Quello che Emilia Clarke non ci aveva mai detto, quello che Emilia Clarke ci racconta di lei. La Daenerys Targaryen de Il Trono di Spade, in attesa che l’ottava ed ultima stagione venga mandata in onda per nutrire le orde di appassionati fan, ha aperto cuore e vaso di Pandora dei suoi ricordi. L'attrice britannica già musa di stilisti e incarnazione simbolica di female empowerment quale regina dei draghi, è una sopravvissuta ma nessuno lo sa(peva) fino ad oggi. Fino a quando Emilia Clarke sul New Yorker non ha raccontato in prima persona ciò che le accadde nel 2011, fresca della conquista del ruolo più importante (sinora) della sua carriera, e in una seconda ripresa due anni dopo, nel pieno del successo crescente di Game Of Thrones: due aneurismi.

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“Dopo essere stata in silenzio per tutti questi anni, vi dico tutta la verità” scrive l’attrice oggi nell’asciutto racconto di ciò che sono stati gli ultimi 8 anni della vita privata di Emilia Clarke. Davanti a tutti, la sorridente interprete della magnetica Daenerys; dietro, la ragazza poco più che ventenne operata due volte al cervello, passata attraverso ogni tipo di dolore e una lenta riabilitazione per ricominciare a parlare/ricordare/recitare. Con tutti i rischi fisici e non che il suo lavoro di attrice famosa agli esordi poteva comportare. “La mattina dell'11 febbraio 2011 mi stavo vestendo nello spogliatoio di una palestra a Crouch End, nel nord di Londra, quando ho sentito un mal di testa fortissimo. Mi sentivo così stanca che faticavo anche a mettermi le scarpe. Quando ho iniziato gli esercizi, mi sono dovuta forzare” scrive l’attrice. Il dolore continuava ad aumentare, come la nausea. “Sapevo cosa stesse accadendo: il mio cervello era danneggiato. Muovevo le dita di mani e piedi e mi ripetevo che non sarei rimasta paralizzata. Ripetevo le battute di Game Of Thrones per tenere viva la memoria”.

Emilia Clarke aveva 24 anni, allora. E un’emorragia subaracnoidea, vale a dire un aneurisma per la rottura di un’arteria nel cervello le aveva causato un’ischemia quasi mortale. Doveva essere subito operata per evitare che non ci fossero possibilità di recupero. “Durò tre ore. Al risveglio, il dolore era insopportabile. Non avevo idea di dove fossi e la mia visione era ridotta. Mi dissero che se fossi riuscita a superare bene le prime due settimane, le mie speranze di recupero completo sarebbero state molto alte”. Nonostante qualche inciampo dovuto a una condizione di afasia per cui non riusciva a parlare, Emilia Clarke si riprese dalla brain surgery. Con un campanello già pronto a suonare: i dottori le avevano detto che un secondo, piccolo aneurisma premeva sull’altro lato del cervello. Era solo da tenere sotto controllo, magari non sarebbe successo nulla. Emilia Clarke era nel pieno della fama, la seconda stagione di Game Of Thrones era in produzione e le giornate sul set in Croazia erano lunghe e faticose. “A essere sincera, la stagione 2 è stata la peggiore. Pensavo solo che sarei morta da un momento all’altro. Ero esausta, il dolore era incredibile, prendevo la morfina tra una pausa e l’altra”.

Ma non sarebbe finita lì. Perché quella piccola sacca di sangue aveva deciso di raddoppiare di volume. Accadde nella pausa delle riprese della serie tv, Emilia Clarke lavorava in teatro a Broadway, fu ricoverata a Manhattan. La procedura simile e non invasiva, simile a quella della precedente operazione, fallì. “I dottori mi dissero chiaramente che avrei avuto poche chance di sopravvivenza se non mi avessero operato subito, e alla vecchia maniera. Dovevano aprirmi la testa”. Era il 2013. “Sembrava che avessi passato una guerra più dura di quelle di Daenerys. Pezzi di cranio erano stati sostituiti da placche di titanio”. Le cicatrici in testa ci avrebbero messo del tempo a mimetizzarsi, nascoste dai capelli di Emilia Clarke, ma quello che la spaventava di più era il suo umore generale. Attacchi di panico, ansia, nessuna speranza di andare avanti in quella condizione, il rischio che i giornali sapessero della sua condizione e la trasformassero in un piagnisteo. Ci provarono, in realtà: la notizia fu battuta dal National Enquirer, ma la stessa Emilia Clarke smentì prima di cominciare. Il suo stato di salute non sarebbe mai stato di dominio pubblico.

Fino a oggi. Ma perché Emilia Clarke in persona ha scelto di parlarne. Sono passati 8 anni dal primo intervento, 6 dal secondo, la sua salute si è ristabilita al 100%. Emilia Clarke oggi è parte attiva di un’associazione, la SameYou, che si occupa di aiutare le persone colpite da ischemie e da possibili danni cerebrali dovuti ad aneurismi. La fine della serie tv sta coincidendo con la sua decisione di rivelare un segreto personale e molto doloroso. “C’è qualcosa di gratificante, e fortunato, ad arrivare alla fine di Game Of Thrones. Sono felice di essere qui, vedere la fine di questa storia, e l’inizio di ciò che verrà”. Emilia Isobel Euphemia Rose Clarke, la sopravvissuta.