Lunga chiacchierata con Greta Scarano, che parla a ruota libera dei suoi grandi amori. In ordine di apparizione: la recitazione, ma non necessariamente la fama; la famiglia, nonni inclusi; il cane Zed, scomparso da qualche mese; le amiche turbolente. Di quello al primo posto dice: «Avevo questa passione fin da bambina e quando è così forse è più semplice: vedevo con chiarezza quella strada davanti a me e ho voluto seguirla, certo, senza considerare le complicazioni che avrebbe comportato. Sognavo di essere apprezzata da chi ha il mio stesso amore per i film, ma non di essere riconosciuta per strada. E infatti questo non avviene!». E ride. Greta, 32 anni, di Roma, quest’anno, come sognava, ha partecipato alla sua prima produzione internazionale, Il nome della rosa, che andrà in onda l’anno prossimo sulla Rai, ed è stata coprotagonista della serie di successo di Rai3 La linea verticale, accanto a Valerio Mastandrea. Molti la ricorderanno come Emanuela Loi, nel film tv sulla scorta di Paolo Borsellino, e la Viola di Suburra, ruolo che le è valso il Nastro d’argento. Hai recitato in molte serie tv prima di arrivare al cinema (Romanzo criminale, I liceali, Squadra antimafia - Palermo oggi).

Sono state una buona palestra? Ho avuto una gavetta molto fortunata in televisione, fin dai tempi di Un posto al sole, set per il quale, a malincuore, a vent’anni ho lasciato gli studi al Centro sperimentale di cinematografia. Ormai le differenze tra le produzioni di serie di qualità e film si sono talmente assottigliate che cerco solo ruoli interessanti. In generale, voglio fare quello che poi mi piace vedere (il prossimo set, accanto ad Alessandro Preziosi, sarà quello di "Non mentire", serie tv di Canale 5 dai toni thriller, ndr).

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Fabrizio Di Giulio
Alessandro Preziosi e Greta Scarano sono protagonisti di "Non Mentire", nuova serie diretta da Gianluca Maria Tavarelli, prodotta da Indigo Film in onda prossimamente su Canale 5.

Qual è stato il momento di svolta nella tua carriera? Non ho avuto, come altri colleghi, il grande successo improvviso. In alcuni momenti buoni pensavo “ok, ce la posso fare”, poi però passavano i mesi e non accadeva quello che speravo succedesse. Forse, però, il cambiamento lo noti solo a posteriori. Per esempio, quando ho vinto il Nastro d’argento per Suburra è mutata la percezione che avevo di me stessa - mi sono sentita donna e attrice - e sicuramente è cambiata anche quella che quelli del settore avevano di me. Oggi noto che negli ultimi due anni è tutto diverso, perché ho più controllo della mia vita lavorativa. I provini ci sono sempre, ma servono anche a me per “provinare” il film e il regista. E posso essere io a dire di no: una volta questo era impossibile.

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Greta Scarano sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia 2017, quando è stata giurata nella sezione opere prime.

Hai sconfitto il senso di inadeguatezza di quando si viene rifiutati per un ruolo? Sarai sempre inadeguata per qualcosa, perché sarai adeguata per altro. Ho capito che non si può essere giusti per tutto. Ora lo vedo lontano un miglio quando un ruolo non fa per me, mentre fino a qualche anno fa ero accecata dall’ambizione e dalla voglia di prendere parte a un progetto. Oggi punto a sopravvivere sulla lunga distanza e ad alzare l’asticella a ogni nuovo lavoro.

Hai appena lasciato il set internazionale della serie tratta da Il nome della rosa. Com’è andata? Puoi immaginare quanto sia stata un’esperienza meravigliosa recitare accanto a John Turturro e Rupert Everett. Interpreto due ruoli: quello di Margherita da Trento, moglie dell’eretico fra Dolcino, e quello di sua figlia, che è un personaggio scritto appositamente per la serie.

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Sonia Sieff
Greta Scarano fotografata a Venezia per Marie Claire. Cappotto, camicia e pantaloni, Giorgio Armani. Sabot Versace.

Non arrivi da una famiglia di artisti (papà medico, mamma infermiera), ma dici che ti hanno sempre sostenuta. Ho visto un post su Instagram in cui accompagnavi tua nonna al cinema... Sì, andavamo insieme a vedere un mio film, perché non era potuta venire alla prima. È stata sempre la mia prima fan, fin da quando scrivevo poesie da bambina. Oggi non c’è più ma era così felice di aver visto tanti miei traguardi. Non aveva potuto terminare la scuola, e, come diceva mio nonno, era “così intelligente che se avesse studiato poteva diventare Presidente della Repubblica” (con accento romanesco, ndr). Era molto fiera dell’indipendenza mia e di mia sorella, del fatto che possiamo contare su noi stesse, senza dipendere da un uomo.

Dedichiamo un pensiero anche al tuo amore per Zed? Una ferita sanguinante per cui piango ancora. Mi ha accompagnato come un angelo custode negli ultimi otto anni. Sul set era “il cane di Greta” e tutti se lo ricordano. Perderlo mi ha spezzato il cuore, ogni cosa che facevo per lui era un atto di amore puro, incondizionato, senza limiti.

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Hai dichiarato che un giorno ti piacerebbe anche dirigere. Quale soggetto sceglieresti? Sicuramente un film con un punto di vista femminile, che è ancora troppo poco considerato. Sono circondata da grandi amiche, vitali, inquiete, turbolente. Poi, conosco anche tanti uomini che amo alla follia, ma sono in numero minore. Mi piacerebbe scrivere un film che possa divertire le donne, una storia ironica e dirompente.

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Sonia Sieff
Greta fotografata su Marie Claire di settembre. T-shirt Intimissimi; orecchini e girocollo Crivelli; bracciale Pasquale Bruni; calze Calzedonia.

In apertura Greta Scarano indossa: cappotto Roberto Cavalli; dolcevita Intimissimi; sul polso sinistro, bracciale Elsa Peretti per Tiffany&Co.; sul braccio destro, bracciali e anello Buccellati. Le foto di Sonia Sieff sono tratte dal numero Marie Claire di settembre. Servizio Laura Seganti. Ha collaborato Cecilia Gioetti. Trucco Nicoletta Pinna per Simone Belli. Capelli Daniela Del Priore per Roberto D'Antonio. Produzione SoloProd. Si ringrazia Belmond Hotel Cipriani, Venezia.