Ce lo siamo chiesto tutti, guardando La tv delle ragazze - Gli stati generali appena è comparso nel primo sketch della dottoressa Isabetta Ragonelli (alias Isabella Ragonese), le preziose lezioni su cosa si può e non si può fare con una donna per non incorrere nel reato di molestie, e poi anche nelle avventure del Maschio Alfa: "Ma dove ho già visto questo ragazzo bravissimo?". Il ragazzo bravissimo si chiama Paolo Camilli, e la scelta del "dove l'ho già visto" è molto ampia. La più gettonata comprende un costume da coniglio rosa, un mandolino e il tormentone "I love you Lucia" dello spassoso spot Galbusera che gira da qualche anno (sì, il coniglio rosa è lui). Potreste averlo visto fare la sentinella col mal di schiena in un altro spot di un cerotto antidolorifico. Ma si può anche far parte del milione di utenti Facebook che due anni fa hanno guardato e condiviso il video In ciabatte sulla spiaggia, dolorosa (si scherza) denuncia del malcostume di camminare sulla sabbia senza togliere le infradito, sollevando polveroni letali. Paolo Camilli è un attore di teatro con un bel curriculum: "Oggi voglio fare cinema, far ridere, commuovere e riflettere. E domani voglio avere anche la possibilità e i mezzi per riconoscere e aiutare i futuri giovani artisti indipendenti. Per ora mi diverto trovando il surreale nel reale, come accade nei miei video per il web", dice sul suo sito ufficiale. Ma è anche una star del web, dove ha creato hashtag come #MindTheGag e #MindTheStories, sotto cui sono raccolti i suoi video. Ovviamente Paolo Camilli Instagram lo usa a tutto spiano e bene, ma anche Facebook, YouTube. MarieClaire.it lo aveva già scoperto e intervistato due anni fa, ora che è il Maschio Alfa della tv delle ragazze ne ha di cose nuove da raccontare...

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Come è nata la partecipazione a La tv delle ragazze? Chi ti ha scelto?

Si è trattato di una felice combinazione. Diversi mesi fa ho letto che il programma sarebbe tornato in onda per festeggiare il trentennale della prima edizione. Pochi giorni dopo, un amico mi ha detto la stessa cosa. Questa coincidenza mi ha fatto riflettere. Per me è sempre stata una trasmissione cult; ho adorato tutti i programmi di Serena Dandini, la loro comicità intelligente e mai scontata, l’ironia tagliente e spesso surreale… E così mi sono deciso a mandare alla redazione un po’ del mio materiale. Un giorno ho ricevuto una telefonata da una delle autrici del programma che mi ha detto che le mie cose erano interessanti e mi ha proposto di vederci. Dopo poco tempo, mi sono trovato seduto al tavolo con le autrici storiche del programma per la prima riunione di lavoro. È stata, ed è tuttora, un’emozione incredibile.

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Come ti trovi meglio, in ruoli brillanti o drammatici?
Mi piacciono sia i ruoli brillanti che quelli drammatici. Non amo la routine, per cui sono molto attratto dall’idea di poter spaziare tra le due dimensioni, e anche di farle avvicinare, toccare, perché il comico e il drammatico sono assai più vicini di quanto si pensi. Per me la differenza sta nel modo in cui il ruolo è scritto, nel cosa vuole comunicare.
Ti secca essere chiamato "quello dello spot col coniglio rosa"?

A dire il vero, ormai è passato così tanto tempo che quello spot è un ricordo. Capita però che qualcuno, scoprendomi grazie ai miei video e alle cose che ho fatto successivamente, vada a curiosare nel mio curriculum e mi dica: “ah ma… il coniglio rosa eri tu?! Ho amato tanto quello spot”.
Cosa ne pensi dei temi che vengono trattati in La tv delle ragazze? Hai visto quanti uomini sui social protestano per alcune battute politicamente scorrette?

Penso che sia un bene che in un programma comico ogni sketch tratti un argomento attuale, serio, urgente e riesca a far ridere facendo riflettere, senza voler cercare a tutti i costi la battuta scontata e priva di contenuto. Per quanto riguarda le proteste degli uomini sui social, questo dato conferma quanto lavoro c’è ancora da fare in una società come la nostra, ancora molto maschilista, in termini di consapevolezza e di destrutturazione di certi modelli.
Com’è l’atmosfera del set? Eleonora Danco, dopo la sua bellissima performance, ha raccontato che nella prima edizione di 30 anni fa sembrava un manicomio gioioso: e ora?

C’è una bellissima energia. Si sente che tutti partecipiamo a qualcosa di bello, che contribuiamo a creare il programma in modo serio e professionale ma sempre molto gioioso. La cosa che più mi ha colpito è la assoluta parità di rapporto anche con le attrici storiche del programma che hanno accolto noi più giovani in modo assolutamente autentico e affabile.
Come sono nati gli sketch “La dura vita del maschio alfa”?

Le autrici - Serena Dandini, Valentina Amurri e Linda Brunetta, cui sono immensamente grato - mi hanno detto: "ci piace il tuo stile ma dobbiamo trovare un modo per inserire una presenza fissa maschile in una trasmissione che vede le donne protagoniste". Così è nata l’idea di invitare gli uomini a liberarsi dal pesante fardello di dover essere a tutti i costi un maschio alfa, slatentizzando anche il loro lato beta, ossia la loro emotività, la loro fragilità. Il mini format che ne è nato, “La dura vita del maschio alfa”, mi gratifica molto: sono onorato di essere la “mosca bianca” del programma!

Hai un aneddoto da raccontare? Un retroscena?
L’aneddoto riguarda la mia proverbiale scaramanzia: ero talmente tanto felice e incredulo di essere stato scelto per il programma che ho taciuto la notizia a tutti i miei amici, e persino a mia madre, fino alla sera del debutto!
Una parola ciascuna per descrivere: a) Serena Dandini; b) Isabella Ragonese; c) la tua compagna di sketch Serena Tateo.

Uhm, temo che una parola per ciascuna non basterà. Posso tentare con una frase? Dandini: una donna avanti anni luce, coraggiosa e grande “direttrice di orchestra”. Ragonese: ero già un suo fan e ora lo sono anche di più. Tateo: una compagna di viaggio davvero speciale.
Le artiste del programma sono tutte grandiose, ma chi sono le tue preferite, quelle con cui vorresti lavorare ancora?

Cinzia Leone, Carla Signoris, Sabina Guzzanti, Angela Finocchiaro, Serena Dandini (naturalmente)… è davvero difficile scegliere!
Tu sei stato anche un famoso Viner, una star del defunto social Vine: che ne pensi della popolarità sui social e della loro precarietà? Nel senso: domani potrebbe scoppiare uno scandalo, chiude Instragram, o Youtube... e poi?

I social sono strumenti molto utili ma passeggeri. È bene usarli, ma chi ha davvero qualcosa da raccontare deve saperlo fare anche fuori da lì.