Anthony Bourdain ci ha insegnato a mangiare le ostriche senza alcuna remora o snobberia inutile, a pulirci le mani nei pantaloni e poi stringere la stessa mano allo chef. Ha raccontato il sesso nelle cucine più disastrate d’America (e in quelle più fighette). Ha alimentato - a lungo - l’immaginario dello chef burbero, di fretta, in cerca di avventure culinarie folli. Dove lo chef burbero non era quello che presenziava in tv fingendo urla, grida e drammi da star. La notizia della CNN spegne un canale culinario e di vita: Anthony Bourdain morto a 61 anni nella notte di venerdì 8 giugno, e si parla già di suicidio (semi-confermato dalle prime fonti) mentre si trovava a Strasburgo a girare Parts Unknown programma della stessa CNN.

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Il nome di Anthony Bourdain, primo chef a scardinare i crismi della letteratura culinaria - Kitchen Confidential è diventato un best-seller anche per la generazione Quattro salti in padella - chef viaggiatore per programmi come No Reservations e compagno di Asia Argento. In quest’ultima fase della sua vita il suo nome, più che per la rivisitazione potentissima che ha fatto della cultura dello street-food (in loco, non in gastro-risto stellati), è balzato alle cronache per quella relazione con Asia nel periodo peggiore per la vita di Asia. La sua assoluta difesa della compagna è arrivata quasi in contemporanea con l’auto-dichiarazione delle molestie nelle cucine (che hanno portato alla fine della carriera dello chef delle star Mario Batali, per esempio), situazioni #metoo narrate senza filtri tra droghe, piatti non finiti e alcol. Abbiamo perso l'ultimo degli chef più onesti al mondo, nudo e crudo.