Angela Jean Ahrendts è una manager di 58 anni nata a New Palestine, una cittadina degli Stati Uniti situata nella contea di Hancock, nell'Indiana. È stata classificata al quindicesimo posto nella classifica di Forbes delle cento donne più potenti del mondo, e al nono dell'omologa lista della Bbc riferita al Regno Unito. Secondo Fortune è invece in ventinovesima posizione. Nel 2014 Angela Jean Ahrendts è entrata in Apple come responsabile delle vendite al dettaglio, occupando una posizione che era rimasta vacante per oltre un anno. Oggi, dopo quasi un lustro di successi della divisione che presiede, di lei si parla soprattutto perché nell'ultimo report sui salari del colosso di Cupertino risulta dominatrice assoluta, con uno stipendio di 24,2 milioni di dollari, più del doppio di quello dell'amministratore delegato Tim Cook.


Quando arrivò in Apple, la manager non aveva alcuna competenza di tipo tecnologico e ciò, paradossalmente, rappresentò un plus poiché, nella strategia dell'azienda, il marchio della mela morsicata avrebbe dovuto essere percepito sempre più come quello di una categoria di prodotti capaci di incarnare e assecondare uno stile di vita anziché dispositivi hi-tech e basta. Fu proprio per questa ragione che il management decise che la sua nuova figura-chiave non dovesse possedere un background in quel mondo. La scelta ricadde, dunque, su Angela Jean Ahrendts, quella brillante manager nata in una famiglia numerosa e benestante, che era stata cheerleader prima e sportiva a buoni livelli poi grazie a un talento innato per le attività fisiche e al suo metro e ottanta di altezza, e che poi scelse un percorso universitario in Scienze Umanistiche.

Ciò avvenne quando lei era già una figura dirigenziale molto affermata nell'industria della moda, che divenne il suo settore di elezione fin dai momenti immediatamente successivi alla laurea, quando si trasferì a New York con un biglietto di sola andata e suo marito, Greg Couch, che conosceva fin dalle scuole elementari. Nella Grande Mela iniziò nel settore vendite di un'azienda di abbigliamento maschile per poi passare al merchandising del produttore di biancheria intima Warnaco. Alla fine degli anni '80 divenne presidente di Donna Karan International e ricoprì la carica per sei anni. Dopo una parentesi da Henri Bendel, dove fu chiamata per espandere il brand in nuovi mercati, nel 1998 si unì a Liz Claiborne con la quale lavorò per gli otto successive anni arrivando fino al vertice, con la qualifica di vice presidente esecutivo. La prima grande svolta della sua carriera si ebbe nel gennaio del 2006, quando entrò a far parte di Burberry diventando amministratore delegato dopo appena sei mesi. La sua prima missione fu quella di ridare prestigio a un marchio che, negli ultimi anni, era stato soggetto a un calo inesorabile per via di un sovralicenziamento e una sovraproduzione che ne stava progressivamente diluendo il valore.

Per raggiungere l'obiettivo ordinò l'eliminazione di 35 categorie di prodotti, sia nell'abbigliamento che negli accessori, che fece sostituire con altre più redditizie; ridusse poi le perdite dovute alla contraffazione, e abbracciò la tecnologia sia per le vendite online che per la gestione di quelle “fisiche”. Grazie ai suoi interventi, il valore della società crebbe da due a sette miliardi di sterline. Già nei primi mesi della sua permanenza nel Regno Unito (dove l'azienda di cui era a capo ha sede) invece di optare per una casa nella capitale decise di andare a vivere con il marito e i tre figli (Jennings, Sommer e Angelina) in periferia, in una magione con di piscina e campo da tennis. Nel 2012, secondo Cnn Money, Angela Jean Ahrendts era diventata l'amministratore delegato più pagato di tutto il Regno Unito con un patrimonio di 26,3 milioni di dollari. E poi “briciole di lusso”: aveva un'indennità di indumenti di oltre 33 mila dollari e l'80% di sconto sull'acquisto dei prodotti del marchio. L'anno dopo, lasciò Burberry con il prezzo delle azioni che nel frattempo era triplicato. Poco prima del suo ritorno negli States e il suo ingresso in Apple, la monarchia britannica l'ha insignita di un importante riconoscimento onorario per il suo fondamentale apporto al business del Paese.