Il potere dell'essere una delle modelle più influenti del mondo. E di esserlo in modo tutt'altro che simile alle influencer-modelle stile clan Hadid/Jenner. Il potere di Adwoa Aboah su Instagram ne è l'esempio lampante. Lei volto di qualunque maison del lusso che possa considerarsi tale è la top in grado di postare una foto del 2014 in cui racconta senza fronzoli, diretta e schietta come il suo sguardo, il momento in cui ha cercato di togliersi la vita. E di come con fatica e lenta, lentissima determinazione, sia riuscita a superare quel tentativo di suicidio. Adwoa Aboah non ha mai nascosto di aver sofferto di depressione, di essere stata in rehab per problemi di alcolismo, di aver dovuto affrontare momenti personali e professionali duri. E nella giornata mondiale per la salute mentale, la modella dalla pelle di caramello punteggiata di fondente ha di nuovo rievocato i periodi più dolorosi della sua vita.

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“Il buio mi aveva travolta, il grigio mi riempiva la vita, ero distrutta, stanchissima e non c’era luce nei miei occhi” ha scritto sotto la foto Adwoa Aboah commentando la piccola sequenza di immagini risalenti a quattro anni addietro. Foto scattate dal suo fidanzato dell’epoca, foto che fanno malissimo. Sono l'essenza del vuoto dell’abulia, del distacco dal mondo. “Quattro anni fa il 3 ottobre cercavo, come molti prima di me e altrettanti dopo di me, di togliermi la vita. Guardo queste foto e il mio cuore si rompe, mi addoloro per la ragazza che ero”. Completamente abbandonata al suo sentirsi fuori posto, inadeguata, triste. “Vorrei quasi saltare nella foto, scacciarle via le lacrime, abbracciarla per sempre e dirle che non è sola, che molte altre persone hanno problemi di salute mentale ma che c’è una luce in fondo al tunnel, che tutto questo passerà e tornerà, ma passerà” ha continuato la modella nel suo lungo, struggente messaggio a se stessa.

Nessun piglio da supereroina per Adwoa Aboah, anzi. La modella di Chanel che ha fatto della politica del (suo) corpo un manifesto d'eccellenza, ha pigiato di nuovo il tasto dell’esposizione pubblica, rinnovata, per mostrare il cristallo ambrato di cui è fatta. Risollevarsi è stato un processo minuzioso, delicatissimo, costante. “Per il resto della mia vita prometto di far luce su questa malattia che viene spesso dimenticata, di dare una voce a chi non è ascoltato ogni volta che posso”. Un giuramento di sostegno vero, non parole accattivanti per riempire i social. Quella ragazza nella fotografia, quella con gli occhi spenti dal disagio di vivere, oggi è una donna intelligente, che consiglia libri in grado di fortificare lo spirito, che sorride nelle foto più spontanee, che illumina di grazia con la sua sola presenza. Adwoa Aboah giura che quei ricordi le servono da monito “per proteggere la donna che sono diventata, stanca ma felice”. Adwoa Aboah oggi è l’esempio più bello e fragile di chi i mostri li ha visti. E lentamente affrontati.