Di lei si parla dal 2003. In molti termini, da genio under 30 a Steve Jobs al femminile fino alla più grande truffatrice della Silicon Valley. Non a caso Elisabeth Holmes sarà presto interpretata da Jennifer Lawrence in un biopic interamente dedicato alla fondatrice e CEO di Theranos la cui storia è anticipata da un documentario HBO, uscito il 18 aprile, dove la bolla che la riguarda semplicemente implode, esplode, re-implode. La biografia di Elizabeth Holmes parte quasi in sordina: di lei ormai si sa tutto, o quasi. Nasce a Washington DC il 3 febbraio 1984, sua madre, Noel, era membro dello staff del Congresso, suo padre, Christian, ha lavorato per anni per Enron prima di entrare anche lui in politica come funzionario di diverse agenzie governative. Nel nuovo documentario della HBO - rivela che, quando aveva 7 anni, Holmes ha provato a inventare la sua personale versione di macchina del tempo, e la cosa sarebbe documentata da una serie di disegni tecnici dettagliati con cui riempì diversi taccuini.

Due anni più tardi, una grande autopremonizione: “diventerò miliardaria”, disse ai suoi parenti. I primi passi di quel percorso li fece giocando a Monopoli con i suoi cugini. Che rivelarono: “Riusciva quasi sempre a vincere, e quando perdeva se ne andava sbattendo la porta. Alle superiori, cominciò a impegnarsi sul serio per concretizzare il suo progetto e, da studentessa modello, passò rapidamente allo status di imprenditrice avviando la sua prima attività imprenditoriale: vendita di software. Riuscì poi a entrare all'Università di Stanford e, contestualmente, si appassionò della storia e della cultura cinese, imparò il mandarino e fece un viaggio a Pechino.

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A 19 anni lasciò tutto per avviare Theranos, una start-up che proponeva un modo inedito e rivoluzionario per fare le analisi del sangue, che fu la sua gioia e il suo dolore. Già dopo pochi mesi, Holmes si guadagnò un'etichetta che fece scalpore: era la miliardaria più giovane del mondo. Dopo poco più di 10 anni, l'azienda era in cima al mondo, con una valutazione di 9 miliardi di dollari. Articoli, interviste, copertine sulle testate più prestigiose, presenze in pompa magna ai congressi del settore di tutto il mondo: Holmes era sempre più spesso paragonata a Steve Jobs, che imitava anche negli outfit minimali.
Il modello di business di Theranos, d'altra parte, era molto interessante: a detta della sua ideatrice, grazie a una segretissima tecnologia proprietaria, bastava un pizzicotto e una piccolissima quantità di sangue per fare da sé il proprio test in grado di analizzare valori e scoprire mali impossibili da individuare con i sistemi tradizionali.

Ma la situazione era sempre più paradossale: gli investitori continuavano a credere - e a investire - nel progetto, che però non era, di fatto, mai uscito dalla fase di sviluppo, e si limitava a essere sul mercato mediante una partnership con una catena di farmacie americane con le quali realizzava un sistema di analisi molto basico, ben lontano da quello che sbandierava sul mercato e che aveva ingolosito i tanti tycoon che stavano continuando a finanziarla. Il 2015 fu l'anno della svolta, che arrivò per mano di un giornalista delWall Street Journal, il quale cominciò a esprimere dei dubbi sul business della Holmes. Della vicenda si accorse anche la Sec, l'autorità americana che supervisiona i mercati finanziari, che face partire un'indagine. Durò due anni e infine arrivò il verdetto: truffa. Dopo la sentenza, Elizabeth Holmes ha perso il controllo della sua società, si è vista costretta a pagare una multa da mezzo milione di dollari ed è stata messa al bando da qualunque incarico dirigenziale.