“Il giorno che smetterò di lottare per l’uguaglianza e per persone che sono come me e te, sarà il giorno in cui sarò nella tomba”. Game, set, match. A Wimbledon 2019 Serena Williams avrà pur perso lo slam contro l’imprendibile Simona Halep sotto gli occhi di Meghan Markle e Kate Middleton nel royal box (la duchessa di Cambridge, si mormora, teneva per la Halep: new feud in arrivo in casa Windsor?), ma di certo nessuno potrà strapparle di dosso la divisa di paladina dei diritti umani e civili che ultimamente indossa come uno dei suoi strepitosi look in campo. L’impegno umano della nuova Serena Williams dà fastidio. È una donna potente e consapevole di esserlo, attaccarla è uno sport abbastanza comune per una campionessa del suo calibro. Serena Williams oggi, al di là del ruolo di campionessa di tennis (anche nelle sconfitte), è una donna di fama che sa gestire l'influenza sul mondo che possiede. E non ha intenzione di farsi schiacciare dai commenti altrui dopo tutte le battaglie combattute in prima persona. “Se non ci fossero state le Williams io non sarei qui” ha avuto a dire proprio a Wimbledon la fresca promessa del tennis Cori Gauff, dopo aver battuto la maggiore Venus Williams.

La querelle contro Serena Williams risale a pochi giorni prima di Wimbledon e coinvolge la ex tennista Billie Jean King, che aveva sottolineato come i troppi impegni extra-sportivi (amicizie royal, impegno civile, collezioni moda e via elencando) fossero probabilmente un’eccessiva fonte di distrazione per la campionessa americana. “Ha avuto una figlia, sta lavorando sulla questione dell’uguaglianza di genere, specialmente per quanto riguarda le donne nere. Vorrei che mettesse da parte tutto, perché ci sono persone che lavorano a queste cose. Vorrei che si impegnasse per il prossimo anno e mezzo-due, dicendo magari ‘mi concentrerò solo su ciò che è necessario per il mio tennis’” aveva commentato Billie Jean King, aggiungendo poi di buon grado che in ogni caso, se Serena Williams è felice così, sono cose che riguardano solo lei. Parole che la tennista americana ha assorbito e alle quali ha deciso di replicare soltanto dopo essere stata interpellata, dritta come uno smash.

E non è la sua accorata risposta, per quanto data con un mezzo sorriso da incassatrice professionista, stupisca più di tanto. La ex invincibile Serena Williams a 37 anni sa che c’è altro oltre ai tornei. Ha imparato a musate sul campo a gestire il peso (in negativo) e la forza (positiva) della sua immagine pubblica. È Serena Williams la tennista che si batte contro il sessismo in campo, che conosce l’importanza di essere stata la numero uno e faro lucente con la sorella Venus Williams. Che nel suo ruolo di madre (la figlia di Serena Williams e del marito Alexis Ohanian di Reddit, Olympia, è nata meno di due anni fa) e atleta ha trovato nuove energie. Avrà pure perso Wimbledon un'altra volta ma la Williams in finale ci è arrivata con tutte le sue forze, debellando infortuni e scansando commenti e penalizzazioni perché è donna, atleta e madre. "Le cose sono diverse, ma mi sento comunque ancora molto competitiva, e sono sulla strada giusta per ritornare quella che ero" ha proclamato in conferenza stampa.

Ma sopratutto la nuova Serena Williams è una persona ha imparato la virtù suprema del riconoscere l'errore. Che chiede scusa per la sua irruenza a colleghe giovani e vincenti contro di lei come Naomi Osaka, come ha raccontato nell’editoriale unretouched/uncut/real in golden su Harper’s Bazaar USA. Oggi Serena Williams a margine della conferenza stampa conferma la sua felicità: “Sono sulla strada giusta per fare il meglio che posso, e giocare meglio che posso quando posso”. Tutto il resto sono chiacchiere post-partita. Say it loud, I’m Serena and I’m proud.