Non succede spesso di scorrere la filmografia di un’attrice e rendersi conto di aver visto il 99% dei suoi film. Per questo non è iperbolico sentire Lancôme descrivere Julia Roberts, la sua nuova ambasciatrice, come “l’attrice più famosa del mondo”.

Alta e sottile, più bionda del solito, ventre piatto nonostante la pluripubblicata notizia a fine dicembre di una quarta gravidanza (ha già due gemelli di 6 anni, Hazel e Phinnaeus, e Henry di 3 anni), è a Parigi per l’annuncio ufficiale del suo contratto con il marchio francese. Il primo che lei rappresenta, pubblicitariamente si era vista soltanto per una brevissima stagione in una campagna per Gianfranco Ferré. «Per me è la miglior casa cosmetica, è Isabella Rossellini, è eleganza. La prima volta? Mi sembra una scelta matura, da “grandi,”e fare la modella alla mia età (43 anni) è moderno e divertente». Una preda ambitissima quindi, non si parla di cifre, ma qualcuno sussurra siano vicine al suo cachet per un film (15-20 milioni di dollari). Però è un investimento sicuro.

Le donne la trovano bella e simpatica, ma rassicurante. In lei ci si può identificare. Per gli uomini è una di cui puoi innamorarti, non quella di un incontro. Lei però non è disponibile. Dopo una serie di storie con colleghi come Benjamin Bratt e Kiefer Sutherland, al contrario di un suo celebre film in cui rifuggiva l’impegno nuziale (Se scappi, ti sposo), nel matrimonio ha trovato la sua dimensione ideale.

Innamoratissima del marito, l’ex cameramen Danny Moder che l’accompagna ovunque, sembra pendere dalle sue labbra, quando non gli è appiccicata (i baci si sono ripetuti durante la cena all’Hôtel de la Monnaie di Parigi, di fronte a una cinquantina di selezionati invitati da tutto il mondo). Dopo otto anni (si sono sposati il 4 luglio 2002, nel loro ranch di Taos, in New Mexico), sussurra qualcuno? Altri maligni pensano: «Certo, il suo prossimo film è Valentine’s Day (il terzo con il regista Garry Marshall di Pretty Woman, in uscita in Italia il 19 febbraio). Ha chiamatola sua casa di produzione: Red Om (leggere al contrario...) e sembra davvero sincera, dice che lui incarna tutte le qualità che ricerca in un uomo. Tutti amiamo le belle storie d’amore, ed è molto tenera quando ridendo sottolinea che ha una cura antietà infallibile: «Si chiama Danny Moder».

Ebbene sì, ha qualcosa di irresistibile

Quella bocca esagerata, che tutti conosciamo quandosi apre in un sorriso, le trasforma il volto, gli occhi brillano (il suo primo compito in Lancôme è di rappresentare il mascara Hypnôse Precious Cells). Se le chiedi qual è il miglior consiglio di bellezza che abbia mai ricevuto lei risponde: «Curvare le ciglia e tenere in ordine le sopracciglia. Può davvero cambiare il tuo aspetto. Però ce n’è un altro che darei io: perché non essere semplicemente felici nella vita? Come ti senti alla fine si riflette sul viso». Il suo concetto di bellezza: «Coltivare la gioia e avere un buon senso dell’umorismo: questo descrive le persone più belle che io conosca». Ma ora dovrà anche supportare l’utilizzo di cosmetici, come alleati essenziali nella vita delle donne. «Non avrei mai potuto essere testimonial di un marchio in cui non credo. Usavo già dei prodotti Lancôme. Mi piacciono molto la crema per gli occhi, l’idratante Aqua Fusion e lo struccante, è il migliore che ci sia!».

Una famiglia di attori

«Da piccola volevo diventare veterinario, perché amo gli animali. Ma quando ho capito che gli studi scientifici erano molto duri... be’ ho seguito il business di casa. I miei genitori erano attori e anche i miei fratelli. All'inizio avevo delle timidezze di fronte alla macchina da presa, ma ora vedo il mestiere anche come un mezzo per esplorare la mia personalità. È come recitare di essere adulti. Mia figlia lo fa tutto il giorno. Io vengo pagata per farlo!». E a volte si diverte anche. «Ho adorato stare a Roma e ho mangiato tantissimo», racconta del suo ultimo film Eat, Pray and Love, tratto dal bestseller di Elizabeth Gilbert (uscirà a ottobre 2010), che prevedeva una tappa italiana, quella mangereccia, appunto. «Abbiamo rispettato l’autenticità del libro, che ha avuto un’enorme successo nel mondo proprio perché descrive situazioni in cui tanti si possono relazionare. Alla fine è diventato un progetto in scala “epica”, più di quanto avessi realizzato all’inizio».

La sua causa

Della sua vita privata non parla e di lei non si sa molto. «Passo la maggior parte dell’anno lontana dalle luci di Hollywood», ma come altre ambasciatrici di Lancôme (da Juliette Binoche a Kate Winslet) anche Julia Roberts ha una “voce”. Dopo l’impegno a Parigi è volata in America dove a partecipato al Telethon delle celebrities a favore di Haiti (le sue foto in veste di “telefonista” per raccogliere fondi hanno fatto il giro del mondo).

E da sempre è impegnata per sostenere la salvaguardia dell’ambiente. «È la mia più grande preoccupazione. Quello che mi tiene sveglia la notte, oltre ai miei bambini!», sottolinea. «Io e mio marito siamo grandi fan di “Heal the Bay”, un’organizzazione no profit che si batte per mantenere pulite le acque e le coste della California del Sud, dove noi passiamo molto tempo». Ma spesso è facile donare e predicare bene, senza poi dare l’esempio. Lei, come altri suoi colleghi vedi Leo DiCaprio, non bluffa. «Abbiamo un auto bio-diesel e facciamo la raccolta differenziata in modo rigoroso. È un impegno. Con tre figli è un obbligo, altrimenti inonderemmo di rifiuti la discarica. E poi con il composto fertilizziamo il nostro orto. Con i bambini è incredibile:se coltivano qualcosa, lo mangiano, davvero! Se vuoi che tuo figlio apprezzi i cavolini di Bruxelles devi spingerlo a farli crescere». Ma come ha cambiato la sua vita la maternità? «Non riesco a darle una risposta. Ma sono certa invece dei valori che voglio trasmettere loro. Compassione. Generosità. Gioia».