Provate a dire alle amiche che andate a New York a intervistare Matthew McConaughey. L’effetto è unanime. Un distillato di meraviglia unito al più perfido dei dubbi: «Ma sarà veramente così figo (le varianti si sprecano...). Traducendo dall’inglese, la risposta è “quel che vedi è quel che prendi”: faccia da sciupafemmine e fisico da surfista.

Ma la pigliatutto è Camila Alves, modella brasiliana di scarsa fama ora invidiatissima dalle donne di tutto il mondo. Il single irriducibile, passato tra le altre dal tornado Penélope Cruz, diventerà papà (non perdersi l’annuncio dato sul diario del sito matthewmcconaughey.com il 15 gennaio scorso). Auguri ai felici futuri genitori, possiamo tornare nel mondo dei sogni.

Grazie a Dolce&Gabbana che hanno scelto il ragazzo texano, ma ha 38 anni, come testimonial del nuovo profumo The One for Men. «Volevamo un uomo deciso per questo ruolo. Sicuro di sé, carismatico, atletico, sensuale ed elegante. Uno che sapesse giocare con la propria vanità, un seduttore dotato di autoironia!», dicono i nostri stilisti.

Ci siamo. Ma una piccola delusione c’è: Matthew risponde alle domande ma non si concede al faccia-a-faccia e ha un publicist iper-protettivo. Sorride con generosità, ma con sottile timidezza. Ha mani bellissime e una voce profonda con l’accento del Sud. Viene dal grande Texas ma non ha molto in comune con i tipi alla J.R. Ewing o la versione moderna incarnata da G.W. Bush. Parla come un personaggio di Cormac McCarthy, ma senza la loro sofferenza. Cresciuto con una madre che gli ripeteva: «Non mentire. Non dire “non riesco a farlo”» e che gli ha instillato i valori di una volta. Così ci si ritrova davanti uno che sta bene con i maschi, ma che dà l’impressione di essere un gentleman con le donne. Forgiato dalle sue radici anche nel senso estetico:

«Sono cresciuto in un’area rurale, faceva molto caldo. Io e i miei fratelli avevamo soltanto due paia di jeans. Ci vestivamo in modo pratico. E poi avevamo un vestito buono per andare a messa la domenica».

Le sue possibilità sono cambiate dopo il successo a Hollywood. «Sono più consapevole dell’importanza della moda. Amo il khaki e i colori della terra, uniti al nero. Devi scegliere i toni che stanno bene con la tua pelle. E non mi dispiace indossare un tuxedo la sera. Tutto dipende da dove mi trovo. L’anno scorso ho praticamente vissuto soltanto l’estate, sono stato a lungo in Australia ».

Felice della sua nuova liaison con Dolce&Gabbana, perché ama il loro mix “hip e classico”, si è anche divertito a girare lo spot con Jean-Baptiste Mondino a Parigi (musica di Miles Davis). «È una nuova esperienza per me, non farei pubblicità se non fosse in sintonia con chi sono e il mio stile di vita. Non potrei fare il Marlboro Man perché anche se è cool, io non sono un fumatore e non voglio essere associato alle sigarette».

La campagna di The One for Men lo riporta invece ai problemi quotidiani di una celebrity. Ovvero: come seminare i paparazzi e rifugiarsi solo soletto (in compagnia dell’elisir speciale) nella propria stanza d’hotel.

«Ti danno la caccia soltanto se tu ti metti a correre. Io non ho problemi. A New York cammino normalmente per le strade e nessuno mi disturba. Qui la gente ha sempre una meta, sa dove sta andando».

La scelta di Matthew McConaughey come testimonial per un profumo è apparsa strana dopo che lui aveva dichiarato di non farne uso per non assomigliare a qualcun altro (per la cronaca: nella stessa intervista diceva di non indossare deodoranti e underwear). Domanda d’obbligo sulla conversione alle fragranze. Se la cava dicendo: «Non ne ho mai avuta una, ma mi piace questa e la indosso».

L’hai fatto per soldi insinua sfacciatamente qualcuno: «Profuma di buono (ride) e comunque ne metto poca perché non sono abituato». Il suo odore preferito è quello del deserto. «Le sue piante e gli animali, la notte quando i fiori sbocciano. E poi amo gli aromi della cucina, le erbe, l’aglio, mi piace stare ai fornelli. Quello che invece mi ricorda casa è il caprifoglio, un rampicante che cresce in Texas vicino ai fiumi e ha in sé una goccia di miele».

Ammette di non usare profumi per sedurre. «Nooo, ma il naso è il primo dei sensi e la storia dei feromoni è importante. Se l’olfatto non è soddisfatto non funziona...». Alla fine ritiene comunque di essere una buona scelta di testimonial. Ci crede a questa storia che un attore possa “consigliarti” bene.

Chi avrebbe spinto lui all’acquisto? «Steve Mc Queen. Era sempre cool e aveva consistenza. Essere cool è grande, meglio che essere famosi. Conosco dei tipi cool che non sono celebri e celebrity che non sono cool...».

Insinuo che è stato scelto da Dolce&Gabbana perché vogliono spingere le donne a comprare e lui dice: «Perché no, ma io ho buon rapporto anche con il mondo maschile».

Anni fa aveva dichiarato che amava le donne, ma non riusciva a capirle. «Rimangono un grande mistero », ammette ridendo. «Non le ho mai comprese, ma va bene così. Se ci riuscissi forse diventerebbero noiose».

È uno dei pochi attori che ammette di amare le commedie romantiche, come A casa con i suoi con Sarah Jessica Parker o Come farsi lasciare in 10 giorni con Kate Hudson. «Ci trovi la proverbiale “caccia” alla ragazza, la leggerezza non necessariamente senza peso, e poi c’è quella atmosfera che noi chiamiamo del “sabato pomeriggio”, di attesa. Sai che i due si dovranno separare prima di ricongiungersi. Quello che mi diverte è come ritorneranno insieme. E mi interessa aggiungere un tratto di mascolinità a queste commedie. Lavoro bene con Kate (Hudson, di nuovo sua partner in Fool’s Gold, uscito negli States ai primi di febbraio), perché lei aggiunge la sua femminilità».

E nella vita reale? «Se vuoi avere una chance devi usare humour. A volte le relazioni diventano pesanti troppo in fretta, mentre invece ogni momento dovrebbe essere quello giusto per ridere insieme». Il suo nome è nel palmares dei “Sexiest Man Alive” eletti dalla rivista People. Con lui ci sono Brad Pitt, George Clooney e Matt Damon, attori che hanno usato le loro belle facce anche per sensibilizzare verso certi problemi sociali. «Io ho creato una fondazione Just Keep Livin (una citazione che ha ripreso dal suo film Dazed and Confused e che è diventato il suo motto) per aiutare ragazzi dai 10 ai 17 anni a crescere bene. E anche se qualcuno sostiene che fare charity è diventato una moda, è una buona tendenza. Che sia salvare le balene o andare in Sudan...».

E a differenza degli altri uomini sexy sta lontano dalla politica. «Non sono abbastanza informato per espormi», dice con onestà.

Curarsi bene è anche una conquista. La sua educazione conservatrice riemerge quando con candore dice: «Una delle cose migliori del mio successo è che ora posso mangiare meglio (agli inizi era più importante per me mettere la benzina super invece che la regular). Negli ultimi due anni sono passato a cibi 100% biologici e mi curo di più. E poi una delle cose più semplici che la gente dimentica è l’acqua, fondamentale per detossinarsi. Ma non sono un purista. Credo che il piacere faccia bene e sono un sensuale quando si parla di cibo. E poi sono uno sportivo migliore oggi di quando avevo vent’anni. Ogni giorno cerco di fare qualcosa. Vado in palestra, l’altra notte ho ballato.»

Un futuro (anche) da produttore. Il suo è lo stadio della vita in cui ci si rende conto se si sono perse delle opportunità, ma è anche il momento per lanciarsi in quello che veramente si vuole fare. Surfer Dude, il film girato in Australia che uscirà la prossima estate, è una sua produzione. «C’è un gran lavoro dietro. Se fai l’attore reciti la tua parte, saluti e nove mesi dopo ti chiamano per vendere il film. In questo caso hai anni di pre-produzione, girare le scene prende venti giorni e poi hai un altro anno di lavoro- post. Ma mi è piaciuto farlo. Quando esce il film senti che hai fatto qualcosa di grande e anche se sbagli sai che la responsabilità è tua. Non voglio avere paura di fallire. È tempo di crescere e non è che si debba essere sempre perfetti!».

Matthew canticchia. A volte lo fa per prendere tempo prima di rispondere. Si scopre che è Mishka, che in versioni diverse ha monopolizzato il suo i-Pod. «È il mio preferito: reggae che ho sentito a Bermuda e che ora produco con la JK Livin, è appena uscito il nuovo album (Above the bones, sul sito dell’attore). Ci ho impiegato cinque anni a scoprire chi fosse e poi l’ho visto alla House of Blues (a Los Angeles) e siamo diventati amici. La musica è il mio hobby, alla fine anche questo è diventato un gran lavoro, ma mi diverte. Per ora mi fermo a questa band, poi si vedrà ».

In realtà Matthew ha un altro progetto che vuole sviluppare: «Sto scrivendo una storia per bambini». Già!