La Bersagliera. La ragazza di Subiaco. La diva. Le forme più perfette e clamorose al mondo, che "facevano sembrare Marilyn Monroe una copia sbiadita di Shirley Temple". La Lollo, troncando il suo cognome per metterla a contrasto assonante con la “rivale” Sophia Loren. Esagerati? Mica tanto. Gina Lollobrigida oggi a 90 anni (ne compirà 91 il 4 luglio) festeggia la stella sulla Hollywood Walk Of Fame, in quell’America tanto agognata quanto detestata. Ancora gira il mondo, tenendo fermo il suo punto gravitazionale nella villa sull’Appia a Roma, teatro di tante speculazioni del gossip. Riassumere la vita di Luigia Lollobrigida detta Gina, attrice tra i simboli d’Italia, bellezza totemica degli anni 50 e 60, è un’impresa ardua. Perché il suo mito continua ad alimentarsi da solo tra polemiche familiari a mezzo stampa, sussulti di passato, esotiche battute all’asta di quadri e gioielli e presunte circonvenzioni ai suoi danni. La Lollo ribatte a tutti di farsi gli affari propri, tagliente come non mai, e si gode i 90 anni senza fermarsi o guardare mai indietro. Lei che è stata la prima vincitrice del David di Donatello come migliore attrice nel 1956, anno dell’istituzione del premio, e lei che ha progressivamente smesso di recitare per dedicarsi a pittura e fotografia quando la magia del cinema è finita.

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Capitolo 1: Gina Lollobrigida anni degli esordi. Nasce nel 1927 a Subiaco, 70 km a est di Roma, paesino dominato dal monastero dei Benedettini tra i monti Simbruini (una targa apposta al civico 11 di via Papa Braschi, zona ju colle nonostante la pianura evoca i natali di Gina Lollobrigida a Subiaco, anche se l’attrice attualmente non ha un buon rapporto con la sua cittadina d’origine). La famiglia è benestante, il padre Giovanni è un costruttore di mobili. Tra i parenti della Lollo la zia Chelidonia Merosi, che diventerà una delle supercentenarie decane d’Italia morendo a 112 anni nel 1995. Con l’arrivo della guerra, le fortune della famiglia Lollobrigida cambiano: un bombardamento distrugge il mobilificio e la famiglia è costretta a sfollare a Roma. L’adolescente Luigia, detta Luigina e presto Gina, ha una particolare inclinazione per l’arte: viene iscritta nel 1944 all’istituto di Belle Arti e per aiutare la famiglia vende carboncini e ritratti. Ma la sua bellezza è già una carta vincente e, intelligentemente, decide di sfruttarla. È l’epoca dei fotoromanzi d’amore che fanno sognare i romantici d’Italia: la tv non esiste ancora, l’Italia esce dalla guerra contando morti e distruzioni, c’è bisogno di un po’ di sentimento. Gina Lollobrigida Diana Loris, il suo pseudonimo per far quadrare il bilancio famigliare. Nel 1947 viene notata e invitata a partecipare al concorso di Miss Roma di quell’anno. Arriva seconda, ma è prima in popolarità e viene spedita a Stresa a Miss Italia: il concorso di quell'anno passerà alla storia per la presenza di splendide ragazze come Silvana Mangano, Lucia Bosé, Gianna Maria Canale e naturalmente Gina Lollobrigida, che si classifica terza in un podio fondamentale per il suo lancio ufficiale. Conosce la bellezza in bicicletta Silvana Pampanini, che le procura le prime parti serie da controfigura e comparsa e che probabilmente si mangia le mani in seguito, perché Gina Lollobrigida entra come un fulmine brillante nella celluloide dell’epoca. Howard Hughes, il miliardario americano a capo della RKO, la nota e vuole portarla in America a lavorare, oltre che a sposarla “senza conoscermi minimamente” ha raccontato la Lollo a Variety. Riesce quantomeno a portarla negli USA ma Gina si rende conto che, come per molte colleghe dell’epoca, Hollywood è una gabbia dorata che ti blinda con contratti impossibili. Decide di fare retromarcia e questo le costa carissimo, perché non può rompere il contratto: per 9 anni non può lavorare liberamente negli Stati Uniti. C’è un unico modo per aggirare le clausole: le produzioni americane in Europa. La sua fortuna comincia da qui.

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Capitolo 2: Gina Lollobrigida film e successo. Tutta colpa di Vittorio De Sica. Il regista la affianca da attore nell’episodio Il processo di Frine per il film Altri tempi di Alessandro Blasetti. L’occhio lungo di De Sica, scopritore di talenti, conia per lei un appellativo che entra rapidamente nel linguaggio comune: Gina Lollobrigida maggiorata fisica. La Lollo è il simbolo più perfetto della bellezza degli anni 50: seno generoso, vita strettissima, fianchi morbidi, una statua a clessidra polposa e conturbante. In più un viso meraviglioso, cesellato d’alabastro, con gli occhi giganti e il naso che sembra scolpito nel marmo. È facile associare Gina Lollobrigida ai capolavori dell’arte, è l’essenza stessa del bello. Lei accetta di buon grado la parte più estetica del suo lavoro ma mostra i muscoli dell’attrice vera. Il grande successo arriva grazie all’interpretazione simbolo della sua vita: Gina Lollobrigida la Bersagliera in Pane amore e fantasia di Luigi Comencini, accanto al "solito" Vittorio De Sica. È un trionfo: il film vince l’Orso d’Oro a Berlino nel 1953 e Gina entra direttamente nell’immaginario collettivo come la bella popolana povera dal cuore d’oro. Un ruolo nel quale dovrà rivaleggiare, in un eterna lotta a due, proprio con la collega Sophia Loren altrettanto bella, altrettanto conturbante, altrettanto sensuale. E colei che eredita il ruolo della Bersagliera nel terzo capitolo di Pane amore e…, sempre accanto a De Sica. La sfida è durissima: la Lollo o la Loren? “Il solito giochetto Coppi-Bartali, Callas-Tebaldi... A me non serviva la rivalità con nessuno: ero io la numero uno. E sono andata avanti con le mie forze, non avevo un produttore che mi proteggeva. Ho fatto tutto da sola” commenterà Gina Lollobrigida al Corriere della Sera per i suoi 90 anni. Altro che politically correctness.

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Gina Lollobrigida prende la sua strada: vuole recitare e vuole registi che la valorizzino. Nei film dei primi anni 50 dà alcune prove perfette: La romana di Luigi Zampa e La provinciale di Mario Soldati sono quelli in cui si comincia a vedere la pasta di grande attrice, che prenderà sempre più forma nel corso del decennio successivo. Partecipa a tantissime produzioni americane in Europa, è il suo periodo d’oro: lavora con Humphrey Bogart, Errol Flynn, Frank Sinatra, Yul Brynner, Anthony Quinn, Rock Hudson e Sandra Dee, Sean Connery, Telly Savalas e Shelley Winters, tutto il gotha cinematografico dell’epoca. Gina Lollobrigida è sul tetto del mondo, tutti la vogliono, tutti la cercano. Persino Orson Welles, nel 1957, realizza un documentario finanziato dalla ABC per indagare su Gina Lollobrigida da Subiaco, con testimonianze e origini: Portrait of Gina non vede mai la luce ufficialmente, Welles dimentica le pizze delle copie in un hotel di Parigi e vengono rese pubbliche soltanto dopo la morte del grande regista, con tanto di proiezione al Festival di Venezia nel 1986. All’epoca delle riprese la Lollo, conscia delle sue capacità e necessità di raccogliere il più possibile dal successo, lavora tantissimo. Ma dice anche qualche no: clamoroso e strano il suo rifiuto a La dolce vita di Fellini, dove avrebbe dovuto interpretare la fidanzata del protagonista Marcello Mastroianni (ruolo poi andato a Yvonne Furneaux). Ma la colpa, rivelò lei stessa, fu del marito che le aveva nascosto il copione. A partire dagli anni 70 la carriera di Gina Lollobrigida attrice rallenta e inizia la seconda parte della sua vita, quella di fotografa, scultrice e pittrice: fa scalpore il suo incontro fotografico con Fidel Castro, all’epoca blindatissimo a Cuba, e la Lollo realizza altri servizi fotografici con grandi amici dell’epoca come Paul Newman, il pittore Salvador Dalí, il politico americano Henry Kissinger e la collega Audrey Hepburn.

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Capitolo 3: Gina Lollobrigida figlio, marito e famiglia. Negli anni 50 anche se eri un’attrice dovevi comunque avere una vita privatasolida o il rischio nomea di poco di buono era dietro l’angolo (nonostante l’alta soglia di tolleranza da showbiz). Gina Lollobrigida non ha fatto eccezione. A 22 anni, nel 1949 e agli albori di carriera, sposa sul Monte Terminillo di Rieti il medico sloveno Milko Škofič, all’epoca in servizio a Cinecittà per prestare soccorso ai profughi guerra. Il primo e unico figlio di Gina Lollobrigida, Andrea, nasce nel 1957 e la rende nonna del nipote Dimitri nel 1994.

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Il matrimonio di Gina Lollobrigida e marito dura ufficialmente fino al 1971, anche se erano già separati in casa. Tre anni prima, sveleranno poi le cronache, la Lollo ebbe una relazione extraconiugale con il chirurgo sudafricano Christian Barnaard, il primo ad operare a cuore aperto. La grande, mitologica villa sull’Appia resta all’attrice, che comincia a lavorare sempre meno nel cinema ma non disdegna apparizioni favolose come quella della Fata Turchina nel Pinocchio di Comencini, che darà poi vita ad una strepitosa imitazione di Anna Marchesini negli anni 80 (mai troppo amata dalla stessa Lollo).

La vita privata di Gina Lollobrigida inizia ad essere avvolta dai fumi del “si dice” fino all’esplosione del 2006, quando svela di voler sposare il fidanzato Javier Rigau col quale ha una relazione dal 1984. Lui ha 34 anni meno di lei e la stampa ci si butta a capofitto, alimentata anche dai pareri contrari del figlio della Lollobrigida che non vede di buon occhio la relazione e sostiene che la madre sia sobillata dallo spagnolo. Gina Lollobrigida ribatte a mezzo stampa ma il fidanzamento viene sospeso e le nozze non si tengono. Nel 2013, la Lollo fa causa all’ex fidanzato Javier Rigau y Rafols accusandolo di frode e raggiro per garantirsi l’eredità dopo la sua morte, con tanto di matrimonio con un’impostora che l’avrebbe impersonata per fingere le nozze. In più ci si è messa un'inchiesta della procura di Roma sul manager Andrea Piazzolla, che avrebbe isolato l'attrice dalla famiglia. Una storia da film che si è arricchita di particolari gossip esagerati e correlati, come la cacciata di nipote ed ex nuora dalla dependance della villa sull’Appia finita su tutti i giornali. C'è voluta una perizia psichiatrica per stabilire che Gina Lollobrigida è forte ma raggirabile. Il suo mito però non si appanna, alimentato dal vezzo di parlare di se stessa in terza persona. A qualche mese dai suoi 91 anni la longeva Gina Lollobrigida si gode i suoi celebri gioielli, amatissimi e venduti in parte ad un'asta record nel 2013. La Lollo. L'ultima delle dive più immortali del cinema italiano.

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