A sessant'anni la vita può trovare un nuovo slancio, prendere delle direzioni inaspettate, trovare una seconda giovinezza grazie a un nuovo impiego - sia esso un lavoro o un semplice ma necessario passatempo – si può stare di più con la propria famiglia o con gli amici, fare viaggi, tornare a studiare o fare tutte queste cose insieme, sempre che la salute sia dalla parte giusta. Una come Isabella Rossellini anni 66, compiuti lo scorso giugno, ha fatto l'attrice, la modella, la regista, la scrittrice, ma in lei c'è sempre quel continuo bisogno di scoprire e confrontarsi, conoscere e sperimentare, provare per sbagliare e migliorarsi, sorprendere se stessa prima che gli altri.

“Pensavo di andare in pensione, ma oggi sono più richiesta di prima”, ci spiega quando la incontriamo al bar dell'Hotel Locarno, nel cuore della Capitale, a pochi passi da piazza del Popolo e dalle adiacenti vie dello shopping. Nel jardin d'hiver, protetti da sguardi indiscreti e circondati da gente più o meno famosa ma mai quanto lei, l'icona della femminilità senza tempo ci guarda e ci studia prima di risponderci, sorseggiando un tè verde fumante. È reduce dalla settimana della moda milanese, dove gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana l'hanno fatta sfilare assieme ai figli Roberto ed Elettra e al nipotino nato da poco, una sfilata melodrammatica (“DNA Evolution”) con la più eclettica scelta di modelle viste su qualsiasi passerella da tanto tempo a questa parte, da Carla Bruni Sarkozy a Monica Bellucci, da Eva Herzigova a Helena Christensen, da Marpessa a Karen Helson, oltre a giovanissimi come Cameron Dallas, Emily Ratajkowski, Ashley Graham e diversi modelli scelti direttamente dalla strada. “La forza di D&G è al di là dei vestiti, perché è tutta improntata sul valore della famiglia e della storia, sul passato e su quei valori che mi hanno formato”, dice fissandoci negli occhi. Ha poco trucco, una maglietta alla marinara che fa risaltare ancora di più il rossetto rosso e pantaloni neri, “un colore che mi dà sicurezza, un giusto mix tra eleganza, semplicità, severità e professionalità”.

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Se nel 1996, a 43 anni, la Isabella Rossellini figlia di Ingrid Bergman e Roberto Rossellini venne licenziata da Lancôme per la collega più giovane Inés Sastre, all'inizio di quest'anno (“strana la vita, eh”?, dice ridendo) ha deciso di richiamarla nel suo parterre di icone proprio per incarnare il concetto di una bellezza più consapevole e al di là dei limiti d'età. “Tutto questo non può che farmi piacere – spiega - perché significa che c'è una cultura e una continuità. Non li sentivo da tanto tempo e per gli ottant'anni del marchio mi hanno voluta alla festa dicendomi che la vera sorpresa della serata sarei stata io”. “Ero a New York, aggiunge, e con me c'erano Penelope Cruz – che mi disse che sua madre le faceva sempre vedere le foto con le mie pubblicità – e Julia Roberts che, scherzando, gridò davanti a tutti che avrebbero fatto uno sciopero se non mi avessero preso. Seguì poi un pranzo con l'attuale dirigente, che è una donna, durante il quale mi confidò che stavano perdendo la clientela di sessantenni perché non si riconoscevano più nella marca, preferendone altre meno costose. Accettai subito, per continuare a raccontare e a raccontarmi”.

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Oltre a tutto questo, una donna ironica ed istrionica, passionale e versatile come lei in cui scorre un “ordinato” sangue scandinavo assieme ad uno più “caotico” ed “artistico” tutto italiano, non poteva che continuare a sorprendere sorprendendosi essa stessa. Dopo essere tornata sui banchi dell'università per studiare Etologia e aver realizzato corti e documentari dedicati agli animali e agli insetti (ricordate il film Green Porno, dedicato alla loro vita sessuale?), Isabella Rossellini musa di Richard Avedon, Steven Maisel e Peter Lindbergh, nonché ex moglie di Martin Scorsese e del modello Jon Wiedemann, nonché ex compagna del geniale regista David Lynch (in Velluto Blu ci ha regalato una delle scene più celebri della storia del cinema), ha deciso di allevare api e galline. Sì, avete letto bene. Lo racconta nel libro Le mie galline ed io, in questi giorni nelle librerie italiane per Jaca Book, e ce lo conferma a voce con serietà e ironia. “Volevo delle galline e le ho ordinate online, ma non pensavo affatto che questo fosse possibile”, spiega. “Mi sono arrivati per posta dei pulcini, ma pensavo che fossero solo gialli, invece mi sono apparsi dei colori più diversi, nonostante molti fossero di razze identiche”.

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David Lynch e Isabella Rossellini

Una vera e propria scoperta di un mondo e di una passione che ad oggi, nella sua splendida fattoria a Belport, Long Island, cento chilometri dove disintossicarsi dalla freneticità della Grande Mela, quei pulcini si sono moltiplicati e diventati 120 galline, “ma io spero di arrivare almeno a 250”, ci dice ridendo. Tra di loro – come si vede nelle foto presenti nel libro realizzate dal suo amico Patrice Casanova, il ritrattista ufficiale di Jessica Lange, Brooke Shields e Patti Hansen – c'è “l'Olandese Ciuffata” che ha chiamato Andy Warhol per via della sua acconciatura, c'è Amelia Earhart “perché impavida e avventurosa come l'aviatrice che da sola attraversò l'Atlantico e il Pacifico”, c'è “l'Areucana” del Cile “truccata come Cleopatra” che fa le uova blu come le piume della “Sumatra”, che invece viene dall'Indonesia, fino alla più simpatica, la soffice cinese “Cocincina”che a esperti di moda non potrà non ricordare il “New Look” di Christian Dior.

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“Non sono affatto stupide come si pensa – ci confida Isabella Rossellini oggi, che a breve porterà il suo nuovo spettacolo, Link Link Circus in giro per il mondo, a marzo anche in Italia. “Riconoscono più di cento galline nella loro stiva e se sono di più si stressano come noi umani quando ci troviamo nella folla invece che con pochi amici”. “Mi riconoscono – continua – come riconoscono ogni forma di pericolo, tra loro non ammettono affatto intrusi e sono molto organizzate”. Quando c'è, con le “sue” galline passa molto tempo e dice di rilassarsi molto, senza mai mancare il mercatino del sabato nel suo paesino “dove vendo il mio miele e ovviamente le uova”. Una vera e propria forma di snobismo la sua? - dicono le solite malelingue. “Nient'affatto – ribatte subito lei decisa. “È una vera passione in cui credo e che faccio non certo con l'obiettivo di far soldi, ma solo per non perdere una cultura che ho in me da quando ero piccola e che continuo ad avere ancora, un puro e sincero attaccamento ad una realtà consolidata che non va persa”.

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