Il cameltoe è il nuovo accessorio moda autunno inverno 2017/2018 (e oltre). Se lo stanno chiedendo in molti, dal Giappone all’Inghilterra, analizzando la nuova tendenza di intimo (discutibile) che si sta diffondendo a macchia d’olio (e fra un attimo sarà qui da noi, attenzione). Ma di che si tratta, esattamente? Premessa d'obbligo per chi non lo sapesse: cos’è un cameltoe? È quel fenomeno (imbarazzante?) che si manifesta indossando un paio di leggings o di pantaloni tanto stretti da lasciare intravedere all’inguine la sagoma delle grandi labbra. Un’immagine che ricorda, appunto lo zoccolo del cammello. Fino a poco fa si cercava di evitarlo come la peste (la biancheria che tende al vintage è ancora un must per molte). Poi è arrivata Khloé Kardashian, che del cameltoe ne ha fatto una ragione di vita (i capi da lei disegnati lo accentuano volutamente), qualche star si è fatta beccare con pantaloni troppo aderenti (quello di Taylor Swift era voluto, o si trattava di un incidente?) e l’emulazione è partita piano piano.

Ma non tutte le donne hanno la conformazione giusta per ottenere un buon effetto cameltoe (oddio, davvero stiamo scrivendo un articolo su “un buon effetto cameltoe?). Per cui è saltata fuori la trovata salvavita: la biancheria intima con la sagoma già pronta in silicone. Colpo di fulmine e boom di vendite improvviso anche fra le adolescenti. L’oggetto in realtà non è nuovissimo. Una decina di anni fa è stato messo sul mercato per aiutare gli uomini transgender in attesa dell’operazione a nascondere la forma del sesso maschile, simulando già quello femminile, e anche come accessorio di scena aggiuntivo per gli spettacoli delle drag queen (non necessariamente gay). Ma ora se ne sta appropriando il mercato femminile che, in teoria, non ne avrebbe molto bisogno. Forse che mostrarne una finta, invece della propria, richieda meno coraggio?

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La risposta al fenomeno, per ora, non c'è. Ma in questi giorni le asiatiche, in particolare le giapponesi, ormai maestre di vita internazionali su cosa dobbiamo mangiare, indossare e persino come dobbiamo colorare i capelli, hanno iniziato a bombardare Instagram con sfrontatissime foto “cameltoed”. E le mutandine con silicone, in tutte le fogge e colori (anche le varie sfumature di pelle per diverse etnie), con pizzo o senza, sgambate o a culotte, in vendita soprattutto sull'immancabile Aliexpress, sono diventate tendenza al modico prezzo che va dai 9,90 dollari fino a un massimo di 28. Esiste anche la versione protesi semplice, da inserire nella propria biancheria preferita, ma pare che si possa muovere, se non addirittura scivolare via (e non è una cosa bella). Finiti i tempi in cui, online, si vendevano montagne di Cuchini, le formine di silicone simili ai salva slip che sortivano l’effetto esattamente opposto: evitare di esporre troppo. A colpi di azzeccatissimo claim pubblicitario “le nostre labbra sono sigillate”.