La lettera aperta che non ci aspettavamo. Una esternazione che prova a sistemare alcuni punti chiave della narrazione “news Amber Heard Johnny Depp” modificandone la percezione che il gossip mondiale ha spolpato fino ad oggi. La Amber Heard 2019 anticipa l’anno nuovo con una dichiarazione aperta e diretta a tutti, pubblicata dal Washington Post. Chirurgica, essenziale, razionale e al tempo stesso emotivamente potentissima. Una lettera aperta dove l’attrice ex moglie di Johnny Depp, ex di Elon Musk e di Sean Penn, protagonista di Aquaman e soprattutto (per chi lo avesse rimosso dalle apposizioni) ambasciatrice per i diritti delle donne all’American Civil Liberties Union, parte da lontano per far luce sulle molestie subite nella vita, riassume la direzione presa e si libera dall’esposizione al pubblico ludibrio. Solo perché bella bellissima, sessualmente libera (Amber Heard bisex non lo ha mai nascosto, anzi), e per questi motivi (?) considerata un’arpia sfasciafamiglie.

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“Sono stata esposta agli abusi sin dalla giovane età, certe cose le ho sapute molto presto senza che nessuno me le dicesse. Sapevo che gli uomini avevano il potere fisico, sociale ed economico, e che molte istituzioni sostengono questo assunto”, esordisce Amber Heard nella lettera dove scrive, apertamente, della sua stessa presa di coscienza. “Come molte donne sono stata molestata sessualmente dai tempi dell’università. Ma sono stata in silenzio, non sentivo la necessità di denunciare per avere giustizia. E non mi vedevo come una vittima”. Il cambio di passo e la consapevolezza sono arrivati nel 2016. Ai tempi del tormentato divorzio da Johnny Depp Amber Heard si è resa conto di quanto la negazione dello status di vittima, operata proprio dai taciti accordi tra uomini di potere, fosse capillare. Il bro-code, lo avevano definito nel caso Weinstein, la rete di protezione che gli uomini avevano costruito per minimizzare le accuse. Che si traduce in una discriminazione lavorativa, quando non nell'espulsione diretta dal mondo del lavoro. Non impiegare le colleghe che denunciano, che parlano, che indicano apertamente da chi stare lontana (come Ellen Barkin), che non si adeguano alla linea patriarcale.

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La foto di Amber Heard con la faccia tumefatta dai lividi delle percosse di Johnny Depp ha scosso il mondo, ma la rete di salvataggio si è aperta per lui, non per lei. “Gli amici mi hanno detto che non avrei mai più lavorato come attrice, che sarei finita nella lista nera. Un film a cui ero molto legata ha cambiato il casting per il mio ruolo. Avevo scattato una campagna pubblicitaria per un marchio di moda mondiale, della durata di due anni, e mi hanno licenziata”. Come se non bastasse, anche il ruolo di Amber Heard Mera in Aquaman e in Justice League ha traballato, nonostante i milioni impegnati nella saga. Il tutto perché aveva scelto di parlare pubblicamente di ciò che aveva subito. “Ho avuto il raro vantaggio di vedere come le istituzioni proteggono gli uomini accusati di abusi”, ha scritto l’attrice, portando a sostegno alcuni esempi che dal personale si sono estesi al pubblico. Al governo, nello specifico, laddove l'attrice cita le 12 accuse di molestie mosse contro il Presidente Donald Trump da altrettante donne, la blue wave delle elezioni midterm che ha portato un numero considerevole di donne al governo degli Stati Uniti. Senza dimenticare il #MeToo che da oltre dieci anni si occupa di sostenere le vittime di abusi (di ambo i sessi).

Amber Heard molestie ne ha subite eccome, ha dovuto cambiare il numero di telefono ogni settimana perché riceveva minacce di morte, era pedinata da droni e fotografi a piedi, in moto e in macchina. Un incubo in cui è stata trascinata anche dai media, che hanno setacciato archivi e lanciato gossip di ogni tipo per screditare la ex moglie di Johnny Depp. Amber Heard oggi ha superato la fase più difficile, si è distaccata da quel passato che l’ha travolta. La sua lettera denota amarezza profonda ma anche consapevolezza, lucidità, ironia. È una lettera che pone il mondo di fronte ad un problema serio di coscienza. E a un desiderio: “Voglio assicurarmi che le donne che parlano di violenza ricevano più sostegno”. La sua, di sicuro, ce l'hanno già.