Sandra Milo è morta, aveva 90 anni e la sua voce è qualcosa che vedi e non senti soltanto, e si sente ancora adesso. È parte integrante della biografia di Sandra Milo, donna dolcissina con una vita da romanzo nella quale si sommano così tanti aneddoti, amori, successi, stravaganze, incoerenze, episodi iconici sin dalla sua nascita che appena si cerca di tessere una trama e un ordito c’è qualche filo che scappa fuori dal telaio. E pensare che Sandrocchia, come l’aveva soprannominata Federico Fellini, aveva lasciato il cinema nel 1962 e non voleva tornarci mai più. Oggi forse l’avremmo dimenticata. Colpa dell'insuccesso di una pellicola in cui aveva creduto tanto, Vanina Vanini, diretta da Roberto Rossellini, in cui interpretava l’omonima aristocratica romana innamorata di un carbonaro, tratto dal romanzo di Stendhal. Fu un flop. La critica, al Festival di Venezia, aveva distrutto la recitazione della protagonista e in alcuni articoli ci si chiedeva perché insistesse a voler fare questo lavoro, arrivando a soprannominarla “Canina Canini”. Sandra Milo ci rimase male, prese per buono il consiglio e si ritirò. Poi un giorno arrivò Fellini e le disse che la voleva nel suo nuovo film. Sandra declinò l’offerta, nel cinema non ci voleva tornare più. Fellini non si arrese. Si mise d’accordo con il produttore Moris Ergas, compagno di Sandra, e una mattina le piombò in casa con tutta la troupe mentre lei era in vestaglia, appena alzata. Mentre era ancora stordita dal sonno non si oppose, le infilarono una redingote, la truccarono, le fecero fare il provino. Fellini le chiese se avesse una chitarra ma no, non c'era e Sandra Milo fece il provino con un gatto di peluche tenuto sottobraccio, chissà perché. Poi, con la stessa velocità con cui erano arrivati, Fellini e la sua crew sbaraccarono tutto e si volatilizzarono, lasciandola ancora disorientata. Dalla signorina in vestaglia alla protagonista femminile in 8 1/2 il passo fu breve e la fece entrare nella storia del cinema. Sul set, Marcello Mastroianni la accolse con un caloroso “bentornata: non senti che la tua famiglia è questa?”. Ed è solo un passaggio di una storia fatta d'indipendenza femminile più che mai attuale.

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Ci sono piccoli segnali nella vita che lasciano presagire cosa sarà di te, se sarai qualcuno di cui si racconterà la storia o se sarai tu a interpretare le storie altrui. Sandra Milo è stata entrambe le cose, e già la prima parte della sua vita sembra un romanzo di Elsa Morante. Intanto, alla nascita di chiama Salvatrice Elena Greco. Sandra racconterà poi che le era stato dato il nome Salvatrice per rispettare la tradizione siciliana secondo cui i primogeniti si devono chiamare Salvatore o Salvatrice. Appena possibile, grazia anche alla scusa del nome d’arte, sceglierà Sandra perché composto da due sillabe che rispecchiano il suo carattere, la prima dolce, la seconda dura e determinata. Il cognome Milo lo adotta quando un servizio fotografico per il quale ha posato coperta di foglie viene titolato su un giornale La Milo di Tivoli. Sandra Milo non è nata in Italia ma a Tunisi, l’11 marzo 1933, da padre siciliano e mamma toscana e ha trascorso l’infanzia a Vicopisano, vicino Pisa. Di suo padre non saprà mai molto. Quando nel 1940 l’Italia entra nella Seconda Guerra Mondiale il padre si affretta ad arruolarsi e lascia sole la moglie, lei e la sorella minore Maia. Alla fine del conflitto il padre non si precipita a tornare a casa. Quando si decide a farlo incontra per strada Sandra, non la riconosce e le chiede indicazioni per trovare la sua stessa abitazione. Rimase poco, partì di nuovo per la Francia e da allora la famiglia non ne seppe più nulla. Ma le donne di casa Greco se la cavarono lo stesso. Salvatrice/Sandra è bellissima sin dalla tenera età. Nel 1948, quando ha solo quindici anni, grazie a una dispensa papale si sposa per la prima volta a Viareggio, ma in abito azzurro perché il nonno è moribondo e il bianco sarebbe irrispettoso. Lo sposo è blasonato, il marchese Cesare Rodighiero. Sandra rimane subito incinta ma il figlio muore dopo un parto prematuro. Senza la necessità di stare insieme per un figlio, Sandra non se la sente di tornare con quell’uomo che, racconterà più avanti, le faceva paura e una volta aveva anche cercato di spararle. Il suo primo matrimonio durò quindi solo 21 giorni e verrà annullato dalla Sacra Rota.

Sandra Milo era molto legata alla mamma, alla nonna e a sua sorella. Ma è stata uno spirito libero e cercava la sua indipendenza sin da giovanissima. Si trasferisce a Milano dove lavora come modella ma posare non le piace per niente, quindi si sposta a Roma, nella mecca del cinema e comincia a sostenere dei provini. Il suo primo ruolo lo ottiene nel 1955 in Lo scapolo. Nel film è una hostess di cui si invaghisce un dottore interpretato da Alberto Sordi, che non ha però intenzioni serie con lei e finisce per farsi lasciare. Sul set la prendono in giro perché è puntualissima e si comporta da “milanese”, lei se la prende e l’unico che la consola ed è gentile è l’aiuto regista, il giovane Franco Zeffirelli. Di Sordi dirà poi che era un uomo totalmente egoriferito e che per lui c’era “Sordi e basta”. Ci lavorerà ancora in Mio figlio Nerone, del 1956, e continuerà a ottenere particine in cui non deve fare niente più che essere bella e accattivante. Cosa che le riesce benissimo grazie al fisico da maggiorata e la vocina infantile che non ha mai perso. Tuttavia, all’inizio, viene doppiata. Nel 1958 è nel film Totò nella luna. Quando arriva sul set non vede l’ora di conoscere il grande comico napoletano. Appena lo scorge gli corre incontro gridandone il nome, ma lui la fredda con un formalissimo “buon giorno signorina”. Sandra resta molto stupita nello scoprire che, quando la telecamera è spenta, Totò se ne va e resta solo il principe Antonio de Curtis, che indossava calzini di seta col reggicalze al ginocchio.

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Sandra Milo
girerà ancora alcuni film, prima della sua grande occasione, che arriva nel 1959 con Il generale Della Rovere, al fianco di Vittorio De Sica, diretto da Roberto Rossellini e prodotto da Moris Ergas. Da quel momento lavorerà con molti registi leggendari e nel film Adua e le sue compagne, per la prima volta, il regista Antonio Pietrangeli non la fa doppiare in post produzione. Nel frattempo è nata la sua prima storia d’amore davvero importante: con Moris Ergas. Lui è reduce da una relazione con Silvana Pampanini, e prima ancora è stato sposato giovanissimo con un’altra donna da cui ha avuto due figlie. Ma le cose non andarono bene. La storia fra Sandra Milo e Moris Ergas è turbolenta, fa scandalo sui giornali perché non si sposeranno mai - lei attendeva l’annullamento del matrimonio col marchese - e soprattutto perché litigano spesso e furiosamente anche in pubblico, per la felicità dei rotocalchi di gossip. Ergas le impedisce di girare a Novara il film La risaia, dice al regista che soffre di reumatismi e che la sua compagna non può lavorare nell’umidità.

Il ruolo va a Elsa Martinelli, ma non era vero niente. Sandra Milo ammetterà che in quella relazione c'erano troppi episodi di violenza. Non lo denuncerà mai. Nonostante ciò, vanno avanti per undici anni e a febbraio del 1963 dalla loro unione nasce una figlia, Deborah Ergas, che diventerà una giornalista televisiva. Questa è la situazione sentimentale di Sandra Milo quando incontra Fellini per girare . Appena lo vede e ci parla si innamora perdutamente di lui. Iniziano una relazione segreta che Giulietta Masina, la storica moglie e attrice di Fellini, sopporta in silenzio. Durerà 17 anni, con lui girerà anche Giulietta degli spiriti (1965). Sandra confesserà pubblicamente la relazione solo molti anni dopo, durante un’ospitata in tv. Ma nel frattempo la storia con Ergas finisce a colpi di udienze in tribunale per l’affidamento della figlia Deborah. Sandra Milo lotta come una leonessa e subisce 44 processi prima di vincere. Intanto, nel 1967, ha incontrato un uomo più giovane di lei che le piace molto. È Ottavio De Lollis, studente di medicina. Sandra vuole sposarlo ma ha ancora problemi con l’annullamento delle prime nozze (il divorzio in Italia arriverà solo nel 1974). Per accelerare i tempi si reca dal prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica e minaccia di gettarsi sotto l’auto del papa se non le viene concesso l’annullamento definitivo. Viene accontentata, ma stavolta si sposa solo civilmente. Da Ottavio De Lollis Sandra Milo ha due figli, Ciro e Azzurra. Proprio con la seconda figlia vive un altro episodio perfetto per uno sceneggiato italiano. La bambina era infatti morta pochi minuti dopo la nascita, ma mentre la sta portando all’obitorio una suora presente in ospedale, Costantina Ravazzolo chiede l’intervento della Beata Maria Pia Mastena per farla tornare in vita e, a quanto pare, funzionò.

“Io sono prima di tutto una mamma, poi una donna e poi un’attrice”



Tanto per non far mancare nulla nella sua articolata biografia, Sandra Milo rimane coinvolta con Lollis e la figlia Deborah nella sparatoria dell’aeroporto di Fiumicino del 1985, da cui per fortuna escono tutti e tre indenni. Ma il matrimonio non sta andando bene. Quando va a vivere con un uomo Sandra si porta sempre al seguito la mamma e la nonna “toscane e linguacciute”, ammette l'attrice. Per cui l’atmosfera in casa è sempre tesa. A questo si aggiunge la riluttanza di Sandra alla monogamia, che mal si combina con il machismo italiano. De Lollis la picchia, un giorno le rompe il setto nasale e anche in questo caso, l’attrice non sporgerà denuncia. La storia finirà. Ottavio De Lollis se ne andrà di casa e non le verserà mai gli alimenti, come aveva già fatto Ergas. “Io sono prima di tutto una mamma, poi una donna e poi un’attrice”, dirà nelle interviste a chi le chiede perché si è sobbarcata da sola il mantenimento dei tre figli. Spiegherà di aver avuto sempre un grande senso di responsabilità che non le ha mai permesso nemmeno di trascurare la nonna e la mamma. A un certo punto della sua vita Federico Fellini le dice di aver capito che la donna della sua vita è lei, e pare voglia lasciare la moglie Giulietta Masina. Ma Sandra rifiuta. Ha la sensazione che il grande regista sia in crisi creativa, che abbia già raccontato tutto di sé e voglia scrivere altri capitoli della sua vita. La loro storia finisce lì “quando in una coppia uno solo dei due ha un progetto di vita insieme non può più funzionare”, spiegherà.

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Per crescere i figli Sandra Milo ha trascurato per un lungo periodo la sua carriera che è ripresa solo alla fine degli anni 70. Dopo una serie di film senza pretese viene diretta nel 1983 da Renzo Arbore in FF.SS. – Cioè: ...che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?, ma fa parlare molto di sé soprattutto per il lavoro come conduttrice televisiva. Conduce tra gli altri Piccoli Fans, su Rai2, che riscuote molto successo in parecchie edizioni. Durante una puntata di L’amore è una cosa meravigliosa accade un episodio destinato a diventare un tormentone. Al tempo le telefonate da casa non venivano filtrate e una spettatrice le fa uno scherzo di cattivo gusto, avvisandola che il figlio Ciro ha avuto un incidente con la moto ed è in gravi condizioni in ospedale. Sandra fugge via dallo studio gridando il nome del figlio ma quando si scoprirà che non è successo nulla e che il ragazzo sta bene, quello spezzone verrà rimandato in onda più e più volte fino all’avvento di internet, su cui è ancora uno dei più cliccati. Sandra Milo riesce anche a far parlare di sé con il gossip. Durante il boom della chirurgia plastica total body, lanciata da Bo Derek negli anni 80, diventa protagonista di un makeover viso e corpo che le permette di sfoggiare, ultracinquantenne, minigonne e scollature, e di diventare una delle protagoniste della movida romana. Nel 1990 torna da un viaggio a Cuba con una grande notizia: si è sposata con un aitante ragazzo dell’Avana molto più giovane di lei. Gente le dedica la copertina e pubblica un servizio fotografico della luna di miele. Tutti a complimentarsi con Sandra Milo per il matrimonio fino a quando una copia del giornale arriva a Cuba nelle mani dello "sposo", che si affretta a smentire tutto. Si tratta di un guida turistica/istruttore di sub che spiega di aver posato per quelle foto convinto che si trattasse di un provino. L’uomo, tra altro, è sposato già da dieci anni con un’altra donna. Ma a nessuno salta in mente di fare la ramanzina a Sandra, che viene invece applaudita per questo capolavoro di ironia e per essere riuscita, tutto sommato, a far abboccare un’intera nazione. La Milo ormai è un personaggio iconico e lavora in molti film. In particolare, nel 2003 Pupi Avati la vuole nel film cult Il cuore altrove e nel 2018 Gabriele Muccino la chiama nel maxi-cast di A casa tutti bene. Per non farsi mancare nulla, anche se avanti con l’età, Sandra ha partecipato a diversi reality: Ritorno al presente (2005) la cui chiusura viene anticipata per mancanza di spettatori (ma lei arriva seconda), L’Isola dei famosi 7 (nel 2010), Quelle brave ragazze, su Sky, con Mara Maionchi e Orietta Berti, sostituita poi da Marisa Laurito. E poi teatro, tanto teatro, con un’energia insospettabile per una signora agé. Diceva di non poter andare in pensione perché per crescere bene i figli da sola (e non se n’è mai pentita) aveva speso tutto. Sandra Milo oggi se n'è andata senza rimpianti, non è mai sembrata triste o depressa e amava i suoi figli più di se stessa, riamata. Di certo, è stata un’antesignana della donna libera e indipendente. E a perder tempo con gli “avrei potuto, avrei dovuto” non ci pensava proprio. Ciao Sandrocchia, un pezzo del nostro cuore se ne va con te.