LSD ha una sua regina, di chiama Amanda Feilding e solo gli intenditori conoscono la sua definizione dell’acido lisergico come qualcosa che produce nel tuo cervello “lo stesso effetto di quando giri una palla di vetro con la neve”. "Intenditori" vuole dire: coloro che la cosiddetta droga dell’espansione di coscienza l’hanno sperimentata, o quelli che l’avrebbero voluta prendere ma non ne hanno avuto il coraggio (e forse 50 anni dopo ne sono un po’ pentiti, ma magari è andata meglio così). In una lista random di cose che fanno subito pensare agli anni 70, fra pantaloni a zampa d’elefante e coroncine di fiori, Jesus Christ Superstar, Hair e minigonne, solo i più coraggiosi non omettono mai l’LSD. Quegli anni, come sempre accade al passato, sono filtrati dal ricordo di chi era giovane e tutti rimpiangiamo la giovinezza, persino chi l’ha vissuta sotto le bombe della Seconda Guerra Mondiale. Ma le droghe negli anni 70 non sono state solo ribellione e percezione, sono state anche un bel problema (e ancora lo sono in molti ambienti). Giravano testimonianze di amplificazione delle sensazioni, dello stato d’animo e dell’ambiente, si narrava che potevi sentirti perso nel deserto del Sahara solo perché in quel momento avevi sete, o immaginarti di essere diventato un galeone spagnolo solo perché nel giardino dove l’avevi provata con gli amici c’era una piscina. Peccato che c’era anche chi nella piscina ci si gettava, e il galeone affondava. O chi da quei viaggi non tornava più. Fatte le dovute premesse, l’acido lisergico è invece da anni al centro di un programma di utilizzo possibilista, e Amanda Feilding è una di quelle che tenta di valorizzarlo promuovendone l’utilizzo medico guidato e consapevole. Amanda Feilding ha dato vita nel 1998, e ancora oggi ne è direttrice, alla Fondazione Beckley, che predica il potenziale trasformativo e terapeutico delle sostanze stupefacenti proibite e finanzia gli studi dei ricercatori che indagano sulle possibilità di utilizzi benefici. Ma chi è Lady Amanda Feilding?

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Di Amanda Feilding si dice sia la "mano nascosta dietro la rinascita della scienza psichedelica". Ma è anche definita “La contessa dell’LSD”. Contessa, in effetti, lo è, di Wemyss e March per la precisione, discendente dal settimo Conte di Denbigh e dalla Marchesa di Bath. È nata nel 1943 ed è stata una donna bella, anche se si tratta di informazione superflua. L’infanzia l’ha trascorsa a Beckley Park, una magione dei Tudor (che lei ha poi ereditato e ribattezzato Brainblood Hall) allevata da un padre ribelle e una madre che da giovane aveva avuto Friederich Nietszch nella cerchia di amici abituali. Beckley Park deve essere un luogo che custodisce caratteristiche particolari se Lewis Carrol e Aldous Huxley vi hanno ambientato dei paragrafi l’uno di Alice nel paese delle meraviglie, l’altro del suo primo romanzo Giallo cromo. Per la sua proprietaria ha un forte potere evocativo delle fantasie allucinogene che i bambini vivono naturalmente mentre crescono, come il classico amico immaginario. In una recente intervista su Psymposia Amanda Feilding ha raccontato che quando l’ha provato lei per la prima volta, nel 1965, LSD non era ancora una sostanza illegale. “Sono rimasta folgorata dal suo potenziale di espandere e approfondire la percezione e il senso dell'unione”, racconta. “Ero sempre stata un’appassionata di misticismo e di religione comparata, e l'esperienza derivata dall'LSD ha dato sostanza alle parole”. Okay, di primo acchito Amanda Feilding può sembrare una folle, soprattutto approfondendo la sua storia. Nel 1970, quando aveva 27 anni ed era una studentessa, è diventata famosa per aver praticato su se stessa la trapanazione del cranio con un trapano da dentista. Sembra qualcosa di molto splatter ma in realtà, per onestà deontologica, Feilding ha sperimentato su stessa invece che su un volontario (probabilmente anche impossibile da trovare) la teoria su cui lavorava, secondo cui l’essere umano nasce con una grande ampiezza di percezione che perde progressivamente a partire dalla chiusura delle fontanelle. Voleva, in breve, capire se una piccola apertura fra il cervello e l’ambiente esterno avrebbe cambiato il suo modo di rilevare la realtà. L’operazione, che era già in uso nelle civiltà sciamaniche, fu immortalata in un documentario intitolato Heartbeat in the Brain, che comprensibilmente non è stato accolto con molto entusiasmo dall’opinione pubblica, tanto che non è stato più proiettato pubblicamente fino al 2011, all’istituto di Arte Contemporanea di Londra.

In realtà, Amanda Feilding, che non ha riportato conseguenze dall’esperimento, è una ricercatrice a tutti gli effetti, che ha progressivamente ampliato le sue conoscenze di neurologia. In seguito ha proseguito quel tipo di studi su pazienti soggetti a fratture craniche accidentali ed è arrivata a dimostrare che quando la scatola cranica non è intatta, il flusso sanguigno verso il cervello cambia. Un’altra importante esperienza nella sua formazione, Feilding l’aveva vissuta prima di iniziare gli studi di religione comparata a Oxford, quando ha raggiunto il confine con la Siria partendo dall’Inghilterra con solo 25 sterline in tasca, per trascorrere del tempo con i beduini prima di tornare a Londra. Indubbiamente il coraggio non le manca. Detto tutto ciò, meglio non provare a imitarla troppo. L’incontro con LSD, per Amanda Feilding, è arrivato come dicevamo, nel 1965. “È stato LSD a trovare me”, dice ancora lei, visto che non l’ha assunto volontariamente. Un suo amico gliene versò nel caffè una dose così pesante che le ci vollero tre mesi per riprendersi, durante i quali ha vissuto in un capanno nel giardino della residenza di famiglia. Nonostante lo shock, l’ha considerato da subito il mezzo migliore per “sperimentare meglio le energie sottili e l'interconnessione di tutte le cose, dal mio mondo interiore all'universo pulsante e vivente”, senza procurarsi ferite, aggiungiamo noi. Poco dopo si è innamorata di uno scienziato olandese, Bart Huges, che l’ha aiutata a sviluppare ulteriormente i suoi studi. Con Huges aveva molto in comune: anche lui aveva sperimentato la trapanazione del cranio e in seguito chiamerà la figlia avuta con un’altra donna “Marijuana”. Lady Fielding lo ricorda come un genio che portava avanti nuove teorie sull’influenza del flusso sanguigno nel funzionamento neurale, e che le ha insegnato a usare LSD come uno strumento per migliorare la sua vita. Parlava però con troppo entusiasmo, in pubblico, dell’esperimento di trapanazione e per questo si guadagnò un foglio di via per l’Olanda della durata di 25 anni. Amanda lo raggiungerà spesso ad Amsterdam incappando, durante una delle trasferte, anche in un incidente nelle loro sperimentazioni quando assume stricnina al posto della mescalina. Ma Bart Huges non è stato il solo parere autorevole che ha sostenuto Amanda Feilding. Dalla sua parte ha sempre avuto Albert Hofmann, il chimico svizzero famoso per essere stato il primo a fare un viaggio accidentale con l'LSD nel 1943 (stava dosando un composto per curare l'emicrania), ma anche luminari come Colin Blakemore, direttore del Centro universitario per la neuroscienza cognitiva dell'Università di Oxford, e il suo omologo a Cambridge, Trevor Robbins. Presto, nel giro che si era creata, Feilding metterà un freno proprio all’esperimento più cruento a cui si era sottoposta quando le sembrerà che gli altri lo stiano per affrontare in modi e con mezzi sempre più pericolosi “Io mi ci ero preparata per mesi, con molte cautele”, spiega lei.

Nei decenni, sono successe molte cose. Mentre negli Stati Uniti il presidente Nixon faceva dichiarare illegale LSD come conseguenza per la strage di Bel Air commessa da Charles Manson e la sua “famiglia”, tutti consumatori d’acido lisergico, in Inghilterra Amanda Fielding conduceva studi sulla stimolazione della creatività che può derivare dal consumo di LSD e ne testava gli effetti usando il gioco cinese Go, che in Asia Orientale si gioca da 2.500 anni e riguardo al quale si dice che in tutto questo tempo non siano mai state giocate due partite uguali, grazie alle infinite varianti generate dalle palline bianche e nere sulla sua scacchiera. Fra i risultati ottenuti in Spagna grazie alla sua Fondazione, che Feilding cita oggi con orgoglio, c’è la conferma degli effetti neurogenetici dell’ayahuasca, che potrebbero essere un giorno utilizzati per riparare i danni di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Feilding è stata anche a un passo dal dimostrare le proprietà di questa sostanza di guarire la depressione (ovviamente solo se sotto somministrazione medica controllata, diversamente può dare l’effetto contrario). Nel 2014 ha ottenuto il riconoscimento del legame neuronale fra LSD e creazione della musica e punta a dare una spiegazione scientifica alla sua teoria secondo cui LSD può modificare in modo permanente la personalità rendendola più aperta e ottimistica. Un’altra delle sue battaglie è quella contro chi obietta che l’uso degli stupefacenti nelle malattie terminali crei solo un’illusione di miglioramento che non corrisponde alla realtà. "Se ti fa morire meglio e dà conforto a tutti quelli intorno a te, a chi importa?", ha raccontato al Guardian. Oggi ha due nipotini ed è consapevole di non essere stata presa abbastanza sul serio, soprattutto dalla politica del Regno Unito, che nel 2016 ha approvato lo Psychoactive Substances Act 2016, la legge che limita produzione, vendita e la fornitura delle sostanze psicoattive definite legali. "Adoro il mio lavoro, ma poi a volte penso, cosa sto facendo? Amo la ricerca ma non amo la politica”, ha detto ancora al Guardian. Ma a 76 anni dovrà prima o poi passare il testimone a un erede dei suoi studi. Al quale spetta una fatica, è proprio il caso di dirlo: allucinante.