Lady Diana ha ancora molto da insegnare ai Windsor. Il mito della Lady D triste, voce bassissima e sguardo mesto, non è svanito nonostante il massiccio schieramento mediatico per Kate Middleton, l’equivalente, 30 anni dopo, della borghesia introdotta a corte. Ma forse, non basta riciclare abiti per diventare come Lady Diana (che invece gli abiti li faceva disegnare da Gianni Versace e non si vergognava, in bikini nero, sul panfilo al largo della Costa Azzurra). Il mito di Lady D riaffiora dunque molto piano, ma costantemente, a 19 anni dalla morte di Diana Spencer. Perché? Perché l’ultima dichiarazione è la foto-caso del 1991 riesumata da Reddit in cui la ex moglie di Carlo d’Inghilterra stringe la mano a un malato di Aids. Foto ufficiale, scandalo ufficiale. Oggi Kate Middleton, in altre vesti e vestiti, stringe la mano alla servitù di Kensington Palace dove è tornata a vivere con William e i royal babies George e Charlotte. Trasloco in cui ha chiaramente ricordato la madre di William e Henry ufficializzando come le stanze che Diana abitò fino alla morte nel 1997 diventeranno sede di una ong umanitaria a “marchio” Windsor.

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La foto in questione (di cui sopra), è quella che racconta una parte molto più intima delle cene con Dodi Al-Fayed, ed è di 25 anni fa: è stata scattata da Tim Graham a Toronto durante la visita della Principessa Triste all’Hospice Aids canadese. Un gesto che Camilla la moglie di Carlo, non aveva apprezzato e che rilanciò immediatamente Lady Diana nell’arena delle donne non amate (anche) dalla Regina Elisabetta. Ma il mito di Lady Diana si basò soprattutto sul fatto di NON piacere alla testa coronata più longeva del mondo. Lo sapeva bene anche quando nel 1979 fu proprio la Regina Elisabetta a invitare Diana Spencer e la sorella Sarah a una battuta di caccia a Sandringham, una settimana in cui si riavvicinò a Carlo d’Inghilterra (un anno prima vi fu un tira e molla). Il futuro mesto? La biografia di Diana Spencer racconta che era già scritto su pergamena pregiatissima.

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Anche Kate Middleton e William ebbero parecchi tira-e-molla ma non vi fu mai intercessione diretta da parte della nonna: certo è che il tira-e-molla dai tempi di Diana a quelli di Kate è rimasto qualcosa di non reale, non combinato, semplicemente emotivo. Insomma qualcosa che li avvicina ai comuni mortali. Anche il tradimento è questione normale, popolare, borghese: così ecco che Lady Diana ha superato la relazione con Carlo, il fedifrago, dopo che il tradimento finì sulla pubblica piazza per colpa di lettere fin troppo appassionate a una Camilla Parker Bowles (vedi la metafora del tampone che mise in ginocchio l’Inghilterra come neanche Margaret Thatcher). Ma, forse, paparazzi e Corona non hanno considerato abbastanza il ruolo dei figli nel ricordo di Diana. Infatti il suo mito ritorna oggi sempre più forte soprattutto per voce del figlio che ai tira e molla emotivi si è abituati benissimo, Henry il capriccioso, che ha riconosciuto gli sforzi «enormi di mia madre nel trattare e cambiare l’opinione pubblica circa l’Hiv e l’Aids» come ha ammesso di recente.

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In 25 anni gli effetti delle foto a corte dei Windsor sono molte cambiate. Anzi: rivoluzionate. Oggi la Corona può tremare per un capriccio di un piccolo neo-pilota, quanto per la necessità di giustificare una nipotina che porta la borsetta della nonna (Mia Tindall, nipote di serie B della Regina per scala di successione). Ma dalle immagini umanitarie, sharate sull’account Instagram della famiglia reale, non ci sono casi scandalo così forti come quelli - per fortuna in epoche non social - di Lady Diana. Che il mito della mamma più battagliera e mortificata dalla Monarchia britannica stia diventando il futuro fantasma di una Kate Middleton fiera della sua spazzola da 12 dollari, della sua Charlotte che si veste riciclando ma che non ha ancora capito a che causa (umanitaria) votarsi oltre al low cost?

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