Rania di Giordania non fa un mai plissé. Ma attenzione: sua figlia, la principessa Iman bint Abdullah sembra aver imparato molto dalla madre, amplificandone gli insegnamenti. Nella gara di visibilità tra famiglie reali che mai trova tregua, quest’anno i Windsor hanno sgomitato parecchio per restare in pole position usando tutta l’artiglieria (mediatica) pesante che avevano a disposizione, dai royal wedding del principe Harry e Megan Markle a quello di Eugenie di York con Jack Brooksbank, dalla nascita di Louis, il royal baby di William e Kate, all’annuncio della gravidanza di Meghan Markle. Rania di Giordania, senza tutti questi sforzi faraonici, sta riuscendo però a monopolizzare l’interesse della stampa e degli intenditori di regalità più sofisticati, meno pop. Le è bastato festeggiare il 25 anniversario di matrimonio con re Abdullah II di Giordania, un matrimonio di vero amore, con qualche post toccante su Instagram: per il resto, è la forza dei suoi quattro figli cresciuti bene che sta facendo tutto da sé. Il motivo? Sono carismatici e creano aspettativa intorno alle loro figure. Se è troppo presto per giudicare il più piccolo, il principino Hashem di 13 anni, ormai sia l’erede al trono Hussein, sia la cocca di casa Salma sono diventati grandi. Ma i riflettori cominciano a orientarsi verso la 22enne Iman bint Abdullah, la più discreta di tutte. Se il fratello maggiore Hussein è molto presente sui social e molto mediatico, a lei devi mettere il sale sulla coda: non ha nemmeno un profilo Instagram.

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Quando Hussein diventerà re, Iman bint Abdullah sarà la seconda figura più rappresentativa della monarchia giordana, soprattutto dal punto di vista filantropico. Iman è nata il 27 settembre del 1996 ad Amman, in Giordania. Il suo nome significa “fede” ed è la seconda figlia dei reali di Giordania, nata dopo Hussein. Secondo la tradizione, Iman, come i suoi fratelli, sarebbe la 42esima discendente di Maometto, poiché il suo ramo famigliare, gli Hashemite, sarebbe stato generato da Fatima, la figlia del Profeta. È curioso pensare che secondo alcuni storici anche la regina Elisabetta II sarebbe una discendente di Maometto, a causa del legame che nel 1300 si strinse fra gli avi della royal family e i reali spagnoli, per la precisione a partire dal conte di Cambridge, figlio di Isabella di Castiglia che vantava discendenze dal profeta. Genealogie e parentele a parte, la maggiore dei figli di Rania di Giordania e re Abdullah II è seria, serissima, e sta prendendo ancor di più sul serio la responsabilità di mantenere un’immagine pubblica – e una vita privata – irreprensibili e a prova di accuse di favoritismi. Ad esempio: proprio come il fratello, che si è laureato l'anno scorso, ha frequentato la Georgetown University perché ha superato brillantemente il test di accesso, non certo perché l’ha raccomandata papà. E di questo lei ne va molto fiera.

Princess Iman, daughter of King Abdullahpinterest
KHALIL MAZRAAWI//Getty Images

Sappiamo bene che essere giovani, ricchi, nobili e famosi dalla nascita può dar vita a un mix esplosivo che sfocia nelle ribellioni (ricordate Andrea Casiraghi hippie?). Iman invece a dare spettacolo non ci pensa proprio. Qualche foto privata in cui ride con gli amici circola, ma è normale durante l’adolescenza che ha superato da poco. Per il resto, la si vede sempre vestita in modo sobrio ma non triste, a volte sembra che abbia rubato qualche capo dal guardaroba della mamma, alla quale assomiglia in modo impressionante. Ma quando si tratta di eventi ufficiali, indossa senza fare storie abiti tradizionali giordani, che tra l’altro le stanno molto bene. In comune con mamma Rania di Giordania, infatti, Iman ha pure il fisico snello che ha modellato ulteriormente con tantissimo sport. È una che suda e sgobba duramente quando fa sport, soprattutto a cavallo (a 12 anni ha vinto il secondo premio del Campionato Equestre del Medio Oriente col suo adorato cavallo Saqir), e recentemente ha vinto il premio nazionale King Abdullah II of Fisical Phitness (no, che il premio sia stato istituito dal padre non l’ha favorita per niente, magari il contrario). In quelle poche dichiarazioni che ha rilasciato ha sempre trovato modo di incitare le ragazze giordane a darsi allo sport. Un’altra delle cose che la stampa del Medioriente apprezza molto di lei è che quando parla non usa ma l’Arabeezi, lo slang giovanile misto di arabo e inglese che si è diffuso molto con internet e pare sia abbastanza irritante. Lei parla perfettamente in inglese o in arabo, anche in privato. Stop.

Medef Summer 2015 University Conferencepinterest
Pascal Le Segretain//Getty Images

Ogni Capodanno, la famiglia reale di Giordania usa come cartolina di auguri ufficiale una foto nuova in cui compaiono tutti e sei, genitori e figli, accompagnata da una frase del Corano. Ma da quello che riferiscono le fonti di palazzo, la famiglia non ha bisogno di mostrarsi formalmente unita per dare lustro all’immagine. È veramente unita, e pare che Iman sia particolarmente legata alla madre, oltre che la fratello. Quando aveva dieci anni si è prestata diligentemente ad accompagnare Rania in visita ufficiale in Giappone e in occasione della tappa alla Sodo Kimono Academy di Tokyo si sono vestite entrambe in costume tradizionale. Poi è stata in tournée con i genitori nel Regno Unito, Francia, Italia e Cina. Nel 2008 li ha accompagnati alla prima del film Quantum of Solace a Parigi e ha solcato il suo primo red carpet con un look che forse era un po’ oversize per lei, ma se l’è cavata lo stesso. Mai un passo falso, mai una gaffe o una brutta figura, mai uno scandalo piccolo piccolo. Persino Malia Obama si è fatta beccare dai paparazzi con una sigarettina sospetta. Eppure, Iman bint Abdullah non sembra mai “rigida”. È questo che piace maggiormente di lei ai suoi ammiratori: la spontaneità con cui si presenta, con cui sorride nelle foto in cui non è mai truccata, freschissima, sfoggiando la dentatura perfetta forse di ex bambina con a disposizione ottimi ortodontisti da principessa (e chi altri?). Fidanzatini? Non ci sono, o se ci sono è affar suo: nemmeno i più accaniti siti internazionali di celebrity sono riusciti ad abbinarla a qualcuno. Essere serissimi senza essere noiosi è arte di pochi. Forse la regina Rania e il re Abdullah sono riusciti a insegnarla ai figli. Ma questo lo giudicheremo a breve, perché sono grandi, ormai.