Il sacco che contiene la storia d'amore Tina Turner e Ike non è stato svuotato fino in fondo, nemmeno 50 anni dopo i fatti, nemmeno dopo un film, Tina - What's Love Got to Do with It del 1993, che raccontava l’inferno vissuto dalla cantante con il marito manesco. E non è detto che sia finita qui. Dopo i racconti a cuore aperto di Sally Field sugli abusi subito dal patrigno anche Tina, che recentemente ha perso un figlio, ha spremuto in un libro in uscita My Love Story, le ultime (forse) gocce del rancore nei confronti di Ike Turner, quello che in molti considerano il peggior marito di sempre dello showbiz (e di molti altri ambienti), e racconta la notte di nozze shock che la costrinse a subire. Sarà perché i tempi cambiano, sarà stato il #metoo, ma negli ultimi mesi tutti i panni sporchi che una volta si lavavano in famiglia ora stanno lì, stesi all’aria aperta alla vista di tutti e pongono sotto una luce diversa le reputazioni di uomini di ogni tipo, persino ormai scomparsi. Un monito che no, il tempo non cancella le prove né il ricordo e che non esiste un momento in cui si è al sicuro dagli effetti delle proprie malefatte.

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Secondo le confidenze di Tina Turner, anticipate sul Mail On Sunday con una lunga intervista, il suo matrimonio ha imboccato la strada sbagliata sin dal primo giorno. La giovane, talentuosa e bellissima cantate aveva 22 anni quando ha pronunciato il “sì” al musicista con cui costituiva un duo di grande successo. A quell’età la testa è piena di sogni e Tina immaginava scenari romantici per la sua prima notte di nozze, non certo ciò che invece è accaduto. Ike, infatti, la portò in un bordello a Tijuana, in Messico, dove la costrinse ad assistere a uno spettacolo di sesso live. “È stato bruttissimo”, ricorda ora, “il ragazzo era poco attraente e apparentemente impotente, e la ragazza... beh, quello che metteva in mostra era più ginecologico che erotico. Sono stata infelice per tutto il tempo, sull'orlo delle lacrime, ma non c'era scampo. Non potemmo andarcene prima che lo dicesse Ike, che si stava divertendo tanto”. Al ritorno a casa, Tina non ebbe il coraggio di raccontare a nessuno come erano andate le cose, così come si sentiva troppo in imbarazzo a confessare che ogni notte con il suo marito-padrone era un’angoscia. Si trovava in balia di un predatore sessuale, un consumatore vorace di cocaina, troppo violento per sperare di dirgli “ti lascio” senza temere di venire uccisa. Tina in quel periodo tentò anche il suicidio ingerendo 50 pastiglie di Valium e sembra assurdo pensare che la gioiosa performer dalle gambe che qualcuno ha definito “tra le più belle del mondo”, la tigre indomabile che tutti conosciamo, possa aver gettato la spugna, nel momento più buio della sua vita.

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Alla fine, Tina, nata Anna Mae Bullock, trovò la forza di fuggire dal marito aguzzino nel 1978, una decisione coraggiosa anche per gli interessi discografici che condividevano. Pur di ritrovare velocemente la serenità e riappropriarsi della sua vita perse molto denaro, non lottò nemmeno per una corretta divisione dei beni, venne querelata dalle compagnie che subivano un danno dallo scioglimento del duo. Per qualche anno è rimasta così in bolletta da ricevere buoni pasto dallo Stato e da essere costretta a esibirsi in piccoli club. Ma poi è risorta come una fenice. In un primo momento, di avere nuove storie d’amore non ne ha voluto sapere. Poi nel 1985 ha incontrato il musicista Erwin Bach, l’uomo che che ha sposato nel 2013 dopo una lunga relazione e che è la prova vivente di come si può essere, con molta semplicità, dei principi azzurri. Basta pensare che quando Tina ne ha avuto bisogno, affetta dall’insufficienza renale come conseguenza di un cancro, Bach le ha donato uno dei suoi reni salvandole la vita. “Avevo deciso di lasciare questo mondo...”, racconta ora lei che era ridotta in dialisi “Ma mio marito mi disse: ‘no, no, no, Tina. Non voglio un'altra donna nella mia vita. Non sono pronto a gestire tutto questo”. E grazie a lui, Tina è ancora con noi.