C’era una volta, e c’è ancora, la Metro Goldwyn Mayer, la storica casa cinematografica, e c’era Mr. Louis B. Mayer, che non c’è più, il suo fondatore, uomo dotato di tanta genialità da dire che Ava Gardner attrice lo era per ostinazione, perché non sapeva recitare e non sapeva parlare, punto e basta. Ma diceva pure che tutto questo non aveva importanza perché Ava era maledettamente impressionante, o come si dice in gergo “bucava lo schermo”. Aveva ragione da vendere perché questa diva hollywoodiana avrebbe monopolizzato le copertine dei rotocalchi di gossip negli anni a venire, imprimendo il suo ricordo nelle fantasie degli uomini e nelle ispirazioni delle donne, che dura ancora oggi e ancora oggi fa parlare. Ma non era solo la sua bellezza particolare a fare notizia: leggendo la storia di Ava Gardner, si scopre che al secondo posto dopo il cinema, dopo i suoi film, ciò che alla gente interessava da pazzi erano i suoi amori.

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Ava Gardner, filmografia. L’intenzione della 18enne Ava era quella di diventare una segretaria, ma due diverse leggende si intrecciano sul suo destino, da quel momento. Secondo la prima, uno dei suoi cognati la fotografo e mandò le foto alla Metro Goldwyn Mayer nel 1941. Secondo un’altra, è stata scoperta dal talent scout Barry Duhan, che vide una fotografia dell’attrice esposta nella vetrina di un negozio sulla Fifth Avenue (come ci era finita?). Ad ogni modo, le sue foto arrivarono alla MGM e la sua bellezza particolare, i capelli scuri e gli occhi verdi attirarono l’attenzione dello studio che la convocò per un provino. Piacque talmente tanto che decisero di investire su di lei con un contratto di sette anni, anche se modesto: 50 dollari a settimana. D'altra parte la ragazzina prometteva bene ma non aveva nessuna conoscenza della recitazione, era molto timida e quando apriva bocca il suo pesante accento da contadina rovinava l’effetto generale. La MGM si incaricò di tirare fuori quel diamante grezzo dalla roccia, con corsi di recitazione, qualcuno le suggerì anche il "trucchetto delle star": bere un goccetto prima di recitare. È normale che mentre si trovava in questa fase embrionale le assegnassero solo particine minuscole in cui non è nemmeno accreditata nei titoli di coda.

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Ci vollero cinque anni prima che ottenesse la prima parte importante. Accade con il ruolo della seduttrice Kitty Collins nel film Gangsters (R. Siodmak, 1946), un noir basato sul racconto Killers, di Ernest Hemingway. Dopo un mediocre Singapore, di J. Brahm (1948) comincia a lavorare molto sulla sua immagine e sul modo di presentarsi. La cura dei dettagli che stava operando su se stessa si comincia a notare in film come I trafficanti di J. Conway nel 1947 e Il grande peccatore, di Siodmak, nel 1949. Quando gli studios e il pubblico hanno cominciato a non vedere più Ava Gardner come pin up, lei cominciò a dimostrare di cosa era capace. Nel frattempo, aveva lasciato la MGM per la Universal. Gira Show boat (George Sidney, 1951), Mogambo (John Ford, 1953) e La contessa scalza regia di Joseph L. Mankiewicz (1954), che diventa un film cult, e ottiene la parte della meticcia in Sangue misto (George Cukor, 1956), personaggio intenso e tragico. Girerà un sacco di altri film ma fra tutti deve essere citato La notte dell’iguana, diretto da John Huston con soggetto di Tennessee Williams.

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Ava Gardner, vita privata. Appena arrivata negli studios a 18 anni, Ava Gardner si ritrovò subito con un corteggiatore famoso e accanito alle costole, Mickey Rooney. Lei però era stata cresciuta in campagna ed era intenzionata ad arrivare vergine al matrimonio e lui, pur di averla, la sposò il 10 gennaio 1942 dopo aver chiesto entrambi il permesso della MGM. Divorziarono appena un anno dopo, nel maggio 1943, perché a detta di Ava, lui la tradiva. Diventa una scatenata frequentatrice delle notti hollywoodiane dove beve e fuma pesantemente. Resiste alle proposte di matrimonio di Howard Huges, il magnate/playboy/aviatore che Leo DiCaprio interpreterà nel 2004, con cui comunque ha un flirt che durerà anni. Il 17 ottobre 1945 si sposa di nuovo, con il musicista Artie Shaw, che si era preso la briga di liberarla dall’imbarazzo di essere, in fondo, ancora una ragazza di campagna di istruzione modesta. Shaw la induce a leggere una serie di libri con cui riesce a elevarne un po’ il livello culturale. Ma anche da lui, l’attrice si separò un anno dopo. Ava si concede quindi una serie di flirt più o meno segreti con partner sul set e persino un torero. Ma il suo terzo matrimonio è quello che fa più scalpore: nel 1951 i rotocalchi annunciano il matrimonio fra Ava Gardner e Frank Sinatra, il noto cantante e attore. Ava lo considera l’amore della sua vita, lui per lei lascia la moglie. Iniziano a litigare, a lasciarsi e a riprendersi da subito. Entrambi sono dei seduttori conclamati, per cui non riescono a riporre fiducia l’uno nell’altra e la gelosia divora il loro rapporto. Tuttavia non divorziarono fino al 1957, anche se vivevano già separati.

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Ava Gardner e Clark Gable sul set di Mogambo

Dalle memorie che raccontò per un libro al giornalista Peter Evans si è poi scoperto che durante le riperse di Mogambo aveva Ava Gardner preso una pausa per andare ad abortire a Londra. Hollywood era crudele, un tempo, con le sue dive che invecchiavano, le escludeva dai film per rappresentare volutamente un mondo ideale in cui le donne sono solo belle e giovani. Dopo La notte dell’iguana, a lei che era stata definita "l'animale più bello del mondo" arrivarono sempre meno parti, fino a quando si ritrovò sola e in bolletta. Andò a vivere in Spagna e poi a Londra finché la sua salute cominciò a cedere. Sopravvisse a un cancro, ma la polmonite la uccise il 25 gennaio 1990 a Londra. A rimanerle vicino c’era solo Frank Sinatra, che pagò tutte le sue cure mediche, fino alla fine.

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Ava Gardner sul set di La Capannina