Il prossimo 4 maggio avrebbe compiuto 90 anni, ma Audrey Hepburn resta un fulgido esempio di stile, eleganza e modernità da festeggiare sempre. Insieme alla donna vera che ha conquistato tutto con rigoroso impegno. Insieme alla profonda fragilità che non gli ha impedito di realizzare sogni e qualche favola, conquistare grandi traguardi e sedurre generazioni consapevoli. A conoscenza del duro lavoro con il quale la donna e la grande star hanno gestito paure e insicurezze, disturbi alimentari (nati dalla vera fame in tempo di guerra), troppe delusioni sentimentali, meno figli di quelli che ha desiderato per tutta la vita e amato anche come ambasciatrice Unicef. Moderna anche nel controllo che ha esercitato sull'immagine che le sopravvive, con la complicità dei fotografi più dirompenti del XX secolo. Obiettivi puntati su quello che sopravvive a tutto, grazie alla volontà e molto di quello che racconta la selezione di stampe originali della prestigiosa collezione della Peter Fetterman Gallery di Santa Monica, esposte in molti casi per la prima volta con Always Audrey (fino al 20 aprile 2019).
Una sorta di sentimental jorney della vita e della carriera di Audrey. Della donna fragile che ha costruito la sua immagine di star di Hollywood, come ha fatto Parigi all'orizzonte dello scatto di Bert Hardy. La signora inflessibile nel controllo dell'immagine di se che condivide con il mondo. Capace di usare la magia della settima arte e delle favole, con principesse da Oscar che si concedono Vacanze Romane, continuando a dire tutta la verità con quello sguardo che pochi hanno fotografato come Dennis Stock, durante le riprese della Sabrina by Billy Wilder.
La giovane donna insicura dell'aspetto androgino (lontano dagli standard voluttuosi dell'epoca) che ha messo a frutto la sintonia con couturier del calibro di Givenchy, diventando un vero esempio di stile ed eleganza. In lungo per la Colazione da Tiffany di Blake Edwards. Recitando, cantando e ballando in pantaloni capri e pullover nero, al fianco di Fred Astaire, nella Cenerentola a Parigi (Funny Face) di un maestro del musical cinematografico come Stanley Donen. La ragazzina che lascia Bruxelles con una borsa di studio per la Rambert Ballet School di Notting Hill, non realizza solo il sogno di ballare al cinema con uno dei suoi più grandi ballerini. A renderlo eterno è David "Chim" Seymour, tra i fondatori della celebre cooperativa di fotografi Magnum Photos.
Anche la nuvola rosa di radiosa eleganza che abbraccia l'attrice in pausa dalle riprese del Guerra e pace di King Vidor, è in parte merito della grande sintonia tra Audrey e Givenchy. In questo caso, è fotografata per Glamour nella sua villa vicino Roma, con tutto lo stile che ha reso famoso Norman Parkinson e il suo sguardo fuori dagli schemi, capace di stravolgere la moda femminile contemporanea e la sua fotografia. Di rendere lo stile di Audrey eterno come la sola bellezza che per lei non sfiorisce mai "L’eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai".
Le fotografie in mostra alla Peter Fetterman Gallery, con Sid Avery la ricordano anche in bicicletta negli studi della Paramount di Los Angeles, con il fedele Mr. Famous, compagno di vita, scorribande e set (Funny Face). Il piccolo yorkshire terrier diventa famoso grazie alla Hepburn e l'amore che nutre per ogni animale. Anche il cerbiatto Pippin (detto Ip) che recita con lei sul set di Green Mansions e finisce per seguirla anche al supermercato, vivendo per un po' con lei, Mr. Famous e il marito Mel Ferrer.
Gli illuminanti ritratti scattati da Cecil Beaton, Bud Fraker, Angela Williams, tra i tanti, raccontano il resto. Lo stesso fanno gli scatti rubati da Allan Grant al Backstage degli Academy Awards del 1956, dove Audrey Hepburn è in compagnia di un'altra principessa di stile come Grace Kelly. La mostra può finire, ma le immagini sono per sempre come Audrey e le sue lezioni di stile.