuole e come fare per ottenerlo. I sex toys non sono altro che cliché sessuali e tu ti ci devi adattare. Ma dovrebbe accadere il contrario, che tu trovi i modi che vanno bene solo a te. La masturbazione è un atto creativo. Ho cercato parole nuove per ogni elemento sessuale femminile e per ogni azione proprio per uscire anche dai cliché linguistici. E poi mi piace l’idea che chi ha letto il libro non potrà più guardare un seme d’avocado senza pensare al sesso.

La cosa più disgustosa per lei?

C’è un odore che odio: ha presente quando si sciacqua la vasca da bagno e poi si deve pulire il filtro dello scarico, che è pieno di peli e altra poltiglia? Detesto quel tipo di puzza. Mentre la cosa peggiore che ho visto è stata da bambina. Nel mio quartiere viveva un uomo con un neo enorme, grande come metà faccia, che pendeva. Ne ero terrorizzata.

Come parlerà di sesso a sua figlia?

Ora ha cinque anni ma ho già cominciato, è nell’età in cui si chiede come arrivano i neonati. È difficile parlarne ai tuoi figli. Abbiamo dei libri per bambini a casa, spiegano queste cose, ma leggerli a mia figlia è imbarazzante. Per cui capisco cosa può portare dei genitori a non parlare di anticoncezionali e precauzioni a ragazzi adolescenti: se non ti sei sforzato di farlo prima, poi è come se diventasse troppo tardi, non ce la fai.

E quando inizierà a uscire coi ragazzi?

Spero di fare in tempo a dirle che non deve accettare niente che non le vada a genio. Le donne soprattutto giovani pensano di dover essere disposte a tutto: per essere cool, mai dire no. Spero anche di essere una madre tale per cui qualunque idiozia mia figlia possa combinare, sarò lì per aiutarla. I miei tabù li dovrò superare con lei, perché se un genitore ha un tabù, suo figlio tendenzialmente sarà l’ultima persona disposta a liberarsene serenamente.

Come risponde a chi le dà della pornografa?

Che penso solo di aver raggiunto con le parole delle zone così segrete che prima non avevano definizione.

Cosa eliminerebbe dagli scaffali del supermercato, reparto igiene personale?

I salvaslip profumati, detergenti e deodoranti intimi, tutti i profumi.