Perché tendiamo a fidarci delle persone che ci sono vicine? Continuiamo a sentirci protette a casa, anche se ormai sappiamo, dati alla mano, che il maggior numero di delitti, abusi, violenze fisiche e verbali, avviene in famiglia. Qual è la ragione? Il motivo è che non potremmo continuare a mettere in scena le nostre vite se non ricorressimo a quel meccanismo chiamato sospensione dell’incredulità: la volontà, spesso inconscia, di ignorare le assurdità, le incongruità delle nostre relazioni. Proprio come facciamo quando prendiamo posto in platea per assistere a uno spettacolo di teatro.

La serie Tv The Undoing - Le verità non dette, in onda su Sky Atlantic dall’8 gennaio (e in streaming su Now Tv) può essere guardata in tanti modi.

Intanto, come un thriller psicologico molto ben architettato. La storia, tratta dal romanzo Una famiglia felice di Jean Hanff Korelitz, pubblicato in America nel 2014 e, in Italia, da Piemme, due anni dopo, ricorda, non nella trama in sé, nelle premesse da cui si sviluppa, Gone Girl - L’amore bugiardo di Gillian Flynn e Piccole grandi bugie di Liane Moriarty, da cui, non a caso, sono stati tratti, rispettivamente, un film e la notissima serie Tv Big Little Lies.

Ma siccome «bugia» è la parola chiave o l’impalcatura su cui si reggono tutte e tre queste storie, ovvero le menzogne che raccontiamo agli altri ma, ancor più a noi stessi, The Undoing può essere vista come il disvelamento di un dubbio di cui tutte siamo consapevoli, ma che preferiamo, o meglio dobbiamo, far finta di ignorare. I coniugi Fraser, Grace (Nicole Kidman), una psicoterapeuta di successo, e Jonathan (Hugh Grant), un oncologo infantile, sono l’emblema della coppia perfetta. Ricchi, (apparentemente) felici, un figlio quasi adolescente, Henry, (l’attore quindicenne Noah Jupe) splendidamente educato, intelligente, sensibile e legato alla stessa maniera a entrambi i genitori. E un padre, quello di Grace (interpretato da Donald Sutherland), innamorato del nipotino e pronto a qualunque cosa pur di sostenere lui e la figlia, anche a costo di andare contro i propri convincimenti.

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Presto, però, scopriamo non solo che Jonathan ha avuto una relazione con la giovane mamma di un suo paziente, Elena (Matilda De Angelis), ma che polizia sospetta che lui l’abbia uccisa. In modo orribile. Infierendo su di lei, già morta, con un martello fino a fracassarle il volto. Un qualcosa che, dice a un certo punto il padre di Grace, solo un mostro potrebbe essere in grado di fare.

Jonathan è l’unico possibile omicida secondo la polizia. Peggio ancora, la stessa Grace viene considerata dagli investigatori una probabile complice. Altri dubbi, intanto, emergono. La migliore amica di Grace, l’avvocato Sylvia Steinetz, interpretata dall’attrice Lily Rabe, per esempio: potrebbe aver giocato un ruolo nel delitto? E il piccolo Henry sa qualcosa che non ha confessato? Infine, il padre di Grace: se fosse stato lui ad aver assoldato qualcuno per fare uccidere l’amante di Jonathan per far ricadere la colpa su di lui?

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E qui arriviamo alla ragione per cui la regista della serie, Susanne Bier, non avrebbe potuto trovare interprete migliore della Kidman. Un episodio dopo l’altro, seguiamo Grace mentre affrontare il peggiore degli incubi senza che la sua bellezza ne risenta, non una ruga di ansia, non un capello fuori posto. Dal lungo cappotto verde che indossa nel primo episodio, al pigiama di seta, al dolcevita con il quale si ripara dal freddo nella villa sull’oceano dove, a un certo punto, si ritira per sfuggire allo scandalo, la Kidman indossa pezzo a pezzo il guardaroba che ognuna di noi vorrebbe, entra ed esce dalla Townhouse in cui tutte abbiamo sempre sognato di vivere e attraversa Central Park come ci siamo tante volte ripromesse spesso di fare, senza quasi mai riuscirci. Non proprio come lei, almeno. Il punto è che Grace-Kidman rappresenta l’iperbole di quella sospensione dell’incredulità che sperimentiamo tutte. Immutabile, incredula, consapevolmente o no bugiarda, decisa a rimanere nella finzione, dallo smalto sulle unghie fin dentro ai pensieri. Tutto pur di evitare che il palcoscenico della sua vita vada in pezzi.

Vale la pena di guardare The Undoing - Le verità non dette con questa retro-illuminazione. Per continuare a fidarci e a sentici al sicuro con chi abbiamo scelto, ma senza mai dimenticare del tutto che, per quanto crediamo di sapere chi sono le persone che abbiamo vicino, siamo, pur sempre, gli uni per gli altri, perfetti sconosciuti.

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