Figlia del presidente del dipartimento di Fisica della Stanford University, a Palo Alto, e di una giornalista che ha avuto tra i suoi allievi anche Lisa Brennan-Job, la figlia del fondatore di Apple, e James Franco, Susan Wojcicki, origini russo-polacche, è una creatura della Silicon Valley da cima a fondo. Dopo la laurea in storia e letteratura all'Università di Harvard frequentò un corso di informatica che, disse, “cambiò il mio modo di pensare, su ogni cosa”, decise di assecondare il grande fermento imprenditoriale che si percepiva in quell'area della California di quegli anni e si iscrisse a un Mba in Economia.

Ottime premesse, eppure, la vita di Susan Wojcicki ebbe la vera Grande Svolta nel 1998 quando, per pagare la consistente rata del mutuo dell'immobile che aveva acquistato a Menlo Park, si vide costretta ad affittarne il garage, per 1.700 dollari al mese. I primi a rispondere all'annuncio furono Larry Page e Sergey Brin che, all'epoca, stavano facendo muovere i primi passi alla creatura che avevano da poco fondato: GOOGLE. Tra le due parti venne, fin da subito, a crearsi un bel rapporto di confidenza e fiducia, al punto che, pochi mesi dopo, incinta di quattro mesi, diventò la sedicesima dipendente di Google, la prima ai vertici del marketing e ad aver usufruito del congedo di maternità.

È a Susan Wojcicki che si deve l'invenzione dei Doodle e, qualche anno dopo, l'idea che ha segnato una prima grande milestone del gruppo: il suo ingresso, prepotente, nell'advertising online con gli AdSense, oggi utilizzati da oltre 11 milioni di siti web nel mondo. Nel 2006, passò poi a dirigere Google Video. Era quella fase in cui, sulla ribalta del video-sharing c'era soprattutto lui, YouTube, che già contava milioni di utenti. Riprendendo in mano i rudimenti di analisi economica appresi nel corso dei suoi studi, Wojcicki elaborò così un report nel quale dimostrava come l'acquisizione della piattaforma sarebbe stata un ottimo affare. Non faticò molto a convincere Page e Brin che decisero di procedere nell'investimento da 1,65 miliardi di dollari. Oggi il valore stimato di YouTube è di circa 160 miliardi.

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Nel suo primo anno di attività in veste di Ceo, la manager andò in maternità per la nascita del suo quinto figlio e, su New York Times, scrisse un articolo nel quale spiegava al governo americano l'importanza di diventare un modello per il welfare a sostegno delle donne lavoratrici e madri.
Un'altra delle sue grandi crociate è stata quella tesa a colmare il gap di genere nel settore tecnologico: “La tecnologia è una forza incredibile che cambierà il nostro mondo in modi che non possiamo anticipare”, ha dichiarato in una recente intervista a Forbes. “Se questa forza è trainata soltanto per il 20-30% da donne, abbiamo un problema”. Subito dopo, giusto per ribadire il concetto, intervenne anche su Fortune con un articolo di suo pugno nel quale descriveva il dover spiegare a uno dei suoi figli perché "non ci sono ragioni biologiche che ci siano poche donne impiegate nei settori hi-tech". Chiosare con il fatto che a cinquant'anni, con un patrimonio netto stimato in 480 milioni di dollari è una delle dieci donne più ricche e potenti del mondo è quasi inutile. No?

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