Uno slargo di tempo di 40 anni, nel tennis un’eternità. 1978, Corrado Barazzutti conquista la semifinale del Roland Garros (perderà contro un incontenibile Bjorn Borg). L’ultima fiamma del gloriosissimo tennis italiano degli anni 70 post imprese di Adriano Panatta, il tennista con l’aria da ragazzo perbene. Pre-estate 2018. Marco Cecchinato abbatte l’ex numero 1 del mondo Novak Djokovic contro ogni previsione. Contro ogni immaginazione, anche. Il giovanissimo italiano from Sicily with love contro il gigante serbo che di pagine nella storia del tennis ne ha scritte a decine. Marco Azeglio Cecchinato età 26 anni di pura passione si sdraia a piangere sulla terra rossa del campo Suzanne Lenglen, sotto il sole di Parigi. Ci sono voluti 4 decenni ma un italiano torna in semifinale al Roland Garros. E non è solo un’impresa sportiva grandissima, ma una speranza generale che si riaccende nell’acciaccato mondo dello sport italiano. Sopratutto per il suo gioco. “Parliamo del presente, finalmente ce lo abbiamo”, ha commentato Barazzutti a La Stampa magnificando la vittoria di Marco Cecchinato contro Novak Djokovic. Uno che ha vinto praticamente quasi tutto, Djokovic. Cecchinato no. Marco Cecchinato ce ne ha messo di tempo per arrivare dove doveva. Nel 1978 non era nemmeno in previsione. Nel 1992, quando a fine settembre nasceva in una Palermo ancora calda, di certo non si immaginava che si sarebbe allenato con l'ex trainer di Roberta Vinci, assieme a Sartori e Seppi. E non poteva pensare di vincere ad un serratissimo tie break contro un ex campione del mondo, Marco Cecchinato in ATP ha il 72esimo posto nel ranking, conquistando la semifinale di uno dei tornei più importanti e un posto d’onore nella storia del tennis italiano.

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E non ce la scorderemo più la foto di Marco Cecchinato al Roland Garros che piange a gambe e braccia aperte come un Cristo felice, incredulo di ciò che ha fatto. I suoi 185 centimetri di altezza screziati di terra rossa addosso. Un uomo tutt’uno col campo, da rotolarcisi sopra per l’incontenibile gioia. I capelli ricci tenuti indietro da una fascia come nel vecchio stile del tennis, che manca tanto così ridiventi di moda. Come André Agassi, avranno pensato i nostalgici, ma senza chioma rocknroll. La racchetta saldamente nella mano destra, quasi fusa con lui, la racchetta della vittoria, della storia, della vita stessa. Il sorriso da ragazzone incorniciato da una barbetta sapientemente incolta che illumina i denti aperti e affilati, un sorriso che per Djokovic si è rivelato di schiacciante superiorità. Perché ne devi avere di sangue freddo e concentrazione per costruire la partita sul gioco potente del tennista serbo. E batterlo.

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Il tennista che ha risalito davvero il buio delle sue retrovie. Dopo alcuni tempi da buon professionista, la sorpresa sgradita: Marco Cecchinato e la squalifica nel 2016 per un presunto giro di scommesse che lo ha allontanato dal campo per un anno intero, un lunghissimo periodo che ha rischiato di obliarne il buon gioco e la promessa da mantenere. Ma estinta la condanna a 18 mesi per un difetto procedurale Marco Cecchinato è tornato in campo, allenato da Umberto Ferrara, e a testa bassa ha recuperato l’anno perduto. A colpi di dritti e rovesci, in silenzio, tra un allenamento e l’altro. E quale foto su Instagram Marco Cecchinato l'ha messa, a testimonianza del suo lavoro intenso. Non avrebbe mai pensato di vincere contro Novak Djokovic, nessuno avrebbe potuto immaginare di assistere ad un ribaltamento del genere. Eppure è successo. Marco Cecchinato si è fatto un signor regalo prima dei suoi 26 anni. E alla fidanzata Gaia, che gli è stata vicina, ha promesso di farne uno. Il tennista italiano numero uno per la sua impresa ragionata, voluta, calcolata, entra nella storia con tutta la sua Sicilia negli occhi, con il pianto sincero di chi si è riconquistato quello che ama fare. Strappando se stesso al peggio.