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Passare alla storia era il desiderio di Lolo Ferrari, e alla fine ci è riuscita in un modo insensato: entrando nel Guinness dei primati come la donna con il seno più grande del mondo, dalla circonferenza di 180 cm. No, non era un seno naturale, ovvio. E neanche “ritoccato”. Lolo (che in francese è il vezzeggiativo di “tette”) si era sottoposta a 22 operazioni di chirurgia plastica eseguite senza alcun rispetto per l'etica professionale per raggiungere questo risultato. Ma perché violare in modo così drastico il proprio corpo?

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Lolo Ferrari si chiamava in realtà Eva Valois, era nata nel 1963 nella regione del Puy-de-Dôme, nel bel mezzo della Francia (un'epoca di transizione fra Brigitte Bardot e Brigitte Macron) e poi cresciuta sulla costa Atlantica. Sua padre, sempre assente, la lasciava in balia della madre Catherine Ferrari, una donna fredda e anaffettiva che derideva la bambina e la accusava di essere “bruttina”. Eva ne soffriva molto e il trauma prolungato che le causò la madre è probabilmente la causa principale delle sue insicurezze future.

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Ormai adolescente, non altissima (era 163 cm.) e con 93 cm di seno, trova il modo di lavorare un po’ come modella, per recuperare l’amor proprio demolito. Vulnerabile ai complimenti, incontra un uomo di nome Eric Vigne, più vecchio di lei di 15 anni, e lo sposa nel 1988. Vigne non è uno stinco di santo: ha precedenti penali come corriere della droga e bazzica il giro della prostituzione. Ci mette un attimo a convincere la fragile Eva che la sua bellezza merita di essere ammirata da tanti uomini. E a farla addirittura prostituire.

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Eva è completamente succube del marito. Affamata di affetto e di attenzioni, accetta tutto quello lui le propone. Anche il progetto di sottoporsi a parecchi interventi chirurgici per modificare il suo viso e il suo corpo. Lei, affetta da dismorfofobia (la percezione distorta della propria immagine allo specchio) accetta volentieri. Non si sa quale sia stata la prima operazione a cui si è sottoposta, forse una rinoplastica. Poi i suoi occhi sono stati tirati e sollevati, le sue labbra gonfiate. O forse ha iniziato direttamente con la prima delle 22 mastoplastiche per aumentare il seno.

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Nel giro di pochi anni, dal 1990, a volte senza lasciare che poche settimane fra un intervento e l’altro, il seno di quella che ormai ha adottato il nome d'arte Lolo Ferrari, cresce in modo smisurato. Un chirurgo privo di etica (forse più di uno) continua ad accettare di riaprirla, rimuovere la protesi e sostituirle con due più grandi. Il cambio progressivo è necessario per consentire alla pelle di abituarsi e dilatarsi. La leggenda vuole che l’ultima coppia di protesi, riempite di soluzione salina invece che di silicone per evitare il rischio di overdose in caso di rottura, sia stata realizzata da uno degli ingegneri che hanno progettato il Boeing 747. Pesavano 2,8 Kg l’una e costringevano Lolo a indossare un reggiseno taglia 36 coppa T (almeno, è quello che dichiarava il marito), anche questo progettato apposta per lei.

Tutto questo non cura minimamente la sua anima ferita. In più di un’intervista Lolo dichiara di averlo fatto perché l’alternativa era morire. In effetti, anche se nelle foto appare sempre sorridente, Eva/Lolo, a 26 anni è in cura per una depressione maggiore. La notte deve dormire sempre su un fianco, non può più sdraiarsi supina o prona. Passa anche dei guai con la casa automobilistica Ferrari che, quando mette in commercio una linea di intimo, le contesta il marchio Ferrari Underwear. Nel frattempo, il marito/manager la introduce alla pornografia e gira qualche film. Ma a quel punto Eva non ne vuole più sapere di Eric e confida a un’amica di avere un amante con cui vuole rifarsi una vita.

Nel frattempo, negli anni 90, le incursioni a Cannes durante il festival la rendono ancora più famosa e ottiene persino una parte in un film satirico di produzione belga, Camping Cosmos. Sono gli anni del grande successo di Eurotrash, un programma di Channel 4 condotto da Jean Paul Gaultier e Antonine de Caunes, che ingaggiano Lolo come presenza fissa. Lei prende coraggio e incide anche qualche disco con un discreto risultato di vendite. A questo punto, Lolo Ferrari, simpatica a tutti, donne e uomini, dovrebbe aver superato il ricordo della madre impietosa.

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Ma non è così. Ha compiuto 37 anni, è ospite in tanti programmi, eppure nella sua ultima conferenza stampa rilasciata in Germania, i giornalisti la ricordano con lo sguardo vuoto, le calze bucate, l’orlo del miniabito rosa che si è sollevato quasi fino alla pancia senza che lei sembra avvedersene. È assente e trascurata, i capelli sembrano addirittura poco puliti. Il marito, al suo fianco, pesca noncurante degli hamburger da un sacchetto di carta e li mangia durante la conferenza. Di lì a poco, il 5 marzo del 2000, Lolo viene trovata una mattina priva di vita nel suo letto, nella casa di Grasse, che divideva con Eric Vigne.

Secondo l’autopsia, la causa del decesso è un’overdose di antidepressivi. Jean Paul Gaultier e Antonine de Caunes le rendono omaggio con una puntata di Eurotrash dedicata a lei, completamente ripulita dalle battute e dai toni goliardici che caratterizzavano il programma. Due anni dopo i genitori di Eva/Lolo, sospettando che Eric l’abbia uccisa, chiedono la riesumazione per una seconda autopsia e vengono accertati segni di soffocamento da compressione. Si arriva a temere che il peso del seno le abbia impedito di respirare mentre era imbottita di sonniferi. Tredici anni dopo, Eric Vigne è stato scagionato definitivamente dall’accusa di omicidio e risarcito con 30mila euro per aver subito la carcerazione preventiva. Cosa abbia ucciso veramente Eva Valois, in arte Lolo Ferrari (e ci sarebbe l'imbarazzo della scelta) è uno dei misteri dello showbiz che mai si risolverà.

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