Audrey Hepburn non era la donna perfetta. Nessuna di noi lo è. Lei però è stata condannata dalla storia a impersonare un modello di grazie ed eleganza da imitare, ed è vietato ricordare (o immaginare) cosa si nascondesse dietro alla sua immagine. Ma di problemi ne aveva tanti, un groviglio, di quelli che nessuna madre si augura di veder ripetere da una figlia. E conoscerli, forse, la fa sembrare ancora più fragile e bisognosa di protezione.

Soffriva di disordini alimentari e lo negava. Audrey Hepburn era un'anoressica ante litteram. Chi la conosceva bene sapeva che trovava sempre scuse per saltare il pasto («non ho tempo», «non ho fame») e si arrabbiava quando la stampa di gossip la accusava di mantenere quella figura snella in modo insano. Alle origini del suo disturbo c’era la guerra, il terribile “inverno della fame» del '44, quando l'embargo di Hitler all'Olanda aveva lasciato la popolazione allo stremo. La famiglia di Audrey non si era salvata da quel dramma, la futura star di Hollywood aveva le mani e i piedi sempre pieni di geloni, soffriva di una forte anemia e in casa si preparava il pane con la farina dei bulbi di tulipano. Sembrava rimasta devota al digiuno come a una religione, quasi temesse di riabituarsi a mangiare per ritrovarsi ancora spiazzata in caso di un’altra guerra. Lei negava, dichiarava di mangiare regolarmente e di essere magra solo grazie a un metabolismo molto veloce. Lo negava pure dopo aver sposato lo psichiatra italiano Andrea Dotti, specializzato proprio in disturbi alimentari degli adolescenti. Eppure non si smette di indicarla come un modello fisico elegante e invidiabile (era anche alta per l'epoca, quasi 170cm).


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Audrey Hepburn figli non riusciva ad averne serenamente. Subì i primi due aborti spontanei nel 1955 e nel 1959. Probabilmente vivere sottopeso non la aiutava molto, anche se il secondo era stato la conseguenza di una brutta caduta da cavallo sul set de Gli inesorabili. Con la terza gravidanza, Audrey si sottopose a un periodo di riposo strettissimo, durante il quale il massimo dello sforzo consisteva nel dipingere paesaggi e nature morte. Nel luglio del 1960 riuscì ad avere Sean, frutto del matrimonio con Mel Ferrer. Nel 1965 e nel 1967, nonostante il risposo, subì altri due aborti. Per colmo dell’ironia riuscirà ad avere il secondo figlio Luca (da Andrea Dotti) nel 1970, quando aveva già 40 anni.
La gente vicino a lei non la trovava sempre così irresistibile come sembra.
Era un capo molto esigente, licenziava i suoi assistenti implacabilmente, a raffica. Alla fine ne trovò un paio, una donna italiana e un ragazzo olandese, che seguivano con pazienza i suoi ritmi. La mattina presto erano già a casa sua, in Svizzera, per aiutarla con la rassegna stampa e per organizzare i suoi numerosi impegni umanitari. Sembrerà anche impossibile che un uomo, avendo sposato un’icona di stile ed eleganza e di bontà come lei, che era ambasciatrice Unicef, potesse desiderare altre donne. E invece nemmeno lei era esente dal tradimento. Lo scoprì dai giornali italiani, vedendo il marito psichiatra fotografato a Roma con una misteriosa dama.

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Era paranoica. Scappò a vivere in Svizzera, in un paesino vicino Losanna, perché terrorizzata all’idea che a Roma, dove viveva il marito italiano Andrea, rapissero lei o peggio ancora uno dei suoi suo figli. Siamo negli anni 70 e non è l’unica a vivere nella paura dei rapimenti, che sono troppo frequenti. Anche la famiglia di Carla Bruni si trasferì in Francia da Torino per proteggere i figli. Così come fecero loro, Audrey non si spostò più da lì, per 30 anni. Fino a quando, dopo una lunga malattia, la morte l’ha colta dolcemente a 63 anni, al tramonto, in una stanza con le ampie finestre affacciate su quel paesaggio svizzero che amava tanto e che era diventato la sua tana.