Vestita di scuro con un tailleur pantalone che renderebbe felice Stella McCartney se la vedesse dal vivo, con stiletto impeccabile di Saint Laurent e quella Peekaboo nera Fendi colma di vita, Kasia Smutniak è senza trucco e ancora più bella. D’altra parte, quando le parli e la vedi da vicino capisci che lei non ha bisogno di strati superflui: la sua energia critica e razionale è incredibile, come il suo muoversi, naturalissimo e apparentemente impacciato, in verità femminilissimo e indimenticabile. Ha fra le mani il nuovissimo telefonino Huawei P30 Pro che, dopo la presentazione del presidente di Huawei Mr. Richard Yu, sembra essere un telefonino bionico. «Come me! Io sono una donna bionica» (ride…)

Però tu eri contro la tecnologia…
Non esattamente. Forse non mi trovavo bene con quanto avevo prima di Huawei. Ho iniziato a usarlo un anno fa e ora mi sembra che gli smartphone sono diventati un prolungamento di noi stessi. Mi asseconda e mi assomiglia e anche il P30 Pro, che sto scoprendo ora, ha tante funzioni all’avanguardia come le telecamere che sono spettacolari, la doppia esposizione nei video, gli zoom potentissimi e altro che devo ancora provare. Ma soprattutto mi piace che si lascia usare e personalizzare facendo scegliere a noi l’esposizione, la durata e altri dettagli. E non il contrario.

Tu però per le foto usavi la macchina fotografica tradizionale…
L'amore per la fotografia è iniziato così e l’anno scorso quando sono andata alla mia associazione (la Pietro Taricone Onlus) in Nepal l’ho portata ancora con me. Poi sono tornata a casa con tanto materiale, la maggior parte che avevo scattato con il telefonino. Alcuni scatti sono sul mio account Instagram (@lasmutniak) e il mio scetticismo è scomparso.

Non hai paura che questi telefonini cambino la nostra estetica con certe app e colori sempre più saturi?
Il mondo è cambiato. Direi che è il digitale in generale che ha reso tutto diverso. Penso a quando sono arrivati i televisori in bianco e nero e poi il colore e ora l’alta definizione, si abitua l’occhio a un’immagine diversa.

Tu però sei contro il fotoritocco…
Lo combatto. Un fotoritocco automatico standard e istantaneo non mi rappresenta. Ma non me ne preoccupo: mia figlia Sofia non si fa selfie e quindi non ci penso. Credo però ci siano modi più intelligenti per sfruttare la tecnologia.

Il P30 ha 11 ore di autonomia: a chi vorresti dare la ricarica?
Ho costruito una scuola per i bambini in Nepal e l’energia non è ancora arrivata che vuol dire non avere luce. Siamo a 50 bambini e questo è il quarto anno. Potessi porterei subito tante batterie da loro.

Huawei Kasia Smutniakpinterest
Courtesy Huawei
Kasia Smutniak con il nuovo Huawei P30 Pro

Il telefonino è diventato un terzo occhio. Tu cosa vorresti di magico?
Vorrei mi aiutasse a staccare dal mondo e rilassarmi. Già adesso ci sono dei contatori che ti dicono se lo stai usando troppo.

Siamo a Parigi dove hai girato From Paris with Love. Era un film sul terrorismo e oggi ci sono i gilets jaunes. Cosa provi?
È un momento critico forse non solo per Parigi e per la Francia. Questa è una città con una storia e un’energia che penso rimarrà anche dopo di noi, anche se ogni tanto ce lo dimentichiamo. Ma devo dirlo, io sono per le rivoluzioni. Il mondo non si può cambiare solo con il pensiero. Bisogna reagire.

Anche tu nel piccolo, hai interpretato ruoli impegnati come la scafista in Moby Dick
Non recito con l’intento di cambiare il mondo. Li interpreto perché posso vivere più vite, perché ho sempre pensato che una sola non sia abbastanza. Ogni personaggio lo vivo davvero e mi basta. Quello che succede dopo non è così importante e non dipende da me.

Il 13 agosto compi 40 anni. E…
Ed è una figata! Mi sono fermata e mi sono regalata un anno di pausa anche se ora è appena uscito Dolce Fine Giornata e dovrò presentarlo e... lavorare.

La performance migliore che ricordi nella tua carriera?
Il film in cui mi sono spinta oltre è Loro di Sorrentino perché è tutto quello che io non sono.

Huawei P30Pro ha dei pixel diversi che ti permettono di vedere nell’oscurità. Cosa non vorresti vedere?
Non vorrei vedere i miei idoli la mattina quando si svegliano. Ognuno ha i suoi e un idolo, in questi tempi dove si deve sapere tutto, è una delle poche cose che ci rimangono per forza e speranza….