Avere fiuto. Ci sono viaggiatori che non lasciano tracce, quelli che per mantenere segreti certi luoghi non ne condividono le emozioni. Michael Kors invece è un esploratore che ama amplificare così intensamente il ricordo di un’avventura da voler imbottigliarne le palpitazioni in un profumo.

Cosa significa Wonderlust? È la meravigliosa sensazione che tutto possa accadere. Si ispira proprio al viaggio: al senso di stupore che si prova quando ci si trova davanti all’inaspettato e, in questo caso, anche all’esotico.

Così è spesso descritta la sua città, New York. Ha un’incredibile energia dovuta alla natura multiforme: qui ci sono tanti tipi di persone, tutte in movimento verso direzioni diverse.

Perché per molti è “un sogno”? Per il continuo cambiamento che coinvolge il cuore della City. Unito a un senso di libertà, dà la sensazione che tutto sia possibile.

Ma qui ci “si perde” o ci “si ritrova”? Ci si può smarrire per un po’, ma le persone che vivono qui sono arrivate, si sono ritrovate, e non sono più andate via.

A lei dove piace perdersi? Al MoMA, per ammirare le opere di Rothko e Pollock. O alla libreria Three Lives & Company.

Dove va per un po’ di pace? Passeggio sulla High Line al mattino.

Se cerca confusione? Broadway! Voglio andare a vedere uno spettacolo almeno una volta la settimana: è il mio svago preferito.

A NYC non c’è niente di meglio di… Osservare le persone per strada: molto meglio di una passerella.

I luoghi con i più bei ricordi? Marie’s Crisis Piano Bar, Bergdorf Goodman (per il mio primo trunk show) e, anche se non esiste più, lo Studio 54, in pieno stile New York.

I film preferiti girati nella Grande Mela? All about Eve e The Thomas Crown Affair, anche se per il secondo non sono imparziale: ho vestito Rene Russo.

La migliore fotografia? Il murales di una New York City invernale dell’artista tedesco-americano Ludwig Bemelmans, esposto al Bemelmans Bar del Carlyle Hotel. Da ammirare sorseggiando uno dei migliori drink della città.

E noi seguiremo il suo consiglio.