Caro Johnny Depp, t’avevamo tanto amato. Ora leggiamo le dichiarazioni dei tuoi ex bodyguard che raccontano di quando dovevano pulirti la faccia sporca di droga, e mentre ci si stringe il cuore ci chiediamo: siamo sicuri che sia stato tu a scaricare Vanessa Paradis? O che, per lo meno, prima o poi non sarebbe stata lei a darti il benservito (sì, nonostante ciò che dicono di lei i suoi ex)? Perché sarà pure vero che averla lasciata dopo 14 anni per una collega più giovane – Amber Heard – fa molto crisi di mezza età, ma è anche innegabile che da qualche anno a questa parte di Johnny Depp nessuno ne parla più bene. Ora è la volta di due ex guardie del corpo che gli hanno fatto causa, esasperate dalle condizioni in cui hanno dovuto lavorare per lui. Ma prima di loro, solo pochi giorni prima, è stato scaricato dal team di avvocati che lo stava assistendo in una causa da 25 milioni contro i suoi ex manager. Che a loro volta avevano sostituito un altro studio legale che gli aveva detto ciao ciao allo stesso modo. Di Amber Heard, nella sua vita, non c’è più traccia. L'ultima fiamma, Lucy Boynton forse gliel'ha soffiata Rami Malek, il nerd di Mr. Robot. Si dice che quando una star comincia a fare causa a quelli con cui hai lavorato per molto tempo, chiedendogli più soldi - ex manager, ex editori, ex produttori - sia sintomo del bisogno di grattare il fondo del barile. Insomma Johnny, si può sapere che succede?

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Riassumendo l’ultimo guaio, cosa ha mai combinato di così scioccante (o sciocco) per farsi denunciare da due ex guardie del corpo? I due accusatori si chiamano Eugene Arreola, un ex detective della polizia di Los Angeles, e Miguel Sanchez. Dapprima lavoravano per un’agenzia chiamata Premiere Group International, da cui Depp si serviva per avere protezione quando necessario, e durante quel periodo sembrava andasse tutto bene. Poi Depp li ha assunti direttamente alle sue dipendenze. E nel 2016, pochi mesi dopo la separazione da Vanessa, le cose sono cambiate. I due hanno cominciato a non sentirsi più a loro agio nella residenza di Hollywood Hills dell’attore. Depp ha iniziato a fare cambiamenti improvvisi e drastici fra i membri del suo staff, mettendone in difficoltà parecchi che si sono ritrovati senza lavoro. Loro due non sembravano essere fra quelli presi di mira dallo tsunami di licenziamenti. Ma hanno cominciato a notare che dalle loro buste paga erano spariti gli straordinari e la maturazione delle ferie. Per legge avrebbero dovuto anche aver diritto ai pasti mentre erano in servizio, dimenticati, e a pause regolari che non gli venivano riconosciute. Poi la sorpresa di scoprire che i loro contratti erano da collaboratori e non da dipendenti. Ahi ahi.

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Alla gente che lavora per te puoi chiedere qualsiasi sacrificio ed eccezione, ma te lo puoi permettere solo quando il trattamento lavorativo è onesto e impeccabile. Ogni star chiede stranezze alle sue guardie del corpo, ma per fidelizzarle a vita devi pagarle bene e regolarmente. Se quello che Arreola e Sanchez hanno dichiarato è vero, questo è stato probabilmente l’errore più grave di Johnny. Dopo aver “truffato” sul trattamento sindacale i suoi due dipendenti, infatti, ha preteso cose che non poteva pretendere. Fargli da autisti. Fare da autisti e baby sitter ai suoi figli. Fare da autisti a strani individui del suo entourage. Fare da corrieri alle sostanze illegali che consumava in casa. Come, prego? Una serie di scorrettezze di cui i due ora gli stanno presentando il conto, senza sentirsi più in dovere di mantenere la riservatezza. Hanno dichiarato che persino vedersi affidare i bambini era un compito che li metteva in imbarazzo perché ne diventavano responsabili, ma che non potevano rifiutare per paura di essere licenziati. Per non parlare delle stravaganze del suo staff, come quando il capo della sicurezza si è sparato accidentalmente a una gamba giocherellando con la pistola, mentre era nella proprietà di Depp. Ma forse per loro la cosa più umiliante è stata dover pulirgli la faccia con un fazzolettino mentre erano in un club, per rimuovere le tracce della droga (cocaina, si presume) che aveva assunto e di tutti intorno a loro si erano accorti. Caro Johnny, che alle prime dei film ti slacci il papillon e lo lasci penzolare in segno di (giovanile) insofferenza: i belli e maledetti ci piaceranno sempre e tu ne sei stato il principe. Ma la lezione di David Bowie lo dovrebbero imparare tutti i ricchi e famosi che sopravvivono ai fatidici 27 anni (e tu ora vai per i 55). Ovvero: arriva il momento in cui la vera trasgressione è fare il bravo ragazzo. Tutto il resto non diverte più.