Elis Regina è un pezzo di Brasile. Ha cantato negli anni Sessanta della bossanova e ha attraversato, sempre cantando, i 70 della dittatura. È stata lo stoppino della Música Popular Brasileira e quando è morta, nel 1982, il suo corpo è stato portato al Teatro Bandeirantes di San Paolo, avvolto nella bandiera nazionale e vegliato fino all'alba. Il corteo funebre che è seguito racconta della morte di un simbolo.

Ma Elis Regina è stata anche una donna del suo tempo, anzi un po' più avanti nel tempo e nello spazio, come tutti gli artisti, che si è dovuta smarcare da una famiglia convenzionale che la imprigionava e dalla censura della dittatura che voleva imbavagliare anche la musica. Si è dovuta assumere la responsabilità di fare qualcosa di se stessa, cioè qualcosa che avesse senso per se stessa, perché la libertà è una dura conquista.

Lo spettacolo teatrale Con tutto il mio rumore, prodotto dal Collettivo Artistico Ar[ti] in Sound,in scena all'Altrove Teatro Studio di Roma il 14 e il 15 febbraio, prova a raccontare tutto questo attraverso narrazione sonora, elementi visivi multimediali e racconto.

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Alfonso Bonvini


Non è naturalmente un caso che la realizzazione si debba a tre donne. Il terreno si conquista anche rimettendo i piedi sulle orme lasciate dalle grandi interpreti del femminile. Abbiamo chiesto alla regista (Paula Carrara), alla performer (Chiara Claudi) e alla drammaturga (Greta Cappelletti), chi è per loro Elis Regina.

Paula: è la potenza, la stessa legata alle onde sonore e alla voce femminile, che è poi quella dell'arte che va oltre i muri e i confini e si può espandere.

Chiara: è emozione pura. È la voce che diventa protesta e diventa la voce del popolo, è il coraggio di cantare per lui. E la versatilità, la capacità di non fermarsi a un modo per esplorarne tanti.

Greta: è una specie di predestinata, una donna in fuga, potente e autodistruttiva nello stesso tempo.

Vale la pena di scoprirla, in modo che continui a conquistare il mondo, un po' alla volta.