Spifferi gelidi a palazzo: Meghan Markle foriera dei primi dissidi in casa Windsor e in fase di trasloco per problemi, non condominiali? Tranquilli, le cose non stanno così. “È tutta una bufala del Daily Mail”, e a dirlo è uno che se ne intende. Antonio Caprarica, giornalista con 30 anni di reportage televisivi dall’estero, inclusa una lunga corrispondenza da Londra, è voce autorevole in faccende regali, in primis quelle anglosassoni. Nel suo ultimo libro Royal Baby (Sperling & Kupfer), ad esempio, definisce e indaga il paradosso secondo cui molte nazioni decidono da secoli di farsi guidare da una persona frutto di una sorta di lotteria genetica. Ma torniamo ad “Hurricane Meghan”, inarrestabile, nonostante il pancione che lievita: quindi avrebbe davvero innescato gelosie e rivalità con Kate e annacquato il forte legame tra William ed Harry? “Ripeto, sono chiacchiere e pettegolezzi. Inconsistenti e superficiali. Come l’idea che Meghan sia la nipotina preferita di Elisabetta. Attenzione: Meghan ha un apparato di autopromozione internet che non ha nulla da invidiare a quello di Matteo Salvini e sospetto che molte di queste voci non nascano in modo casuale, ma che qualcuno ci lavori un po’ sopra”, ci spiega con convinzione Caprarica. “Sono bufale. Con ogni evidenza sono due ragazze diversissime, con interessi e prospettive differenti; ma questo non toglie che abbiano un rapporto assolutamente civile tra di loro”.

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Allora perché il cambio di casa a Frogmore Cottage?
"Non è che William e il fratello vivessero insieme. Kensington è come un residence: non ha le 900 stanze di Buckingham Palace, ne ha quasi la metà, ma è pur sempre una reggia dove non ci si incontra mai. Lì i duchi di Kent hanno un appartamento di circa 10 stanze; Margaret ne aveva 21, passate poi a William. Però tutti i membri di peso della famiglia reale hanno anche un cottage dalle parti di Windsor o Sandrigham, in linea con le tradizionali attribuzioni della Regina. William e Kate vivono buona parte dell’anno nella tenuta di Sandringham, dove la regina ha messo a loro disposizione una delle residenze più belle. Quelle che con understatement gli inglesi chiamano cottage in realtà sono villette di 50 stanze. Frogmore è una di queste, ed è logico che Harry e Meghan mettano su casa in un posto tutto loro".

È vero che per il matrimonio Meghan voleva una tiara diversa da quella concessa dalla regina, e che per questo avrebbero discusso?
“È inconcepibile che lei o chiunque altro possa cambiare il volere di sua maestà su quello che deve indossare. La stanza del tesoro di Elisabetta non è aperta neanche ai familiari più intimi; è lei che, con gesto generoso e autonomo, offre un gioiello. Sono pettegolezzi del Daily Mail che, in occasione della celebrazione ufficiale per l’armistizio della guerra del 1915-18, parla della gelosia di Kate per gli orecchini di Meghan, che le sarebbero stati offerti direttamente dalla Regina. Un mare di chiacchiere”.

Alimentate da cosa?
“Il pubblico britannico consuma le vite dei reali come gli animali dello zoo fanno con il cibo. È questo il rapporto tra reali e tabloid. La mamma di Lady Elizabeth Bowes- Lyon, di famiglia ducale, guardò con disgusto la proposta di matrimonio di re Giorgio VI e disse alla figlia «Non capisco perché tu voglia trasformarti in fieno quotidiano per il pettegolezzo dei tabloid britannici»”.

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Lei cosa pensa di Meghan Markle?
“Era una ragazza senza radici, né storia, né famiglia; si è inventata come attrice femminista, sostenitrice della liberazione di genere, combattente delle parità. È entrata nella soap opera reale come il personaggio Meghan: finta, sincera? Direi che più che altro è auto-costruita. Quello che doveva fare l’ha già fatto e raggiunto. Non avrà mai la responsabilità di regnare e sarà solo un bel personaggio di contorno. Potrà fare innamorare di sé gli inglesi, ma dubito che possa superare il livello di popolarità che ha raggiunto. Dal punto a cui è arrivata, può solo declinare”.

Pronostici sul suo futuro?
“È ancora difficile prevedere se sarà all’altezza del ruolo. Le testimonianze in merito sono piuttosto concordi nel dipingerla come alquanto dispotica e capricciosa: credo che in parte corrisponda a verità. Basti pensare al matrimonio, dov’era palpabile e visibile il fastidio della Regina, di Kate, Camilla e delle altre donne di casa reale. Una ragazza capace di imporre quel genere di cerimonia nuziale è chiaramente molto determinata. Mi azzarderei a dire che in questo momento ha totalmente in pugno Harry. Ma deve stare attenta perché temo che tenda ad esagerare nell’interpretazione della soap opera. Non c’è dubbio che lo stia facendo con naturalezza, perché lei è quella parte. Però stanno emergendo lati negativi del suo carattere e una certa tendenza hollywoodiana. Mi auguro che, siccome conosce bene la realtà, sappia valutare il suo matrimonio e si preoccupi di farlo durare”.

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E Kate?
“Dal punto di vista della critica pop non c’è differenza tra lei e Meghan: entrambe principesse buone per recitare nella soap opera reale. Non è così, perché la monarchia è un’istituzione seria per gli inglesi. Meghan al massimo sarà duchessa di Sussex. Kate è una futura regina, per niente costruita. Tipica ragazza della buona borghesia britannica, dal punto di vista anagrafico è una creatura del Thatcherismo. I suoi genitori sono il prodotto di quell’epoca. Erano nessuno e si sono arricchiti usando testa, iniziativa ed imprenditorialità. Sarà una tipica sovrana inglese e il pilastro della famiglia reale. Gli altri sono personaggi più evanescenti, a cominciare da William”.

In Royal baby lei sostiene che di solito gli eredi designati sono alieni disadattati: convinti della loro superiorità, faticano a venire a patti con il mondo reale e sono estranei a emozioni, sentimenti e passioni dei loro sudditi. I principi Carlo, William ed Harry sono così?
“Carlo è il primo degli alieni a dover fare i conti con la modernità. A due anni ha imparato prima a fare l’inchino alla bisnonna e poi a baciarla sulla guancia. William ed Harry invece sono i primi E. T., extraterrestri sbarcati sulla terra, diversi dal padre. Bisogna riconoscerne il merito a Diana che ha cercato di crescerli fuori dalla gabbia dorata della reggia, senza mai fargli mancare l’appoggio tipicamente materno di compagna, amica e spalla su cui piangere. Certo, sono sempre dei privilegiati, ma in grado di condividere anche la vita delle persone normali”.

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Meglio essere l’erede al trono come William o seconda, terza o quarta scelta?
“Non c’è dubbio che oggi i cadetti siano più fortunati. Disgiunti dalla prospettiva della corona, sono più liberi, pur godendo comunque di uno status socioeconomico privilegiato. Harry ha ereditato dalla madre 24 milioni di sterline con cui campare tranquillamente, anche spendendo bene. Può rispondere ai moti del cuore con maggiore libertà, frequentare chi gli pare e piace, è meno soggetto a critiche. Può sposare un’attricetta afroamericana, discendente di schiavi, senza che qualcuno obietti; anzi accolto dal tripudio generale, nuova prova di apertura della monarchia. Dubito che il fratello maggiore sarebbe stato autorizzato a sposare una ragazza con antenati di colore. Una cosa è ritrovarsi un principino abbronzato lontano dal trono, un’altra è averlo sopra. Due cose molto diverse”.

Nascere a corte: c’è differenza tra maschi e femmine?
“Domanda interessante perché le ultime generazioni di Windsor sono state abbondanti di maschi, scarse di femmine. L’esempio più a portata di mano è Anna, famosa per essere stata un maschiaccio. Grandi diversità rispetto ai comportamenti dei fratelli non ne vedo. Ha avuto una giovinezza scapestrata: a Londra la chiamavano Hot pants, mutande bollenti, nomignolo che si era guadagnata sul campo. Pur avendo concepito una figlia con la guardia del corpo, oggi è molto stimata per l’eccellente lavoro con le organizzazioni benefiche che presiede, ligia ai suoi doveri istituzionali. Diciamo che con l’esempio di Elisabetta, le donne a corte tendono a comportamenti più sensati, dignitosi e responsabili di quelli dei maschi”.

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La principessa Anne

Privilegio di nascita e un’educazione sbagliata: disastro assicurato?
“Il punto focale del libro è: cosa assicura ad un essere umano uno sviluppo equilibrato? Nascere in un ambiente familiare protetto dove l’affetto sia dato e ricevuto. Nel caso dei Reali, fino a metà del 900 era prevista la separazione nettissima tra genitori e figli. La Regina Elisabetta ama moltissimo i suoi, ma li ha educati com’era uso nell’800. Li vedeva mezz’ora al giorno dopo il breakfast, e quando andava bene, gli dava la buonanotte. Questo ha prodotto ragazzi estremamente insicuri come Carlo, aggressivi ed arroganti come Andrea, timidi e riservati come Edward”.

Ha scritto che la regina Vittoria e Albert, Elisabetta e Filippo volevano presentare ai sudditi un volto moderno ed hanno investito sulla formazione più democratica dei loro rampolli, ma l’esperimento sarebbe fallito: perché?
“Il paradosso della monarchia nell’era della democrazia è che essere moderni vuol dire convincere i sudditi che la famiglia reale è come le altre. Ma come mantenere la finzione di normalità quando un bambino di 5 anni il primo giorno di scuola è assalito da un esercito di fotografi e giornalisti che corrompono i bidelli per conoscere ogni sua stupidaggine? O il barbiere di Harrods che tagliava i capelli a Carlo e ai suoi compagni, poi vendeva ai tabloid le marachelle che faceva o subiva il principe? C’è una contraddizione. Se trattiamo questi rampolli come ragazzi qualunque e, anziché tenerli protetti nella reggia li mettiamo con i coetanei, cosa fanno quelli che si trovano compagno di banco un principino destinato un giorno a regnare su di loro? Si portano avanti, utilizzano il vantaggio che hanno al momento e lo massacrano. Come è capitato a Carlo. Il privilegio di nascita è già qualcosa che rende impossibile la normalità e destinato a rovinare la vita”.

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Vale anche per i rampolli di William e Kate e quelli futuri di Meghan e Harry?
“No è già radicalmente diverso. Non so cosa combinerà Meghan, se li porterà a cantare in un coro Gospel. Certo è che Kate sta educando i suoi come figli di una normale famiglia borghese, con tanto affetto, cura e vicinanza, i bambini sempre accanto. Finalmente non c’è più quella separazione che finora ha contraddistinto le infanzie reali: questo dovrebbe produrre principi più capaci di comprendere le emozioni dei sudditi”.

Cambiano i tempi anche per i privilegiati: in cosa soprattutto?
“Carlo è l’ultimo bambino regale tipico, i suoi nipoti sono figli di personaggi pop. La trasformazione radicale dell’era di William ed Harry è che, mentre una volta erano le celebrità a cercare la legittimazione del trono, adesso è il trono a trasformasi in un covo di superstar. Anche i loro figli sono già protetti da questo ruolo: per loro sarà più facile inserirsi nel mondo che venera questo tipo di fama, oggi l’unica sorta di regalità”.

Lei aveva predetto che sarebbe arrivato un terzogenito di William e Kate: come ha fatto?
“Al matrimonio di Harry non c’ero; però a quello di William ho osservato che tagliavano tre fette di torta nuziale e con discrezione le conservavano. Semplicemente ho tenuto conto dell’antica tradizione britannica secondo la quale gli sposi mettono da parte tante fette quanti sono i figli che vogliono avere, per poi tirarle fuori al battesimo”.

Lei sottolinea che a volte si rivelano regnanti migliori quelli che per nascita non erano destinati al trono, come la regina Vittoria o Elisabetta: come se lo spiega?
“Per la corona inglese c’è l’esperienza storica Le uniche sovrane degne di nota degli ultimi due secoli e mezzo sono quelle che non avevano la corona nel loro futuro, idem re Giorgio VI. Non sono stati educati con rigido protocollo, il peso della responsabilità e della preparazione al ruolo. Per questo sono esseri umani più normali, equilibrati e capaci di comprendere i bisogni del popolo. Vittoria ha addirittura dovuto fare i conti con la penuria. Orfana di padre, morto pochi mesi dopo la sua nascita, gli zii Windsor odiavano lei e la madre e gliene fecero passare di tutti i colori. Elisabetta è cresciuta in una famiglia piena d’amore e così unita che avevano l’abitudine di chiamarsi we four noi quattro”.

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Lei ha conosciuto Carlo, che tipo di re sarà?
“È un uomo molto intelligente e pieno di idee innovative. Vuole superare l’aspetto monarchico medievale e sa che oggi la monarchia va ‘asciugata’. Però la sua popolarità non è eccelsa: la vicenda matrimoniale con Diana l’ha danneggiato più che mai e per regnare dovrà contare moltissimo sull’aiuto del figlio maggiore, e soprattutto di Kate. È lei quella popolare: madre dei tre principini, la donna del popolo arrivata sul trono, il massimo dell’ascensore sociale. Da notare che oggi non c’è una futura regina che abbia natali principeschi. Sono tutte commoners che portano nelle istituzioni sensibilità, valori e legami tipici delle famiglie borghesi».

In definitiva, perché resistono ancora le monarchie?
“In Occidente, perché offrono uno spettacolo insuperabile e sono la miglior soap opera del pianeta. Ogni matrimonio reale è una puntata della telenovela. C’è una necessità narrativa che fa parte dei nostri archetipi, la favola. Poi in Inghilterra è molto forte l’amore per Elisabetta che è la matriarca nazionale, la mamma di tutti. Con Carlo qualche problema si porrà. Ma nel mondo esistono tante altre monarchie. Quelle mediorientali e del Golfo: patrimoniali, dispotiche, assolutiste, un problema politico. Quelle orientali dove il re ha ancora un sostrato divino, convinti che sia una reliquia da preservare a tutti i costi. Ero a Bangkok quando morì re Bhumibol e ricordo il suo funerale, apoteosi di essenza divina. In Giappone il Tenno, l’imperatore, è il 128esimo discendente della dea del Sole”.

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