Di imprese che ne hanno fatto un personaggio trasversale, Franca Leosini ne ha compiute molte. L'intervista a Rudy Guede, l'esclusiva con Pino Pelosi, l’unico condannato per l’omicidio Pasolini, e quelle con famosi serial killer italiani come Pietro Pacciani, Donato Bilancia o Angelo Izzo le sono valse l'appellativo di “Signora dei Mostri”. In realtà Franca Leosini è semplicemente una giornalista con i fiocchi, una donna che ha dedicato – e continua a dedicare – la sua vita alla ricerca della verità e la racconta usando giri di parole che affascinano il pubblico (famoso il "ditino birichino" da lei coniato durante l'intervista a Guede, diventato un tormentone), tanto che sul web circola una vignetta in cui intervista con naturalezza persino Darth Fener di Star Wars. La signora di Storie Maledette è una donna elegante e dai modi misurati, Franca Leosini è diventata così un volto noto e rassicurante per gli italiani, una sorta di Signora in Giallo dei tempi moderni, che su Raitre, con Storie Maledette e altri programmi di successo, risolve misteri e svela retroscena su scottanti casi giudiziari e storie di cronaca nera.

Franca Leosini, biografia. Il più grande mistero che la riguarda, probabilmente, è invece quello della sua età. Per molto, infatti, alla voce Franca Leosini data di nascita in ogni documento e articolo restava un campo vuoto. Alla giornalista è stata associato da più fronti l’anno del 1949. In realtà la giornalista e conduttrice è nata il 16 marzo 1934 a Napoli, come riportato su tutte le edizioni recenti dell'Annuario dei giornalisti italiani. Sposata felicemente, Franca Leosini ha due figlie che vivono a Napoli con il papà. Dopo aver lavorato per testate importanti come L'Espresso e Il Tempo e diretto il mensile Cosmopolitan, Franca Lando – il cognome con cui è nota in realtà è quello del marito Massimo Leosini – approda in Rai nel 1988 come autrice di Telefono giallo, un programma cult condotto da Corrado Augias dedicato – anche questo – a storie maledette. Puntate storiche della trasmissione sono quelle sul caso di Cairo Montenotte, con la mantide Giliola Guerinoni, oppure sull'assassinio dell'Olgiata, di cui era vittima la contessa Alberica Filo della Torre. Negli anni seguenti Franca Leosini conduce Parte civile e I grandi processi, poi dal 1994 lega il suo nome al programma che ancora oggi è un simbolo della tv italiana.

Franca Leosini, storie maledette. La sottile ironia, lo stile deciso, lo sguardo disincantato della giornalista e soprattutto la sua disinvoltura nel rivolgersi a tu per tu con personaggi che in un film avrebbero il ruolo dei malvagi, decretano immediatamente la fortune della trasmissione. A volte sono gli stessi condannati a chiedere, attraverso i loro avvocati, di essere intervistati da lei per raccontare la loro verità. Franca Leosini fa “riaprire” casi ormai archiviati – come il delitto Pasolini – e fa collezione di premi giornalistici. Con Storie Maledette la Leosini dà voce in tv ai personaggi di cronaca nera, senza però mai lasciarsi coinvolgere dalle loro nefandezze, senza mai assolverli o condannarli più del dovuto neppure per un istante. Nel 2004 va oltre: con Ombre sul giallo, si occupa anche dei casi su cui aleggia – appunto – l'ombra del dubbio. È il caso del delitto di via Poma, del giallo di Posillipo con l'omicidio passionale di Anna Grimaldi, oppure dell'errore giudiziario a carico di Massimo Pisano, riconosciuto innocente dopo essere stato condannato per l'omicidio della moglie. Ma sono le storie maledette quelle che appassionano maggiormente gli italiani. Storie come l'omicidio di Sara, la povera Sara Di Pietrantonio, bruciata viva dal suo ex, oppure quella di Celeste Saieva, condannata per aver pianificato insieme all'amante l'omicidio del marito. Nonostante le atmosfere noir, le storie drammatiche e terribilmente cruente raccontate nei suoi programmi, Franca Leosini è tutto sommato una figura rassicurante del piccolo schermo, una sorta di maestra, di zia esperta capace di trascinare lo spettatore verso argomenti scottanti. Penna raffinata e godibile, Franca Leosini libri in realtà non ne ha mai scritti perché – come ha raccontato – per una serie di Storie Maledette ci mette anche otto mesi di lavoro e non ha più tempo per fare altro. Con lei e grazie ai suoi programmi i grandi casi di cronaca non sono più arida materia da telegiornali, ma materia prima per trasmissioni di successo.