Pablo Picasso? Un uomo terribile. Almeno così raccontano le testimonianze di chi all’epoca lo frequentava. Si dice che una delle sue opere minori, la statuina di una capra incinta, l’avesse fatta al volo mentre era in visita a casa sua la cognata gravida all’ottavo mese, che quando vide come era stata ritratta scoppiò in lacrime e levò le tende. L’artista più rappresentativo del XX secolo, colui che con il suo impegno pacifista ha lanciato l’idea di fare della colomba il simbolo della pace, era deleterio per le donne. Dalla relazione con lui ne uscivano così distrutte che si parla ancora della maledizione delle donne di Picasso. Picasso non era nemmeno una gran bellezza, neanche da ragazzo. Alto 163 cm, tarchiato, con un gran nasone. Eppure piaceva molto e ha avuto tante storie d’amore famose con donne carismatiche stregate dal suo intelletto, della sua personalità ruvida e del suo talento artistico.

People, History, Team, Family, Crew, pinterest
Getty Images

Pablo Picasso, al centro, con Olga Khokhlova e Jean Cocteau (1917)

Dapprima, Picasso frequenta le sue modelle. Dal 1904 al 1912 ha una relazione con Fernande Olivier, la prima documentata. Poi con Eva Gouel, soffiata all’amico Louis Marcoussis. Pare che i suoi quadri che raffigurano chitarre o violini fossero in realtà ritratti di Eva. La poverina soccombe nel 1915 dalla tubercolosi. La prima storia importante è con Olga Koklova (o Khokhlova o Chochlova, la traslitterazione dal cirillico non è mai definitiva), una ballerina ucraina. Olga era nata nel 1891, col sogno di diventare danzatrice reso più vivido da una visita in Francia durante la quale aveva assistito a un grande spettacolo. Riuscì infine a entrare nel corpo di ballo russo di Sergei Diaghilev. Picasso lo incontrò quando questo venne incaricato di disegnare i costumi e le scenografie per lo spettacolo Parade, di Diaghilev, Jean Cocteau ed Erik Satie, in scena al Théâtre du Châtelet di Parigi. Fra la ballerina e l’artista scoppiò una passione così travolgente che lei abbandonò la compagnia di ballo mentre in partenza per il tour in Sudamerica, per andare a Barcellona a conoscere i genitori di lui. Che invece erano molto contrari alle nozze con una straniera. I due ritornano a vivere a Parigi a Rue La Boétie. Il 12 luglio del 1918 si sposarono con rito ortodosso, i loro testimoni erano due grandi artisti dei circoli frequentati da Picasso: Jean Cocteau e Max Jacob. Il 4 febbraio del 1921 Olga diede alla luce Paulo. E da quel momento, il sogno romantico finì. Picasso cambiò completamente l’atteggiamento verso di lei, come se nella sua nuova veste di madre Olga non lo attirasse più. Nel 1927 iniziò una relazione con una ragazzina di 17 anni, Marie-Thérèse Walter e quando 8 anni dopo Olga scoprì la doppia vita del marito ne fu devastata. Fuggì nel sud della Francia con il figlio e chiese il divorzio. Ma poiché Picasso non accettava di riconoscerle la metà dei suoi beni, come prevedeva la legge francese, i due rimasero sposati fino alla morte di lei per cancro, nel 1955. Fu la prima vittima della maledizione Picasso.

marie thérèse walterpinterest
Getty Images
Marie-Thérèse Walter, l’amante bambina

Del passato di Marie-Thérèse Walter si sa poco o niente. Anche perché a 17 anni la sua vita era già legata clandestinamente, ma a doppio filo, a quella di Pablo Picasso. I due si erano conosciuti ai magazzini Lafayette di Parigi. Picasso aveva 45 anni, era sposato e padre di un bambino di 6 anni. Marie-Thérèse non aveva mai avuto un padre e viveva nel sobborgo di Maisons-Alfort con la madre e due sorelle. Non navigava nell’oro, ma era molto bella. Picasso le propose di posare per lui e la portò al suo studio. Probabilmente la relazione iniziò quel giorno stesso, ma Picasso si guardò bene dal vantarsi con chiunque, persino con i suoi fidati amici artisti, di tradire la moglie con una minorenne. Per giustificare la sua assenza, la ragazza disse alla madre di aver trovato un lavoro. Ma quando la famiglia di lei scoprì tutto, successe dapprima il finimondo. Poi la madre si adattò alle situazione e Picasso intraprese una vera e propria seconda vita, frequentando la famiglia di Marie-Thérèse come se fossero fidanzati, attrezzando persino un laboratorio di pittura nel giardino di casa loro. Quando nel 1928 lui affittò una casa in Bretagna per trascorrere le vacanze estive con moglie e figlio, sistemò anche l’amante in un hotel vicino. Quando nel 1930 comprò il castello di Boisgeloup, ingannò moglie e amante promettendo a entrambe “sarà il nostro nido d’amore”. Olga ci si recava nel fine settimana col bambino, poi tornava in città per la scuola, e arrivava Marie-Thérèse. Picasso non commetteva un passo falso, ha persino tenuto nascosti i ritratti dell’amante fino al 1932, quando li espose per la prima volta.

Nel 1933 Marie-Thérèse rischiò di annegare nel Marna e la sua salute rimase compromessa a lungo. Picasso, colpito dall’episodio la disegnò come una ninfa d'acqua. Un anno dopo, la ragazza era incinta. A quel punto, Olga scoprì la tresca. Non avendo più nulla da nascondere, la giovane amante si trasferì nello stesso palazzo della famiglia legittima di Picasso. Il 5 settembre 1935 nacque Maya, quella che sarà la loro unica figlia, ma la storia si ripete. Il pittore cominciò a trovare poco interessante la sua amante che ormai aveva 25 anni e nemmeno un intelletto particolarmente brillante. Non certo come quello di Dora Maar, artista anche lei. Due mesi dopo la nascita della figlia, Picasso e Dora erano già amanti. Marie-Thérèse si si ritirò nell’Île-de-France, dove Picasso la visiterà di tanto in tanto per la vanità di sentirsi amato, continuando a farle promesse che mai manterrà. Nel 1955, quando muore Olga, le propone anche di sposarla, per sistemare la bambina, ma lei rifiuta. Ha ormai mangiato la foglia e si rende conto di aver gettato al vento la sua vita. Dopo quella proposta non lo vedrà mai più, e nel 1977 si suiciderà. È la seconda vittima della maledizione.

dora maar e una sua operapinterest
Getty Images
Dora Maar e una sua opera

Dora Maar era una donna dai mille talenti. Nata il 22 novembre del 1907, figlia di un architetto croato e di una francese, si chiamava in realtà Henriette Theodora Markovitch ed era mancina, inaccettabile per l’epoca. Venne forzata a usare la destra, e così finirà per saper usare entrambe le mani. Cresciuta in Argentina, dove lavorava il padre, parlava correttamente inglese, francese e spagnolo. Nel 1926 la famiglia si trasferì a Parigi e lei frequentò l’Academie Julian, il corrispettivo femminile dell’Accademia delle Belle Arti. Nell’ambiente artistico studentesco in cui si immerse coniò il suo nome d’arte e si dedicò soprattutto alla pittura e alla fotografia. Picasso lo conobbe nel 1935, presentato dall’amico comune Paul Eluard, il poeta fondatore del Surrealismo. Pare che Picasso, al tempo 54enne e neo padre della seconda figlia Maya, non rimase particolarmente colpito da lei, tanto che quando la rivide tempo dopo in un ristorante non se ne ricordava. Dora Maar indossava dei guanti neri e stava giocando con un coltello. È stato quando si è tagliata accidentalmente e ha macchia di sangue la tovaglia, che qualcosa è scattato nella testa del pittore. Chiede a Eluard, seduto a fianco a lui, chi fosse donna, ed Eluard li presentò ancora. Picasso le parlò in francese, lei rispose in spagnolo perfetto. Fu il colpo di fulmine. I due iniziarono a vedersi nella casa di Saint Tropez della surrealista Lise Deharme, poi Dora ne affittò una nei pressi dello studio di Picasso. Il momento storico era difficile. Dora era molto coinvolta nella politica e stimolava la creatività del suo uomo. È stato durante l’inizio della loro relazione che Picasso dipinse il suo capolavoro, Guernica. Lui la ritrasse più volte, la loro relazione andò avanti fra alti e bassi ma il vento della guerra ammantava il loro cielo di un fumo che nascondeva il paradiso. Entrambi dotati di carattere forte e idee a volte opposte sul conflitto bellico che stavano vivendo. Anche stavolta, quando nel 1942 Picasso incontrò la pittrice François Gilot, toccò a Dora Maar subire il tradimento. Nel 1946, non riuscendo a dividere Picasso con un’altra, Maar troncò la relazione. Il gesto coraggioso le costò un ricovero in clinica psichiatrica e lunghe terapie a base di elettroshock. Ne uscì due anni dopo, riprese una vita normale, forse solo all'apparenza. Fra lei è Picasso si instaurerà una relaziona a distanza fatta di recriminazioni che durerà fino al 1973, quando Dora, che ha venduto quasi tutti i dipinti di Picasso in suo possesso per mantenersi, morirà a Parigi da sola, diventando la terza vittima della maledizione.

picasso e françoise gilotpinterest
Getty Images
Picasso e Françoise Gilot

Françoise Gilot è nata il 26 novembre 1921, figlia di un agronomo e di un’acquarellista. A 5 anni aveva già deciso che sarebbe diventata un’artista. Si faceva dare lezioni di acquarello dalla mamma e poi continuò a studiare con un’insegnante professionista. Il padre, che aveva idee diverse sul suo destino, la mandò a studiare Filosofia alla Sorbona e le fece prendere una laurea in Lingua e letteratura inglese a Cambridge. Lei dipingeva opere che andranno distrutte durante i bombardamenti, e dopo una protesta studentesca a Parigi fu inserita dai nazisti nella lista nera di soggetti che non potevano lasciare la città. Il padre dovette pagare per farla cancellare dall'elenco, ma Françoise dovrà lasciare gli studi e mettersi a fare la segretaria. Picasso lo incontrò nel 1943, quando si ritrovano vicini di tavolo in un ristorante. Il pittore aveva 62 anni, era impegnato in una relazione con Dora Maar ma, sentimentalmente parlando, non aveva nessuna intenzione di tirare i remi in barca. Attaccò bottone con lei e con la sua amica Genevieve offrendo loro una scodella di ciliegie. Le due ragazze, per ringraziare, lo invitarono a uno spettacolo che avevano messo in scena. Con grande stupore di entrambe, lui si presentò davvero. L’amicizia col famoso pittore incoraggiò la ragazza a rispolverare le aspirazioni artistiche, e ad allontanarsi dal padre, che non era mai stato d’accordo. Nel 1946, fra la giovane e il maturo artista era ormai in corso una relazione stabile. Vivevano insieme e lei darà alla luce Claude nel 1947 e Paloma nel 1949. Forse perché ormai non era più un ragazzino, Picasso cercò di rimanere definitivamente con lei e si dedicò ai loro due bambini. Il caratteraccio era sempre quello, ma Françoise Gilot rimarrà con lui per ben dieci anni. Poi, non più intenzionata a sopportarlo (la cognata raffigurata come una capra incinta era sua sorella), lo piantò in asso nel 1953. Lei si sposerà nel 1955 con un altro artista, Luc Simon, con cui avrà un’altra figlia, Aurelia, per poi divorziare nel 1961. Si risposerà di nuovo nel 1970 con Jonas Salk, lo scopritore del vaccino antipolio. Un matrimonio perfetto fino alla scomparsa di lui, nel 1995. La vita di Françoise Gilot è stata costellata dai continui tentativi di Picasso di riconquistarla, a volte raccomandandola ai galleristi per farla esporre, senza prima parlarne con lei. Tutto questo, nonostante Picasso si fosse trovato un’altra compagna, Jacqueline Roque. Aveva 26 anni, era orfana, divorziata e non era un’artista, ma una semplice ceramista. Lui, di anni ne aveva ormai 72 ed era famoso e potente. L'aveva conquistò disegnando sul muro della sua casa una colomba con i gessetti (facendone impennare immediatamente il valore immobiliare) e mandandole una rosa al giorno. Sei mesi dopo, lei accettò di uscire con lui e nel 1961 si sono sposati a Vallauris. Negli 11 anni del loro matrimonio lui le dedicherà 400 ritratti, fino alla sua morte, l'8 aprile 1973. Dopo di che la lascerà a duellare in tribunale per l'eredità contro Françoise Gilot, l’unica donna che era riuscita a spezzargli il cuore, vendicando le tre sfortunate innamorate che l’avevano preceduta.

picasso e jacqueline roquepinterest
Getty Images
Picasso e Jacqueline Roque