Il suo è uno dei regni più piccoli del mondo ed esisteva da appena 10 anni prima che lei nascesse. Di sicuro, non si aspettava di diventare una delle regine del mondo attuali. La vita di Masenate Mohato Seeiso regina del Lesotho era iniziata in modo del tutto diverso, con un altro nome, e forse un destino che l'avrebbe vista studentessa di scienze all'università. Fino a lì, tutto come pensava lei. Poi è arrivata la corona, inattesa, e Queen Masenate Mohato Seeiso è stata la prima commoner a sposare un nobile erede al trono africano. Anticipando di parecchio le ultime mode royal by Kate Middleton e Meghan Markle. Ma il Regno Unito, guarda caso, è uno dei protagonisti principali della storia del Lesotho. Il paese è stato prima protettorato olandese, poi britannico, e infine ha chiesto l'indipendenza nel 1966 per restare solo come membro del Commonwealth: da allora è una monarchia costituzionale. È uno dei paesi meno conosciuti del continente nonostante le sue peculiarità affascinanti, ed è una delle tre monarchie ancora esistenti (con il Marocco e lo Swaziland) in Africa. Di conseguenza anche la famiglia reale del Lesotho è poco segnalata nelle royal chronicles.

Il piccolo regno ha un fascino geografico tutto suo: è interamente montuoso, completamente circondato dal Sudafrica (le loro vicende storiche si intrecciano, in Lesotho fu fondato l'African National Congress, il partito che avrebbe scardinato l'apartheid nel paese di Nelson Mandela), la superficie misura poco meno dell’estensione di Lazio e Campania insieme ed è abitato da circa 2 milioni di abitanti, praticamente metà Roma. Il Lesotho non è uno di quei paesi che entrino frequentemente nelle cronache mondiali, al di là delle tristi notizie sulla diffusione endemica del virus HIV e dell'AIDS (i tassi di contagio, nonostante gli screening ordinati dal governo, sono tra i più alti del continente) o su qualche disordine durante le elezioni. Personalità celebri, poche. Ma mettere nella lente d’ingrandimento la regina Masenate Mohato Seeiso del Lesotho significa anche comprendere sfumature che sono un vero e proprio simbolo di futuro per un regno tanto minuscolo in un continente tanto sfaccettato. La cui maggiore forza, a detta della sua rappresentante più discreta, sono proprio le donne del nuovo millennio.

La regina attuale del Lesotho nasce nel 1976 a Mapoteng nel distretto di Berea, con il nome cattolico di Anna Karabo Motšoeneng: è la maggiore di cinque figli. Della sua infanzia si sa molto poco fino al 1990, anno in cui la giovane Anna Karabo si iscrive al Machabeng International College della capitale Maseru, l'equivalente del nostro liceo, dove si diploma. Prende anche un baccalaureato, sorta di pre-laurea, e al tempo stesso non manca di interessarsi a chi è decisamente meno fortunato di lei: fa la volontaria in un’associazione che si occupa di disabili e ciechi. Nel 1997 si iscrive all’Università nazionale del Lesotho, facoltà di scienze, e durante gli studi conosce il re Letsie III del Lesotho, fresco di secondo ritorno al trono dopo la morte del padre. Letsie è stato già re dal 1990 al 1995 in sostituzione del padre, primo re del Lesotho Moshoeshoe II, in esilio in Inghilterra. Poi un golpe ha rimesso scettro e corona nelle mani del ritornato Moshoeshoe, ma il suo secondo regno è durato pochi mesi: è morto in un incidente d’auto. Letsie III è tornato ad essere il re, ma il tira e molla al trono che ha caratterizzato la storia del Lesotho degli anni 90 ha indebolito il paese. Il sovrano ha bisogno di certezze. Le trova nella volitiva commoner Anna Karabo Motšoeneng, con la quale si fidanza ufficialmente nel 1999.

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Il 18 febbraio 2000 si celebra il matrimonio di Letsie III e Masenate Mohato Seeiso, che ha cambiato nome dal suo originario Anna Karabo Motšoeneng. La cerimonia è faraonica: tre giorni di festeggiamenti, 1 milione e mezzo di dollari spesi, lo stadio della capitale riempito da 40mila persone per assistere alle celebrazioni. Le critiche per le spese delle nozze del reali del Lesotho sono presto tacitate: per unificare lo spirito del paese non c'è nulla di meglio che un matrimonio ben riuscito. Leitse III, poi, è categorico: la moglie Masenate sarà la sua unica consorte e la reggente del regno quando lui sarà fuori dai confini nazionali per impegni di rappresentanza. Una vera rottura con certe tradizioni del passato che passa anche dalla nuova regina. Il suo abito da sposa è in raso tempestato di pietre preziose, in testa ha una tiara importante e al collo e alle orecchie una parure di diamanti.

Dalle foto dell’epoca emerge una ragazza decisamente timida e pure un po’ spaventata, cosa che Queen Masenate non ha faticato mai ad ammettere: “Ero una borghese quando ho sposato sua maestà, era una cosa molto rara ma dice molto della sua natura” raccontò qualche anno fa la regina in persona al Lesotho Times. “La sua famiglia mi ha accolta e amata e mi ha insegnato quasi tutto quello che so oggi. Non ho più paura del mio ruolo di regina” spiegò senza timore. Catapultata nella famiglia reale del piccolo stato africano, Masenate Mohato Seeiso ha avuto però una guida notevole per i primi anni: la suocera regina madre Queen ‘Mamohato Bereng Seeiso, la cui scomparsa nel 2003 l’ha duramente colpita (“È stata durissima per me, lei è stata la mia roccia, la mia forza e sicurezza”).

Le è stato accanto il marito Letsie III, poi i tre figli di Masenate Mohato Seeiso nati nei giro di sei anni: la principessa Senate (2001), la principessa Maseeiso (2004) e il principe Lerotholi, ultimo arrivato nel 2007. Forse, ha ammesso, avrebbe voluto farne di più, nonostante la coppia reale sia perfettamente in linea con la media nazionale della natalità (3,1 figli a coppia), ma non se l’è sentita: “Avrei voluto più bambini ma penso sia rischioso restare incinte a 38 anni. Avrei dovuto pensare a uno subito dopo Lerotholi, ma ora il mio orologio biologico mi dice che il tempo è finito. Ho letto molto sui rischi per la salute riproduttiva e alcuni ricercatori, nei loro studi, raccomandano alle donne di non restare incinte oltre una certa età. Quando gli ovuli non sono più così freschi da avere un figlio sano, è meglio restare sul lato sicuro” spiegò al giornale. Era il 2014, aveva 38 anni, età in cui in Eruopa forse si inizia a pensare di farne. Per lei tre figli, e basta.

I punti chiave dell'impegno da regina di Masenate Mohato Seeiso sono condivisi con le più famose colleghe delle varie royal families del mondo: il futuro dei bambini (vedi Kate Middleton), il diritto alla salute, il lavoro e l'indipendenza delle donne, l’educazione sessuale, la sensibilizzazione sulle malattie trasmissibili con i rapporti. La regina è royal patron della Croce Rossa in Lesotho, di SOS Children’s Village, del Machabeng International College dove ha studiato e dell'associazione People with Disabilities. Ma il suo focus primario è la salute. In Lesotho le stime del 2015 fotografavano una realtà crudelissima: il 22,73 per cento della popolazione del paese è malata di AIDS o ha contratto l’HIV. La mortalità infantile registra cifre impensabili (ogni mille nascite muoiono 47,6 bambini) e le donne che muoiono di parto sono ancora una tristissima realtà (487 partorienti ogni 100mila nascite). Anche se negli ultimi dieci anni le cose sono migliorate e l’aspettativa di vita è cresciuta, si è ancora ben lontani dall’agio di campare a lungo: la vita media in Lesotho si attesta attorno ai 53-55 anni. La regina Masenate Mohato Seeiso si occupa di patrocinare le iniziative volte a diffondere la conoscenza della prevenzione e a sradicare le antiche credenze attorno a certe malattie: il suo esempio è seguito anche dalla figlia maggiore, la principessa Senate Mohato Seeiso, che è impegnata nel progetto YAFID Lesotho (Young Adults Fighting Depression) per sensibilizzare sulla depressione giovanile.

Le donne sono uno dei fulcri di attenzione della regina Masenate Mohato Seeiso del Lesotho, nello specifico la loro emancipazione: in un paese così complesso come il suo, è dal ruolo delle donne che può iniziare un nuovo sviluppo culturale oltre che economico. “È un punto che vorrei diversificare nei prossimi anni, c'è bisogno delle donne per sviluppare l’economia. È un grande lavoro, sarà sempre un gran lavoro. Come donne non ci siamo ancora, nonostante il nostro grande potenziale per cambiare la visione dell’economia” spiegava la regina. Le donne in Lesotho sono più della metà della popolazione, ma come spesso accade sono poco ascoltate, poco motivate ad abbandonare pregiudizi e stereotipi culturali. A detta della regina Masenate, il cambiamento potrebbe partire dalle donne dei centri rurali, che hanno l’opportunità di unire l’agricoltura al commercio e gestire per conto proprio il rendimento del loro lavoro, magari attraverso una rete di cooperative ben strutturate: “Mi piace l’idea di lavorare collettivamente per stabilire e allargare le aziende. Le partnership e le cooperative possono aiutare a superare le difficoltà di accesso ai finanziamenti, e rendere sostenibili le operazioni”. Queen Masenate sa che tra le sfide più grandi c'è l'aumento dell’autostima nelle donne del suo paese: “Non si mettono in affari perché sottovalutano le loro capacità. E invece possono essere le imprenditrici migliori, sono caute, imparano in fretta e sono ispirate dal loro stesso senso di responsabilità verso il duro lavoro”. Le donne Basotho, la principale tribù del Lesotho, sono bravissime artigiane del tessile e produttrici di tessuti notevoli. Tra i progetti della regina c’è anche il sostegno alle loro imprese, senza dimenticare sostenibilità e possibilità di uscire da una povertà che in alcune delle 10 regioni del Lesotho è rovinosa. “Dobbiamo dimostrare che come donne ce la possiamo fare. Ci sono quelle brave che sanno fare le cose a modo loro, senza necessariamente dover dipendere dai loro corrispondenti maschi”. La regina del Lesotho Masenate Mohato Seeiso ha intenzione di fare ancora molto per il suo piccolo paese. E non è detto che presto, tra un royal baby e un tacco di, non sentiremo parlare nuovamente di lei.