Il wall di Instagram di Adele dovrebbe essere studiato al conservatorio. In un trittico riassume la sua storia e le sue viscere musicali: Nina Simone, Lauryn Hill e lei, Adele da bambina che esplode in un boato silenzioso con alle spalle poster delle Spice Girls. La scelta dell’ultimo post di Adele è la scelta del primo post della sua carriera: per la reunion delle Spice Girls Adele cade in piena nostalgia canaglia e celebra il ritorno della girl band più riuscita dello scorso secolo. E lo fa con quello che la piccola Adele non sapeva sarebbe diventato un selfie. Adele da piccola, lontana dai Grammy che fioccano e dai sensi di colpa di mamma a volte in crisi, è una chicca per molteplici motivi. Il primo: adorare quello che per un lasso di tempo è passato dal pop al trash, le Spice e tutte le loro tute in acetato. Il secondo: Adele da giovane è il ritratto di tutte noi, ambizioni che eruttano in una cameretta, ore passati intente a creare un dedalo di scotch e poster, con una Emma Bunton dalla frangetta bionda e un quintetto in cui Victoria Beckham concede la sua celebre boccuccia a cuore (never-ever adesso che festeggia 10 anni da designer eccellente).

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Occhi spiritati, capelli freschi di spazzolate materne, bocca spalancata e pugno teso verso il successo. Adele è cresciuta in una cameretta e in una cameretta ha ascoltato come tutte noi quelle Spice che erano un mix mittel/culturale, liberale e femminista senza che il mondo osasse accostare a loro la parola femminismo (ahhhh, allora erano troppo fancy su zeppe e codine kawaii?). Adele è la popstar più ricca al mondo, è la popstar la cui voce nessuno osa sfidare in N talent show (o nel caso ci frana sopra), Adele è la più alta sostenitrice di altre donne che cantano diversamente da lei e che tratta con una dignità assoluta: quella che solo una bambina che ha sognato di essere una Spice Girls può ancora avere nonostante Grammy, Oscar e ciglia finte per lacrime vere (stavolta di gioia) .