La vita è tutta una questione di prospettive. Se sei un comico poco più che ventenne del Saturday Night Live, ancora di più. Una prospettiva felice nella cattiva notizia: Pete Davidson single da poche ore rialza le quotazioni di uomo da sposare tra una decina di anni, più o meno (Pete Davidson età 25 anni a novembre, ce n’è di tempo). Un imprenditore col fiuto direbbe che il giovane stand up comedian è un investimento a lungo termine. Da far maturare lentamente. Per questo la notizia che Pete Davidson e Ariana Grande si sono lasciati dopo appena 5 mesi di fidanzamento ipermediatico è una buona nuova per un analista con l’occhio lungo. I motivi della rottura sono stati condensati in una frase simbolica su People: “Too much, too soon”. Troppo e troppo presto, troppo l’anello da 3 carati dopo appena due mesi di frequentazione, troppa la fretta di trovare stabilità. Una corsa che è terminata sulla sbarra dei cinque mesi scarsi di fidanzamento costellati di polemiche e tristemente colpiti dalla tragedia dell’ex di lei Mac Miller morto per overdose i primi di settembre.

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Ma questa fine fidanzamento tra Ariana Grande e Pete Davidson sarà utile. Dicono che mi servirà, se non uccide fortifica ed è sempre materiale su cui lavorare emotivamente, psicologicamente e professionalmente. Lei forse ci canterà un singolone spaccaclassifiche. Lui, il Pete Davidson comico, trasformerà questo duro momento in un nuovo monologo affascinante, come ha sempre fatto della sua vita. Dissezionare le sfighe e le fortune attraverso l’ottica del surreale, del grottesco, del black humour, è poi il motivo per cui è diventato famoso, la salvezza di quella che poteva essere un'esistenza tristemente segnata sin da piccolo.

La biografia di Pete Davidson, d’altronde, elenca dure prove sin da bambino. Nato Peter Michael Davidson in una famiglia di lontane origini ebraiche e irlandesi, a 7 anni perde il padre pompiere in servizio per l’emergenza degli attacchi dell’11 settembre 2001. Pete Davidson Scott Davidson non lo potrà mai dimenticare. La violenza del lutto precoce segna profondamente il piccolo Pete, che accusa disturbi post traumatici da personalità borderline, ha problemi a scuola (ne cambierà 3 solo al liceo), arriva persino a strapparsi quasi tutti i capelli dalla testa. Diventa oggetto di studio e topo di laboratorio per i medici che razionalizzano in pubblicazioni asettiche gli effetti devastanti dell’attentato terroristico sui figli delle vittime dell’11/9. “Era insopportabile” confesserà nel 2015 Pete Davidson in un’intervista al New York Times. A 17 anni gli diagnosticano il morbo di Crohn e come terapia antidolorifica sceglie la marijuana, che sarà anche uno dei temi dei suoi primi monologhi. La stand up comedy, assieme alla musica rap di Kid Cudi (che ha ringraziato pubblicamente), è la valvola potentissima attraverso cui Pete Davidson può aprirsi liberamente al mondo. “Amo questo potere e la libertà che mi dà, le persone ascoltano quello che ho da dire” ha raccontato sempre al NYT.

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Il suo debutto sul grande schermo avviene nel 2013 nella trasmissione Failosophy di MTV USA, ma la sua fama di stand-up comedian emerge nel Gotham Comedy Live, conquista un posto anche nell’Adam DeVine's House Party, al Jimmy Kimmel Live! e al Comedy Underground di Dave Attell. Nel giro di un paio di anni il giovane di Staten Island che aveva iniziato nei bowling del sobborgo newyorkese diventa una piccola star. È un tardoadolescente goffo, col faccino ancora da bimbo (in compenso Pete Davidson altezza sfiora quasi il metro e novanta), qualche brufoletto da tempesta ormonale, le occhiaie profonde e una lingua carica a pallettoni. “Una serie di verità brutali e confessioni oscene” è la definizione della sua comicità. Temi: la marijuana (ovviamente), il sesso, le relazioni, le (poche) esperienze di ogni tipo nei dormitori del college che ha brevemente frequentato. E la perdita del padre sezionata sotto ogni ottica, per continuare a elaborare quel lutto che avrebbe potuto definitivamente annientarlo.

Nel 2014 entra a far parte del programma televisivo comico Saturday Night Live, il più famoso della tv americana e vero trampolino di lancio di una carriera. Pete Davidson al SNL inanella diversi record proprio nel 40esimo anno della trasmissione: il più giovane membro del cast, il primo a essere nato negli anni novanta, il quarto più giovane della storia dello show dietro Anthony Michael Hall, Eddie Murphy e Robert Downey Jr. La sua crescita comica è tenuta sotto controllo da amici e colleghi come Amy Schumer, che lo ha voluto anche nel suo film Un disastro di ragazza, per consigliarlo. Specialmente sulla sovraesposizione. Accanto a esperti di comicità intelligenti e ad autori in grado di dargli gli input giusti, Pete Davidson sta svezzando il suo talento.

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Per questo Pete Davidson oggi è un investimento a lungo, lunghissimo termine. È un prossimo 25enne che ha imparato ad affrontare i suoi fantasmi nel modo più dissacrante (anche decolorandosi i capelli di un improbabile paglierino sbattuto). Che ha vissuto una storia d’amore coi riflettori puntati addosso e ha capito che forse era troppo: Pete Davidson Instagram lo ha cancellato appena dopo la notizia della fine della relazione con Ariana Grande. Significa che ha imparato l'errore numero uno dei social: condividere le storie d'amore NON si fa, mai. Che sta diventando un uomo ma non limerà la sua lingua affilata, mai. È la legge durissima degli stand up comedian, Pete Davidson lo sa bene. Lutti, dolori, malattie, amori finiti. “Non c’è nulla su cui non scherzerei, credo sia per quello che mi è capitato. Quella è stata la cosa peggiore che possa succedere, quindi ora come ora penso “e chissenefrega del resto””. Lasciamogli il suo tempo.