Siamo al Toronto International Film Festival 2018 e, fra le centinaia di donne rappresentanti il movimento #MeToo e #Inclusion, non poteva mancare certamente lei, Olivia Munn .Una delle prime attrici a dare l’allarme, una delle prime donne a fare nomi e cognomi, uno dei primi volti noti ad esporsi in prima persona, non solo a voce, ma anche sulla carta stampata. Da lì, il suo essere blacklisted per anni sui set di Hollywood. La ritroviamo nella sezione Midnight di TIFF 2018, dove è in concorso con il film The Predator - nelle sale italiane dal prossimo 11 ottobre - sequel del thriller sci-fi del 1987 Lethal Weapon, diretto da Shane Black con la regia di Richard Donner. Olivia Munn è tra le attrici più determinate di Hollywood, sempre pronta a denunciare le ingiustizie nei confronti del super potere esercitato da registi e produttori.

Perché ritiene necessario fare nomi e cognomi?
Perché solo così facendo si può continuare, si può andare avanti, esponendo al pubblico ludibrio certe persone che hanno potere in determinati circoli, ma che, se esposti, sono piccoli piccoli. Le mie accuse erano rivolte al regista/produttore Brett Ratner e l’ho denunciato per molestie sessuali anni ed anni fa, mentre è di una decina di giorni fa la denuncia nei confronti di Shane Black per aver ingaggiato nel cast del film l’amico Steven Wilder Striegel, colpevole di reati sessuali documentati.

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Non ha avuto paura di essere, ancora una volta, sola in quest’atto di denuncia?
Sì, sola, delusa… Non so perché il cast del film non mi abbia supportata. Mi sembrava giusto far cancellare la scena con Striegel, è ora di smetterla di sostenere uomini dal comportamento disgustoso. Meno male che i social media mi hanno sostenuta, perché forse, altrimenti, come è già successo in passato, non avrei più lavorato nel cinema

Perché The Predator?
Perché mi piaceva Casey Bracket, il mio personaggio. Casey è una scienziata richiesta dalla CIA, che aiuta un gruppo di militari a cercare di risolvere il mistero dei Super Predators: perché siano diventati più intelligenti e come sconfiggerli. È una donna intelligente, coraggiosa e, sebbene non sia un soldato, è in grado di usare le armi e questo per me era importante per descriverla come persona.

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Cosa intende?
Che quando lotti per la tua vita devi usare pistole e fucili, devi sparare e nessuno può farlo per te. Nessuno chiede mai ad un uomo se sa sparare, ma lo chiedono sempre ad una donna. Sono cresciuta in una famiglia di militari, so usare una pistola, ho sparato in varie occasioni, non ho mai ucciso un animale e, prima di questo film, non avevo mai ucciso un alieno!

Quali sono i ruoli che evita?
Tutti quelli dove la donna è un accessorio al servizio di un uomo. Tutte le attrici che si rispettano dovrebbero evitare quei ruoli, così che Hollywood si renda conto che è arrivato il momento di scrivere parti più intelligenti e di sostanza per noi donne.

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Come descriverebbe la sua giornata ideale?
Amo il mio lavoro e la mia giornata perfetta la vivo quando sono sul set. Nella vita privata sarebbe una giornata in piscina con le amiche, la casa pulita senza vestiti in giro, un film con il mio fidanzato, una passeggiata con i cani e una cena con cibo thailandese.

È una grande appassionata di sport. Ha mai pensato di avere una carriera in quel campo?
Quando frequentavo l’università – Olivia Munn è laureata in giornalismo – ho avuto la possibilità di fare un tirocinio al canale televisivo Fox Sports. Mi sono divertita molto, ma la mia passione per la recitazione era più intensa. Inizialmente nessuno nella mia famiglia ha approvato il fatto che volessi diventare attrice, mia madre voleva che studiassi medicina, o diventassi avvocato come mia sorella. Amo tutti gli sport, ma in particolare il football americano e la Formula 1.